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Retribuzioni ferme a marzo, +1,2% annuo

Divario con prezzi più alto da 1995 catena_montaggio_296

Le retribuzioni contrattuali orarie a marzo restano ferme su febbraio e salgono dell'1,2% su base annua. Lo rileva l'Istat, aggiungendo che la crescita tendenziale è la più bassa almeno dal 1983, ovvero dall'inizio delle serie storiche ricostruite, 29 anni fa.

Nel primo trimestre del 2012 la retribuzione risulta così cresciuta solo dell'1,3% rispetto al corrispondente periodo del 2011. Con riferimento ai principali macrosettori, fa sapere sempre l'Istat, a marzo le retribuzioni orarie contrattuali registrano un incremento tendenziale dell'1,7% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione.

I settori che a marzo presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: tessili, abbigliamento e lavorazione pelli (2,9%), chimiche, comparto di gomma, plastica e lavorazioni minerali non metalliferi e quello delle telecomunicazioni (2,7% per tutti i comparti). Si registrano, invece, variazioni nulle nell'agricoltura, nel credito e assicurazione e in tutti i comparti appartenenti alla pubblica amministrazione.

DIVARIO SALARI-PREZZI AL TOP DAL 1995
A marzo la forbice tra l'aumento delle retribuzioni contrattuali orarie (+1,2%) e il livello d'inflazione (+3,3%), su base annua, tocca una differenza di 2,1 punti percentuali, che rappresenta il divario piu' alto dall'agosto del 1995. Lo rileva l'Istat.


A FINE MARZO IN ATTESA RINNOVO CONTRATTI 32,6% DIPENDENTI
Alla fine di marzo i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica corrispondono al 67,4% degli occupati dipendenti e al 61,8% del monte retributivo osservato. Lo comunica l'Istat che rileva come alla fine di marzo la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo e' del 32,6% nel totale dell'economia e del 12,3% nel settore privato. L'attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto e', in media, di 27 mesi.

Alla fine di marzo risultano in vigore 42 accordi, che regolano il trattamento economico di 8,8 milioni di dipendenti; ad essi corrisponde il 61,8% del monte retributivo complessivo. Nel settore privato l'incidenza e' pari all'84,3%, con quote differenziate per attività economica: la copertura è del 93,5% per il settore agricolo, del 98,4% per l'industria e del 69,3% per i servizi privati.

In totale, i contratti in attesa di rinnovo sono 36 - di cui 16 appartenenti alla pubblica amministrazione - relativi a circa 4,3 milioni di dipendenti (circa tre milioni nel pubblico impiego). A partire da gennaio 2010 tutti i contratti della pubblica amministrazione sono scaduti e rimarranno tali in ottemperanza alle disposizioni della legge 122/2010 all'art. 9 comma 7 che stabilisce il blocco delle procedure contrattuali e negoziali relative al triennio 2010-2012.