Entro il 2050 nel mondo ci saranno almeno 400 milioni di persone ultraottantenni, contro i 14 milioni del 1950, e l'80% vivrà nei Paesi a reddito medio-basso (100 milioni nella sola Cina) contrariamente a quanto avviene oggi. E' quanto emerge dal documento diffuso dall'Organizzazione mondiale della Sanità in occasione della Giornata mondiale della salute, dedicata quest'anno a ''invecchiamento e salute'', e nel quale si pone l'accento sulla necessità di dotarsi per tempo di strutture e sistemi assistenziali soprattutto in quei Paesi dov'e' previsto il maggior aumento di anziani, ovvero quelli a basso e medio reddito, che al momento si affida principalmente all'assistenza in famiglia.
Il progressivo invecchiamento della popolazione mondiale, avverte l'Oms, porrà sempre più problemi di assistenza sanitaria e con l'allungamento della vita il rischio che gli anni di buona salute diminuiscano - a causa dell'assenza di adeguate misure di prevenzione negli anni precedenti - e' molto probabile.
Secondo le previsioni demografiche, entro il 2050 la popolazione mondiale dovrebbe stabilizzarsi sugli 8-9 miliardi. E il numero degli over60 supererà quello dei bambini sotto i cinque anni: saranno due miliardi (attualmente sono 250 milioni). E proprio tra gli over60, si stima, avverrà l'80% di tutte le morti. Per l'Oms è quindi venuto il momento di agire e prepararsi e per questo ha messo a punto una serie di suggerimenti su strategie preventive a basso costo ma ad alta efficacia, come l'imposizione di tasse aggiuntive su alcolici e tabacco, il divieto di fumo nei locali pubblici e di lavoro, la riduzione del sale nei cibi, controlli sull'ipertensione (solo il 15% dei malati riceve oggi cure nei Paesi in via di sviluppo) e campagne di sensibilizzazione sulla corretta alimentazione e l'esercizio fisico.
Secondo l'Oms bisogna anche cambiare il modo di intendere la terza età, incoraggiando e facilitando la partecipazione degli anziani alla vita sociale.