A proposito di due ruote


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Bici che passione

Semplice da usare, rispettosa come pochi altri mezzi dell’ambiente e, da non sottovalutare, a portata di tutte le tasche b

di Piero Catena

Chi di noi non ha incontrato gruppi di ciclisti che, colorati e vocianti, invadono le strade? E molti hanno magari inveito contro perché intralciati nel viaggio da finire nel più breve tempo possibile. Ma la bicicletta, da corsa da mountain-bike o da passeggio, è sicuramente una delle passioni più in voga negli ultimi anni, anche perché semplice da usare, rispettosa come pochi altri mezzi dell’ambiente e, da non sottovalutare, a portata di tutte le tasche. Si può andare in bicicletta con due ruote che costano da poche decine fino a migliaia di euro ma sempre in libertà e senza altri costi aggiuntivi.

Per gli appassionati veri, quelli che appena possono salgono sulla bici e pedalano anche per ore, oggi è possibile scegliere tra una miriade di prodotti, dai più economici, realizzati in grande serie e con materiali a basso costo, fino a biciclette realizzate anche a mano e con materiali di alto costo, quali carbonio e addirittura titanio.

Nei primi anni del ‘900 le biciclette erano realizzate con pesanti tubi di acciaio saldati, rigide e poco o niente confortevoli. Nel corso dei decenni, anche con lo sviluppo delle competizioni, prima nazionali poi internazionali, la bicicletta si è via via trasformata in quello che oggi vediamo, un concentrato di tecnologia, anche se elementare rispetto ad altri mezzi di trasporto in cui l’elettronica la fa da padrone. Dopo l’era dei telai in acciaio, si è arrivati, negli anni ’80 a leggerissimi telai in alluminio pressofuso che tanto hanno contribuito alla crescita non solo dello sport, ma anche all’uso quotidiano della bici. Grazie a rapporti sempre più agevoli e precisi la bici ha “invaso” anche territori e città poco votati al suo uso, soprattutto in presenza di una orografia del terreno estremamente movimentata, con colline (se non montagne) e quindi salite e discese dure da affrontare nell’uso quotidiano, sportivo o di semplice diletto e trasporto.

Oggi, ormai daagli anni ‘90, la bici ha trovato nei nuovi materiali (soprattutto carbonio) un’alleato importantissimo, perché ha permesso di avere mezzi ancora più leggeri e resistenti e quindi più facilmente utilizzabili anche in condizioni non propriamente comode. Le moderne bici in carbonio, soprattutto da corsa o da mountain-bike, presentano dati estremamente interessanti e impensabili fino a poco tempo fa, con pesi inferiori ai 7 kg per una bici da corsa completa.

Ma che cosa è il carbonio? Se ne parla tanto, anche per le auto e le moto, ma non tutti sanno di cosa effettivamente si tratti. La fibra di carbonio non è altro che un “tessuto” appunto di carbonio che a seconda di come le sue fibre vengano intrecciate dà risposte e comportamenti diversi. La sua affidabilità, sulla quale per un lungo periodo c’è stata più di una perplessità, è ormai acclarata, visto che dopo anni di uso (in tutte le sue applicazioni e non solo sulle biciclette) il carbonio dà ampia prova di resistenza e durata nel tempo, mantenendo inalterate le sue prestazioni.

Per quanto riguarda la bici, di cui vogliamo occuparci, dobbiamo dire ad onor del vero che nei primi anni di utilizzo se ne è fatto un “cattivo utilizzo”. Alcuni costruttori definendolo come la rivoluzione ciclistica lo hanno utilizzato male, con tecniche di assemblaggio sbagliate che hanno portato gli utenti a diffidare (nella gran parte dei casi giustamente) di questo nuovo rivoluzionario materiale. Oggi invece, grazie anche all’attenzione degli utenti, le bici prodotte in fibra di carbonio trovano un successo sempre maggiore, soprattutto per quei produttori che da sempre mettono esperienza e entusiasmo nelle loro “creature”. Pedalare con una bici in carbonio è infinitamente più confortevole che con una in acciaio, e sicuramente meglio che con una in alluminio, le vibrazioni trasmesse dalla strada vengono assorbite in misura maggiore, la rigidezza del telaio permette di scaricare sui pedali una quantità di energia maggiore, la risposta alle sollecitazioni che il ciclista da alla sua bici è più immediata, le forme che si possono realizzare con il carbonio permettono di una aerodinamica (ancorchè limitata viste le dimensioni del mezzo) per sfruttare meglio i flussi d’aria.

Ci piace però sottolineare quanto i piccoli produttori e gli artigiani italiani possano (e debbano) essere tenuti in considerazione nella scelta al momento dell’acquisto della bici. Essendo prodotti di alta qualità, non abbiamo nulla da imparare dagli altri. I nostri artigiani producono biciclette di altissimo livello, con nomi la cui attività risale all’inizio del secolo scorso. Da grandi nomi come Pinarello, Colnago o Bianchi, fino a piccoli artigiani quali Milani di Gallarate (Va) che produce biciclette da corsa fin dal 1927.

La passione per la bici non deve però portare chi sulle strade passa ore in libertà e all’aria aperta per uno sport bellissimo, che può essere praticato per tutta la vita, a non rispettare anche i diritti degli altri, rispettiamo il codice, non occupiamo tutta la sede incuranti degli altri utenti della strada, godiamoci la possibilità di fruire del paesaggio e della bellezza del nostro grande Paese.

Nelle immagini, modelli Colnago e FRW