di Nicola Iannello
Terremoto in vetta: la Juventus rimette la freccia e compie, nel giro di due giornate, un clamoroso sorpasso (da -4 a +1). Il ribaltone è frutto del colpo bianconero al Barbera (0-2) e dell’imprevedibile caduta interna del Milan (1-2) al cospetto di una Fiorentina al limite dalla zona retrocessione. La volata scudetto conosce dunque una scossone inaspettato. Reduce dal pareggio a Catania e dalla eliminazione in Champions League, il Milan è apparso giù di tono fisicamente e fiacco da un punto di vista psicologico.
La partita. Bonera per Nesta al centro della difesa di Allegri, centrocampo con Nocerino, Ambrosini e Muntari, Emanuelson è il trequartista dietro Maxi Lopez e Ibrahimovic, con Cassano e Gattuso in panchina. Risponde Delio Rossi con la difesa a tre, un centrocampo a cinque con Ljajic e Jovetic di punta (Amauri parte dalla panchina). Viola brillanti in avvio, Jovetic e Kharja pericolosi. Bomba di Ibra su punizione contenuta di Boruc ma Muntari mette a lato. Milan in vantaggio su rigore: trattenuta di Nastasic ai danni di Maxi Lopez, Ibrahimovic realizza (31’). Ljajic chiama Abbiati a un difficile intervento su punizione. Palo di Maxi Lopez con un diagonale di sinistro (sospetto controllo col braccio). A inizio ripresa, Jovetic sul filo del fuorigioco (lo tiene in gioco Abate) si presenta solo davanti ad Abbiati e lo batte con un destro basso (47’). Il montenegrino manda poi a monte un contropiede in cui i viola si erano trovati 3 contro 2 con la difesa rossonera. Jovetic impegna ancora Abbiati dopo una discesa incontenibile di De Silvestri. Occasione per Maxi Lopez, fermato col corpo da Boruc da due passi. A un quarto d’ora dalla fine Rossi gioca la carta Amauri, che rileva Ljajic. Tiro fiacco di Robinho, facile parata di Boruc. A 7’ dalla fine Allegri manda Cassano in campo per Zambrotta, ma il gol decisivo lo segna il subentrato della Fiorentina: Amauri insacca su assist di Jovetic dopo palla persa da Mexes (89’). Milan fermo a 64 punti, Fiorentina che sale a 36, scavalcando Parma e Genoa ora quart’ultime.
Tutto questo avveniva però nel primo pomeriggio di sabato. Già, perché con il ‘regalo’ viola servito in anticipo su un piatto d’argento, la Juve alle 18.30 è scesa in campo alla Favorita caricata fino all’ultimo dei pallettoni, cosciente che un treno del genere non si poteva proprio non prendere. Detto e fatto. Contro un Palermo decimato dalle assenze (soprattutto in difesa), la squadra di Conte ha comandato il primo tempo mancando però d’incisività sotto porta (errori di Quagliarella e Caceres). L’orgoglio e i muscoli dei rosanero hanno retto fino al 56’ della ripresa, minuto in cui la storia di questo campionato ha preso un’altra direzione: corner di Pirlo, testa vincente di Bonucci, ancora goleador dopo la rete (seppur fortunosa) di sette giorni fa al Napoli. Tredici giri di lancette e il raddoppio è compiuto: nasce da una sponda con Matri, l’angolato sinistro dello 0-2 targato Quagliarella. Partita finita, Palermo al tappeto per ko tecnico e festa juventina, dopo il triplice fischio di Brighi, molto ‘contenuta’: sorrisi e abbracci, certo, ma gente navigata come Buffon e (l’ex rossonero) Pirlo sa che la questione – a 7 turni dal traguardo - non è ancora chiusa, specie quando il tuo compagno di volata si chiama Milan. Resta però il vantaggio, ora soprattutto psicologico, e la possibilità (da non escludere) di un arrivo a pari punti che favorirebbe la Juve, in vantaggio negli scontri diretti.
Capitolo Champions: la Lazio, sempre orfana di Klose e ancora molto rimaneggiata, centra una vittoria (3-1) di inestimabile valore contro un Napoli in fase calante (2 punti nelle ultime 4 partite) e compie uno scatto forse decisivo verso il terzo posto, quello che conduce nell’Europa che conta. Applausi dunque ai biancocelesti, in vantaggio al 9’ con un destro non impossibile del finora contestato Candreva (uscito però nella ripresa tra gli applausi), che gonfia la rete grazie alla megapapera di De Sanctis. Il suo dirimpettaio, Marchetti, evita a ruota il pari con una super parata su Cavani ma nulla può al 34’ sulla stoccata ravvicinata dell’ex Pandev, servito da un fantastico e geniale assist di tacco del ‘pocho’ Lavezzi. Il Napoli in pratica finisce qui. La ripresa, infatti, porta pessime nuove a Mazzarri. Dopo un erroraccio di Hamsik, De Sanctis si riscatta negando la doppietta a Candreva (con Campagnaro che evita il tap-in vincente di Rocchi). Ma dopo i tuoni, ecco puntuale la pioggia. Minuto 68: cross Radu, da cartolina la rovesciata acrobatica (leggasi ‘bicicletta’) con cui Mauri riporta avanti la Lazio. Una vera gemma, la sua. Minuto 81: fallo netto di Britos su Rocchi, rigore solare (il primo in questa stagione contro il Napoli), Ledesma esegue e cala il tris. Game-over all’Olimpico, biancocelesti in festa con il cuore commosso nel ricordo di Giorgio Chinaglia, partenopei a -6 dai rivali, un gap quasi impossibile da colmare.
L’unica a restare in scia è l’Udinese, quarta a 51 punti, che torna al successo dopo un digiuno che durava dal 26 febbraio (battuto il Bologna). Ne fa le spese il Parma, regolato 3-1. Guidolin sceglie Barreto come partner d’attacco per Di Natale, con Pinzi suggeritore. Donadoni risponde con il 3-5-2, dove Giovinco e Floccari sono il terminale offensivo. Sul finire di tempo i friulani perdono Benatia per infortunio (subentra Coda), poi passano in vantaggio al primo minuto di recupero: torre di testa di Di Natale, irrompe Asamoah di sinistro e una deviazione di Paletta inganna Mirante. Raddoppio di Di Natale (ventesimo gol per il bomber bianconero) con un destro potente a incrociare dalla destra (55’). Lucarelli di sinistro su azione d’angolo accorcia le distanze (84’), ma Asamoah chiude i conti nel recupero con un sinistro in caduta (92’).
Clamoroso tonfo della Roma a Lecce: successo dei salentini 4-2. Di Michele-Muriel la coppia d’attacco pesi leggeri di Cosmi. Assente Totti per infortunio, Luis Enrique lascia Pjanic in panchina e schiera Lamela dietro Osvaldo e Bojan. Muriel imbeccato da Giacomazzi salta anche Stekelenburg e gonfia la rete (22’). Raddoppio di Di Michele sugli sviluppi di un calcio d’angolo: in mischia Giacomazzi pesca l’attaccante solo davanti alla porta per un gol al volo di sinistro (44’). Neanche il tempo di rimettere palla al centro che il Lecce cala il tris: Muriel parte da destra, si accentra e lascia partire un sinistro che si infila sul secondo palo (49’). Muriel atterrato da Heinze: Di Michele dal dischetto non dà scampo a Stekelenburg (56’). Due doppiette quindi per gli attaccanti di Cosmi, con Di Michele che sale a quota dieci in classifica marcatori. A questo punto – troppo tardi – inizia la partita della Roma. Bojan al volo su assist di Lamela infila Benassi sul primo palo (89’). Lo stesso giocatore argentino trova il gol personale direttamente su punizione subito dopo (90’). Roma inchiodata a 47, Lecce a 31 ma sempre terzultimo, anche se ora a -4 dalle quartultime.
Pareggio dell’Inter “in casa” del Cagliari a Trieste, dove i sardi giocano per l’indisponibilità del Sant’Elia. Finisce 2-2. Cossu dietro Pinilla e Thiago Ribeiro per Ficcadenti. Stramaccioni (con Castellazzi in porta al posto dello squalificato Julio Cesar) si affida al tridente Zarate-Milito-Forlan. Gol lampo dei rossoblù con Astori in acrobazia su angolo, nonostante l’opposizione di Ranocchia (5’). Pari immediato di Milito (e sono diciotto reti) in girata, trovato smarcato da Zarate (6’). Nella ripresa, testa vincente di Pinilla che con una schiacciata prende in controtempo Castellazzi (61’); l’attaccante cileno, già ammonito, esulta in maniera eccessiva a giudizio di Guida che gli mostra il secondo cartellino giallo e lo espelle. Ne approfitta subito l’Inter con un altro pareggio lampo: Cambiasso si trova il pallone tra i piedi su centro di Forlan e di sinistro batte Agazzi (64’). Inter a 45 punti, Cagliari a 38.
Il Chievo batte il Catania 3-2. Di Carlo preferisce Cruzado a Théréau come suggeritore, dietro Pellissier e Paloschi. Consueto 4-3-3 per Montella che abbassa Ricchiuti sulla linea di centrocampo e schiera il tridente Llama, Bergessio e Gomez. Su assist di Paloschi Bradley insacca di piatto (7’). Fallo di Spolli su Pellissier, rosso per il difensore argentino e trasformazione positiva per l’attaccante clivense (20’). Gli etnei pur in dieci reagiscono e accorciano le distanze. Andreolli devia nella propria porta un suggerimento di Lodi (32’). Nel secondo tempo Pellissier scompiglia la difesa rossazzurra e poi tocca dentro per Paloschi che salta Carrizo e deposita in rete (50’). A nulla serve il gol di Almiron (85’). Il Chievo sale a 42 punti, uno meno proprio del Catania.
Prezioso successo in rimonta del Siena a Bergamo: Atalanta battuta 2-1. Colantuono recupera Denis che però parte dalla panchina (entrerà al 63’), spazio a Gabbiadini e Tiribocchi in avanti. Sannino, privo di Brienza, dà fiducia a Larrondo e Destro. Vantaggio dei padroni di casa con Schelotto in spaccata da sottomisura su traversone di Peluso (9’). Consigli atterra Larrondo in posizione defilata, per Russo è rigore (ma nessuna sanzione disciplinare per il portiere), che lo stesso attaccante argentino trasforma per il pari senese (13’). Partita in equilibrio, rotto nei minuti di recupero da Destro che batte Consigli dopo un bel dribbling in area (92’). Il Siena a 39 scavalca proprio l’Atalanta, ferma a 37.
Divisione della posta tra Novara e Genoa: 1-1. Tesser manda Fontana tra i pali per l’infortunio di Ujkani, difesa a tre e centrocampo a cinque, con Caracciolo e Jeda di punta. Malesani torna e propone il suo 4-4-2 con Palacio e Gilardino coppia d’attacco. Grifone avanti con una girata di Palacio su assist di Moretti, Marco Rossi è sulla traiettoria in posizione regolare e involontariamente firma il vantaggio (7’). Pareggio di Mascara con un gran destro da appena fuori area (68’). Novara sempre penultimo con 25 punti, Genoa appena sopra la zona calda con 35 come il Parma (il Lecce terz’ultimo è a -4).
Pari senza reti tra Cesena e Bologna. Santana vertice alto del rombo con Del Nero e Rennella di punta per Beretta. Diamanti con Di Vario e Ramirez il dispositivo offensivo di Pioli. Partita senza forti emozioni, con Diamanti che cerca a più riprese il successo personale. Sempre ultimo il Cesena a 20 punti, Bologna a 37.