di Juana San EmeterioGOOD AS YOU
di Mariano Lamberti, Italia 2011, commedia (Iris Film)
Enrico Silvestrin, Daniela Virgilio, Lucia Mascino, Elisa Di Eusanio, Diego Longobardi, Micol Azzurro, Luca Dorigo, Lorenzo Balducci.
Otto personaggi (quattro uomini e quattro donne), tutti più o meno consapevolmente gay, sono destinati ad incrociare le loro strade la notte di Capodanno.
In quella notte di festa gli otto protagonisti si incontreranno per festeggiare il primo dell’anno e durante quella notte, complice l'alcool e l’atmosfera romantica, si troveranno alle prese con confessioni inaspettate, segreti svelati, gelosie e colpi di testa che provocheranno vecchie e nuove passioni. Le conseguenze saranno il formarsi di quattro coppie che nei mesi successivi dovranno fare i conti con passioni, tradimenti, bugie e fughe che culmineranno in una trasgressiva festa in maschera. Dopo sarà tutto diverso. Ma la vita si sa è piena di sorprese e il finale ne riserva una inaspettata.
Il titolo “Good As You” (acronimo di Gay) è lo slogan del movimento omosessuale scandito durante le marce di protesta alla fine degli anni Sessanta. Il film, tratto dalla commedia omonima di Roberto Biondi, viene pubblicizzato come "la prima gay comedy italiana". Aldilà di questa dichiarazione forse eccessiva (basti pensare solo ai film di Ferzan Ozpetek), la pellicola cerca di parlare di un tema universale come l’amore tanto al pubblico omosessuale che a quello etero. La differenza, ha spiegato il regista Mariano Lamberti, è nel fare “un'opera in cui ci sono solo omosessuali e non il dramma di uno di loro in un contesto eterosessuale. Non gli stereotipi di sempre che si vedono al cinema quando si parla di omosessualità”. Il tentativo è certamente importante, specie nel nostro Paese, ma il film purtroppo non è all’altezza delle aspettative, soprattutto nel delineare i personaggi anche se gli attori (Enrico Silvestrin, Lorenzo Balducci, Diego Longobardi, Luca Dorigo, Daniela Virgilio, Elisa Di Eusanio, Lucia Mascino, Micol Azzurro) sono tutti credibili. Il racconto resta superficiale e l’impressione, contrariamente a quanto dichiarato, è più vicina ad un susseguirsi di stereotipi. La comicità è espressa più negli eccessi che nell’ironia e di allegria ne troviamo davvero poca. Comunque onore al tentativo.