A cent’anni dal naufragio


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Il Titanic diventa un museo hi-tech

Quattro prue d’acciaio che formano una stella titanic_museo_296

di Maurizio Iorio

Grazie al pluripremiato film di James Cameron, il Titanic si è trasformato da icona del progresso industriale del novecento a protagonista di una delle pellicole più viste e premiate di tutti i tempi. Che, peraltro, è di nuovo nelle sale in questi giorni in versione 3D. E non a caso, perché nella notte tra il 14 ed il 15 aprile ricorre il centenario del naufragio più celebre della storia, trasformatosi ben presto da tragedia in leggenda. Partito da Southampton il 31 marzo del 2012 e diretto a New York, il più grande transatlantico del mondo s’inabissò al largo delle coste di Terranova, nel Labrador, dopo aver urtato un iceberg. Morirono 1516 persone. Diverse centinaia, in maggioranza donne, riuscirono a salvarsi Tutti ormai conoscono la storia, sia vera che romanzata, pochi sanno però che la nave fu progettata, costruita e varata nei cantieri navali di Belfast, turbolenta capitale dell’Irlanda del Nord.

La nave simbolo di una città
La città si identificò totalmente con quel gioiello della tecnologia navale dell’epoca. Cattolici e protestanti, divisi da rancori secolari, si ritrovarono tutti insieme sul molo a salutare il varo della nave, accollandosi poi sulle proprie spalle la tragedia come una punizione piovuta dall’alto, per “eccesso di presunzione”. Così del Titanic, dopo un po’ di tempo, rimase solo un vago ricordo. A cent’anni di distanza da quella notte da tregenda, dopo la riesumazione cinematografica, è riesplosa la Titanic-mania. James Cameron, che ha già incassato 1 miliardo e 800 mila dollari con il film interpretato da Leonardo di Caprio e Kate Winslet, ripropone la pellicola in 3d, tanto per rimettere in cassa un po’ di moneta, una famosa casa d’aste di New York conta di incassare centinaia di milioni di dollari dalla vendita di oggetti e memorabilia recuperati dal relitto, una sezione del quale farà parte del lotto.

Anche Belfast monetizza il Titanic
Visto che il Titanic è diventato una gallina dalle uova d’oro, a Belfast si sono detti: “perché non partecipare anche noi alla festa?” Così nove anni fa è nata l’idea di costruire un museo, il “Titanic Belfast”, proprio nel bacino di carenaggio dei cantieri navali Harland and Wolff, dove fu realizzato il transatlantico. Il progetto è costato 120 milioni di euro, e la speranza è di farlo diventare un polo d’attrazione turistica, come il Guggenheim di Bilbao. Per pareggiare i conti ci vorranno 290.000 visitatori l’anno. Una scommessa, non impossibile da vincere.

Una stella d’acciao con quattro prue
L’edificio, progettato dall’architetto inglese Eric Kunne, ha la forma a stella del logo della White Star Line, la compagnia del Titanic. I quattro palazzi di sei piani che lo compongono, ricoperti da 3000 pannelli d’alluminio, ricordano una prua che fende le onde. All’interno 9 gallerie, distribuite su 14.000 mq., dove sono stati ricostruiti gli interni della nave, le lussuose cabine, i saloni, i ristoranti, la scalinata della prima classe resa famosa da Di Caprio e dalla Winslet, il ponte di comando. Si possono rileggere le carte processuali dell’epoca e guardare lo scafo appoggiato sui fondali ripreso dalle esplorazioni sottomarine, oltre, ovviamente, a filmati d’epoca e gallerie fotografiche.

Il Titanic Quarter
L’imponente struttura è il fiore all’occhiello del Titanic quarter di Belfast, perché il museo non è una cattedrale nel deserto, dato che è stato costruito al centro di un nuovo distretto finanziario e residenziale , situato sulla riva destra del fiume Lagan, poco prima che lo stesso si getti nell’Atlantico. Tutta la zona portuale di Belfast è oggetto di riqualificazione, per un costo stimato di 7 miliardi di sterline. Almeno sul Titanic, cattolici e protestanti si sono trovati d’accordo.