I film del week end


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Ghost Rider: spirito di vendetta

di Sandro Calice

di Mark Neveldine e Brian Taylor, Usa 2012, fantastico (Medusa)
Nicolas Cage, Violante Placido, Johnny Whitworth, Ciarán Hinds, Idris Elba, Fergus Riordan, Christopher Lambert, Spencer Wilding, Sorin Tofan, Jacek Koman
.

Alla Marvel Comics devono avercela parecchio con i personaggi cosiddetti minori, se continuano a consentire che vengano trattati in questo modo.

Alcuni anni dopo il patto con Diavolo che l’ha trasformato nel Ghost Rider, ricettacolo umano dell’angelo caduto Zarathos, un tempo spirito della giustizia, ora spirito della vendetta, Johnny Blaze vive nascosto e isolato in Romania per cercare di tenere a freno la sua maledizione. Ogni volta infatti che si trasforma nel Rider, è costretto a prendere le anime dei peccatori, e nessuno è senza peccato. Ma Moreau, un monaco ubriacone che è anche un potente guerriero, lo trova e lo convince ad aiutarlo nella ricerca di Danny, un ragazzino sul quale il Diavolo non deve assolutamente mettere le mani. C’è poco tempo, e Mefisotfele ha già fatto le sue mosse. La vita di Danny, e forse il destino degli uomini, sono nelle mani del Rider.

Il secondo film su Ghost Rider (il primo è del 2007) è stato affidato ai registi Neveldine e Taylor (“Crank”, “Gamer”) e agli sceneggiatori Gimple e Hoffman (la serie tv “Flash Forward”), oltre che al regista e scrittore Goyer (“Batman begins” e il prossimo “Superman: Man of Steel”, entrambi diretti da Christopher Nolan), il quale evidentemente, visti i buoni trascorsi, non avrà avuto molta voce in capitolo. Si, perché “Ghost Rider: spirito di vendetta” è un film scritto veramente male. La Marvel Comics negli ultimi anni l’ha inserito nella collana “Marvel Knights”, insieme a personaggi come Devil e il Punitore, fumetti cupi e metropolitani rivolti a un pubblico più adulto. Ma di questa “filosofia” qui non c’è traccia. C’è un eccesso di effetti speciali (e un 3D quasi inutile) quasi tutti concentrati sulle fiamme del teschio e del corpo di Ghost, ci sono scene d’azione ben fatte e rumorose, ma non c’è altro, mancando drammaticamente il collante di una storia sceneggiata a regola d’arte, o quanto meno che non dia l’impressione di puntare esclusivamente a un presunto pubblico di adolescenti decerebrati. Un peccato, perché il personaggio si presta a letture dark che si mangerebbero, ad esempio, i diafani vampiri tanto di moda oggi. Si, alla Marvel sono decisamente distratti con i loro figli minori.

s.calice@rai.it

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