La pioggia taglia le vacanze, costringe gli italiani al chiuso e allunga i tempi trascorsi a tavola per il tradizionale pranzo di Pasqua facendo lievitare cosi, quest'anno, il conto delle chilocalorie assunte, con effetti sul peso che potrebbe aumentare anche più di due chili, per colpa delle festività. E' quanto stima la Coldiretti che sottolinea come "nonostante il risparmio negli acquisti dettato dalla crisi, il menù della giornata di Pasqua arriva a contare fino a seimila chilocalorie a testa".
"Sulla tavola della Pasqua sono protagonisti - spiega la Coldiretti - i piatti della tradizione preparati in casa propria o di parenti e amici da più di otto italiani su dieci, mentre cala la spesa nei ristoranti ed aumentano le presenze negli agriturismi. A far salire il conto delle calorie - precisa la Coldiretti - è già la mattina con la colazione, dove il tradizionale uovo sodo contiene circa 60 chilocalorie, mentre cento grammi di salame corallina ne aggiungono altre 400. Il casatiello napoletano conta circa 400 chilocalorie ogni 100 grammi mentre per una fettina (100 grammi) di pizza ripiena con verdure sono circa 300 chilocalorie".
"A pranzo - continua la Coldiretti - un piatto di lasagne al ragù ne fornisce 600, le costolette di agnello 300, una fetta di colomba 400 chilocalorie che salgono a 600 se si preferisce la pastiera ai quali vanno aggiunti almeno cento grammi di cioccolato al latte dalla rottura dell'uovo che ne contengono 550 da accompagnare con un bicchiere di spumante con altre 200 chilocalorie".
"L' ambiente conviviale- sottolinea la Coldiretti - stimola anche qualche bevuta di troppo con un consumo superiore di superalcolici a elevato contenuto energetico".
"Un sovraccarico di energia accompagnato da una maggiore sedentarietà con le lunghe chiacchierate a tavola con parenti e amici favorite dal maltempo che - sostiene la Coldiretti - riducono il lavoro muscolare e provocano l'accumulo di peso. Il pranzo di Pasqua è l'occasione per riscoprire da nord a sud i diversi i piatti tipici regionali come per esempio gli gnocchi filanti e il capretto langarolo in Piemonte, la minestra di brodo di gallina e uovo sodo e le pappardelle al ragù di coniglio in Toscana ma anche la corallina, salame tipico accompagnata dalla pizza al formaggio mangiata a colazione in tutto il Lazio e l'immancabile coratella di abbacchio con i carciofi romaneschi per pranzo. Se in Romagna ci sono i passatelli in Molise è di rigore l'insalata buona Pasqua con fagiolini, uova sode e pomodori". In Puglia - rileva a Coldiretti - il principe della tavola pasquale è il Cutturiddu, agnello cotto nel brodo con le erbe tipiche delle Murge, in Veneto onnipresenti su tutte le tavole della festa pasquale sono le tipiche vovi e sparasi, uova sode, decorate con erbe di campo e in Trentino le polpettine pasquali con macinato di agnello".
"Con la crisi - continua la Coldiretti - in quattro famiglie su dieci si è riscoperto il piacere della preparazione casalinga dei dolci tipici della tradizione di Pasqua, con un crollo del 10 per cento negli acquisti dei prodotti industriali come colombe e uova di cioccolato. Sul territorio - continua la Coldiretti - si contano decine di specialità locali per le quali si stima una spesa di 300 milioni di euro per la preparazione casalinga e l'acquisto dei dolci tipici di Pasqua. Nella top five dei dolci pasquali preferiti, al primo posto - sottolinea la Coldiretti - c'è l'immancabile pastiera napoletana che batte la colomba mentre seguono da vicino la pizza di Pasqua e la treccia pasquale. Si tratta - continua la Coldiretti - di dolci caratterizzati spesso da sapori decisi che hanno le uova tra gli ingredienti principali come la scarcedda lucana che è un dolce ripieno di uova sode o la torta pasqualina della Liguria che è un rustico ripieno di verdura, uova e parmigiano".
"In Friuli Venezia Giulia - precisa la Coldiretti - è il tempo delle titole, piccole treccine dolci che avvolgono un uovo colorato di rosso mentre in Campania spopola la pastiera, un capolavoro napoletano con ricotta, germe di grano e buccia d'arancio. E ancora in Calabria - conclude la Coldiretti - si prepara la cuzzupa, una pagnotta dolce la cui dimensione cresce con l'età del membro familiare, ma anche pitte con niepita che sono dolci a forma di mezzaluna da mangiare sia caldi che freddi".