di Rita Piccolini
“Il rapporto con la legalità comincia a maturare tra i banchi di scuola”. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione Profumo, a Napoli per la firma del protocollo per il grande progetto per Pompei, che renderà attivo il coinvolgimento del mondo scolastico nel programma di recupero dell’area archeologica. “La cultura genera sviluppo- ha spiegato- e abbiamo bisogno di un contesto di regole e di legalità”.
E proprio sulle regole e la legalità che prende il via in questi giorni un’iniziativa promossa da PattiChiari e dalle associazioni dei consumatori dal titolo emblematico: “Mettiamo in Comune l’educazione finanziaria”. Lo scopo? Divulgare anche tra i più giovani, addirittura tra i bambini delle elementari e delle medie inferiori, un programma di cultura economica nato dalla collaborazione tra banche e Associazioni dei consumatori, nella convinzione che solo conoscendo a fondo i meccanismi del mondo economico e finanziario si possa uscire più rapidamente dalla crisi economica che ci attanaglia ormai dal 2008, e certi che molte forme di illegalità diffusa nascano dall’ignoranza, in senso letterale dalla non conoscenza di meccanismi sofisticati che possono a volte portare il cittadino ad assumere comportamenti illegali senza averne la piena consapevolezza.
Come ottimizzare il budget, familiare? Come scegliere il mutuo? Come utilizzare il credito senza rischiare il sovraindebitamento? Come risparmiare? Sono queste le domande più comuni che i cittadini si pongono e che sono solo apparentemente banali, perché è dalla corretta riposta e conseguente scelta in campo finanziario che può nascere la condizione di serenità nel futuro di un’intera famiglia. “Mettiamo in Comune l’educazione finanziaria nasce con questo scopo. Dare risposte giuste a quesiti comuni ma di primaria importanza. Il programma di incontri sul territorio è stato presentato durante la tavola rotonda “Educazione finanziaria e legalità: la società civile si confronta” che ha riunito rappresentanti del mondo della politica, delle istituzioni, della scuola, dei genitori, degli studenti, della terza età e dell’associazionismo per un confronto aperto a tutte le parti sociali.
Emerge dall’incontro una duplice preoccupazione. Per prima garantire la tutela del consumatore. A volte nelle stesse banche si può cadere vittime di errori gravi per una scarsa dimestichezza con il linguaggio criptico della finanza. In seconda battuta evitare che il cittadino poco informato cada nella trappola di pratiche illegali, e qui il pericolo scatta in oscure finanziarie, in alcuni centri di “Compro oro”, addirittura a contatto con privati poco raccomandabili. Il caso più diffuso e drammatico è quello del cittadino più fragile e sprovveduto che cade vittima dell’usura ad esempio, ma si verifica anche quando il cittadino diventa a sua volta protagonista dell’illegalità, convinto di scelte corrette che hanno invece all’origine dei meccanismi truffaldini. Il recente caso di cronaca relativo alla truffa del cosiddetto Madoff dei Parioli, ne è un esempio illuminante. Come si può pensare infatti di ottenere da un qualsiasi investimento finanziario un guadagno in percentuale molto più alto di quello che sarebbe possibile in una qualsiasi banca, senza domandarsi dove sia l’imbroglio? Eppure accade di continuo. E si rimane vittime di intrecci perversi, si perdono i risparmi a volte di una vita, ci si sente umiliati nel doversi giustificare per aver dimostrato un’ingenuità che rasenta la stupidità e quello che è più grave, si alimentano giri di “denaro sporco” e riciclaggio che vanno a ingrassare unicamente la criminalità organizzata.
Rafforzare la cultura della legalità diventa quindi un obiettivo imprescindibile. Come? Conoscendo il linguaggio e i meccanismi del mondo economico finanziario, che non va solo subito, ma cavalcato e se necessario domato. Del resto le indagini a livello europeo dimostrano che la nostra conoscenza delle regole della finanza in una scala fino a 10 si ferma a 4.3. Siamo meno informati e consapevoli degli altri cittadini europei. Nei prossimi sei o sette mesi l’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) realizzerà e renderà noti i dati di un’indagine sull’educazione finanziaria tra i quindicenni in ambito europeo. Gli adolescenti di oggi saranno i cittadini attivi di domani e dalla loro competenza finanziaria dipenderà la crescita della nostra economia nel futuro prossimo. Converrà che siano ben preparati. Chi li deve informare? Tutti: i giornali, le televisioni, la rete, ma soprattutto i genitori e la scuola. Del resto dalle esperienze che già sono state condotte in alcune regioni, la Calabria ad esempio, dove c’è un problema di illegalità forte legato alla criminalità organizzata, è emerso che i ragazzi delle medie superiori sono recettivi a discorsi di tipo economico se l’argomento non viene trattato in maniera arida, ma legato alle esperienze individuali e della vita di ogni giorno. C’è l’impegno del Ministero della Istruzione e dell’Università a estendere l’esperimento a tutte le regioni, soprattutto a quelle del Sud più svantaggiate proprio dal punto di vista economico. C’è ancora il dubbio se inserire una vera e propria materia nell’iter scolastico, o, come sostenuto da alcuni insegnanti, se fare in modo che il discorso sia trasversale alle varie discipline, coinvolgendo la Storia, l’Educazione civica, la Matematica, la Linguistica. Il come deve ancora essere deciso, ma è la convinzione di dovere affrontare il problema che conta. Conoscere per difendersi, conoscere per non delinquere.
In tal senso sono stati illuminanti gli interventi di due ufficiali della Guardia di Finanza: il colonnello Alberto Reda e il tenente colonnello De Luca. Il primo ha raccontato di come spesso esista in alcune comunità una subcultura secondo cui la legalità è un disvalore. E’ questo il nodo da sciogliere: stare dalla parte della legge è percepito come un disvalore. Le famiglie naturalmente alimentano e incoraggiano questo atteggiamento e lo fanno dilagare. Per questo, ricorda Reda, in Puglia e Basificata, secondo uno studio di Bankitalia, il Pil è ridotto del 20% a causa della pratica diffusa dell’illegalità. Non basta non essere criminali, ma ci sono comportamenti come quella del familismo, dei “favori” a amici e parenti, delle raccomandazioni, che determinano uno sviluppo “malato” della società. “Diciamolo ai giovani che lo Stato è una risorsa e non un ambito da piegare ai propri interessi” sostiene il colonnello nel suo intervento.
Il colonnello De Luca, del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria, spiega che la legalità va conosciuta e condivisa e per questo è fondamentale che la cosiddetta generazione euro, quella nata e cresciuta quando è entrata in vigore la moneta unica, sia educata alla legalità. Goethe scriveva: “Legalità è libertà”. Libertà di scegliere attività imprenditoriali, libertà sulle modalità di risparmio, tutela sull’acquisizione di prodotti non contraffatti, consapevolezza e condivisione.