Medicina


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Olio, caffè, vino, noci: gli 'allenatori' del cervello

La dieta mediterranea salva la memoria. Riduce il rischio di deficit cognitivi e Alzheimer d

di Maurizio Righetti

C’è solo un ingrediente non propriamente mediterraneo nel “cocktail” consigliato per salvare la memoria: il caffè. Ma c’è qualcuno che ormai considera questo prodotto – comunque per buona parte italiano nel processo che lo porta in tavola o sul banco del bar (dalla torrefazione, alla miscelazione, alla macchina, alla preparazione) – non mediterraneo? Una bella insalata condita con olio extravergine d'oliva, un po' di vino rosso, qualche noce o nocciola e proprio un bel caffè: è infatti questa la ricetta, tutta da “mare nostrum”, per avere un cervello sempre giovane e in forma, stando ai risultati di uno studio spagnolo su anziani ad alto rischio cardiovascolare. La dieta mediterranea, e soprattutto alcuni alimenti che la caratterizzano, sono in grado di ridurre il rischio di deficit cognitivi e Alzheimer, migliorando memoria e capacità cerebrali.

Polifenoli, preziosi alleati contro l’invecchiamento
Una verità, già abbastanza nota, è ora sottolineata dai geriatri della Società italiana di gerontologia e geriatria (Sigg), secondo cui gli antiossidanti, e soprattutto i polifenoli, contenuti in olio, vino, caffè e noci sono gli alleati più preziosi per mantenere il cervello sano molto a lungo. Grazie a una prevenzione basata sulla dieta, spiegano gli esperti, si potrebbero ridurre gli enormi costi correlati all'Alzheimer, che nel nostro Paese riguarda oltre il 3.5% della popolazione con un numero di circa 500 mila casi attesi all’anno, che comportano una spesa annua di oltre 30 miliardi di euro fra costi sociali e sanitari.

Lo studio spagnolo Predimed
Lo studio PREDIMED (PREvenzione con DIeta MEDiterranea), appena pubblicato sul Journal Alzheimer Deseases, è stato condotto da ricercatori spagnoli dell'università di Barcellona su circa 450 uomini e donne fra i 55 e gli 80 anni, tutti ad alto rischio cardiovascolare. I medici hanno valutato il profilo del genotipo di apolipoproteina E’ una proteina che trasporta il colesterolo e che spesso si associa a un maggior rischio di Alzheimer; quindi hanno indagato il tipo di alimenti consumati, il livello di polifenoli nelle urine e i risultati ottenuti in test neuropsicologici di valutazione della memoria e delle capacità cognitive.

Giuseppe Paolisso: “La dieta mediterranea può ridurre il rischio Alzheimer”
“Alcuni cibi sono risultati associati a una migliore funzionalità cognitiva – spiega Giuseppe Paolisso, presidente Sigg –. Un paio di cucchiai di olio di oliva al giorno migliorano la memoria verbale e quella a lungo termine; due/tre tazzine di caffè al giorno si associano a un incremento della capacità di immagazzinare ricordi nel lungo periodo; un pugno di noci, nocciole o altra frutta secca migliorano la memoria di lavoro, mentre il consumo di una modica quantità di vino rosso al giorno è correlato a punteggi migliori ottenuti nel test chiamato Mini-Mental State Examination, molto attendibile nel determinare il grado di un eventuale deficit cognitivo e la progressione in condizioni di demenza. Da tutti questi dati si stima che una dieta mediterranea ricca di questi alimenti possa ridurre il rischio di andare incontro a deficit cognitivo e ad Alzheimer, in gran parte per merito degli effetti antiossidanti dei polifenoli contenuti in olio, caffè, vino e frutta secca”.

Cereali, legumi, frutta e verdura, possono combattere il deficit cognitivo
È noto che i processi di ossidazione cellulare giocano un ruolo rilevante nel declino cognitivo correlato all'età: cibi ricchi di antiossidanti possono perciò prevenire o almeno ridurre il deterioramento legato all'invecchiamento. “Il modello alimentare mediterraneo, che prevede un largo consumo di cereali, legumi, frutta e verdura, fornisce grandi quantità di composti antiossidanti e da tempo viene considerato prezioso per ridurre il rischio di deficit cognitivo – chiarisce Paolisso –. Questi dati confermano che è proprio così e indicano che, probabilmente, seguendo una corretta dieta mediterranea che preveda un introito giornaliero di circa 1500 calorie nel paziente anziano, potremmo ridurre l'incidenza di declino cognitivo e demenza negli anziani, diminuendo anche le enormi spese che gravano sul Sistema Sanitario per la cura e l'assistenza di questi soggetti. Se riuscissimo a prevenire anche una piccola percentuale di casi potremmo realizzare grossi risparmi economici, oltre che ridurre le sofferenze dei malati e delle loro famiglie”.