Dopo la scossa di magnitudo 8.7 al largo dell'isola indonesiana di Sumatra una scossa di assestamento di 8.8 è stata registrata ad Aceh dall'agenzia geofisica indonesiana che ha lanciato l'allerta tsunami poi rientrato. La prima fortissima scossa si è verificata alle 14.38 ora locale (le 10.38 in Italia) nelle acque a 434 km a sudovest di Banda Aceh, secondo quanto riferito dall'Usgs, l'istituto americano di geofisica. Una seconda, di magnitudo 6.5, è stata registrata poco dopo. Immediato è scattato l'allarme tsunami dal centro di allerta del Pacifico. Il sisma è stato avvertito molto forte anche a Singapore, in Thailandia e nella parte meridionale dell'India, paesi che, insieme a Indonesia e Sri Lanka, hanno lanciato l'allarme tsunami.
"Il terremoto è stato sentito molto forte. E' saltata l'elettricità, ci sono ingorghi per arrivare in luoghi più alti. Ovunque risuonano sirene e versi del Corano dalle moschee", ha detto il portavoce dell'agenzia indonesiana per la gestione dei disastri che ha inviato una squadra di soccorsi ad Aceh. Le autorità di Bangkok hanno chiesto alle popolazioni di abbandonare le coste del Mare delle Andamane per ripararsi "in alto" ed è stato chiuso l'aeroporto di Phuket, nel sud della Thailandia. Momenti di panico si sono avuti anche in India in particolare a Kolkata e Chennai dove la gente è scesa in strada, mentre la scossa è stata avvertita chiaramente anche a Bangalore, Bhubaneswar e Mumbai.
L'allerta tsunami era stato esteso a 26 paesi. Per il Pacific tsunami warning center del National Oceanic and Atmospheric Administration, l'allerta aveva riguarda Indonesia, India, Sri Lanka, Birmania, Maldive, Australia, Malaysia, Thailandia, Isola della Reunion, Seychelles, Pakistan, Somalia, Oman, Madagascar, Iran, Emirati arabi, Yemen, Isole Comore, Bangladesh, Tanzania, Mozambico, Kenya, Isole Crozet, Isole Kerguelen, Sudafrica e Singapore.
Centinaia di persone sono state evacuate da alcune zone delle isole Andamane e Nicobar per il rischio di un'onda di tsunami alta quattro metri, secondo fonti ufficiali.
Al momento, ha assicurato il presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono all'emittente indiana Ndtv, non ci sono notizie di vittime, mentre la Farnesina, attraverso l'Unità di crisi, sta compiendo verifiche sull'eventuale presenza di italiani nelle zone coinvolte. L'Isola di Sumatra era stata scossa il 26 dicembre 2004 da un sisma di magnitudo 9.1 e 9.3 che provocò uno tsunami sulle coste di una decina di Paesi del sudest asiatico, causando la morte di oltre 200 mila persone. Secondo l'Istituto Nazionale italiano di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), la faglia del terremoto di oggi è però diversa rispetto a quella che del 2004 e si trova a 50-100 chilometri più a est, in mare aperto.
Il "pericolo per imbarcazioni e strutture costiere può continuare per molte ore a causa delle correnti". Lo afferma il Pacific tsunami warning center del Noaa (National weather service) nell'ultimo bollettino emesso. Il Centro sottolinea che le condizioni locali possono determinare variazioni nelle onde di tsunami, pertanto la valutazione spetta alle autorità locali.
Il terremoto avvenuto oggi a Sumatra ha una estensione circa 4 volte inferiore rispetto a quella del sisma che ha colpito l'isola il 26 dicembre 2004. "Se il terremoto del 2004 era stato generato dalla rottura di una faglia che si estendeva per oltre 1.200 chilometri, il sisma avvenuto oggi riguarda un'area stimata in circa 300 chilometri", ha osservato il sismologo Alberto Michelini, dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv).
GOVERNO INDIANO, 'NESSUNA RAGIONE DI PANICO' - '"Non c'é ragione di panico per quanto riguarda la costa indiana e il governo è preparato a ogni eventualita". Lo ha detto il segretario degli Interni indiano R.K. Singh ai media locali. Dopo la forte scossa in Indonesia, l'India aveva lanciato l'allerta per il rischio di uno tsumani nell'arcipelago delle Andamane e Nicobare e sulla costa degli stati di Andhra Pradesh, Orissa e Tamil Nadu.