Medicina


Stampa

Cuore, anche i magri rischiano

Il 25 per cento degli adulti senza problemi di peso ha il colesterolo v

di Maurizio Righetti

Solo chi ha problemi con la bilancia corre il rischio di gravi malattie o di indesiderati eventi a carico del cuore? Sono in molti ad avere questa convinzione. Profondamente sbagliata e decisamente pericolosa. In realtà, il 25 per cento degli italiani adulti senza problemi di peso è “grasso dentro” e ha accumulato significativi e preoccupanti depositi di grassi nel fegato, nelle arterie e intorno al cuore: si tratta di oltre sei milioni di italiani che, senza saperlo, hanno un rischio doppio di andare incontro a malattie cardiovascolari e una probabilità di sviluppare il diabete da quattro a cinque volte più alta rispetto a chi è normopeso per davvero, dentro e fuori. A fugare le illusioni di quanti credono di essere a riparo perché non sono afflitti dai “chili di troppo” sono i massimi esperti italiani riuniti a Napoli per il Congresso nazionale della Società italiana per la Prevenzione Cardiovascolare (Siprec), che attribuiscono la colpa agli stili di vita sbagliati e soprattutto della sedentarietà ormai epidemica.

Bruno Trimarco: “Anche i magri devono svolgere attività fisica”
“Un italiano su tre non fa alcuna attività fisica, il 37 per cento, pur muovendosi, non arriva comunque ai 30 minuti al giorno cinque volte alla settimana raccomandati dai medici” – spiega Bruno Trimarco, presidente Siprec e Ordinario di Cardiologia all’Università Federico II di Napoli. ”Soprattutto - aggiunge - le persone magre credono che l’unico beneficio dell’attività fisica sia la perdita di peso. Ma non è così: le persone in forma hanno bisogno di fare movimento come le altre per stare bene e tenere sotto controllo il colesterolo”.

Giorgio Sesti: “Tenere sempre sotto controllo colesterolo ed insulina”
Per accorgersi se si è “grassi dentro”, i cardiologi consigliano di fare semplici analisi del sangue. “Se i valori di trigliceridi e glicemia sono magari nella norma, ma verso il limite superiore, e se il colesterolo buono HDL tende ad essere basso, allora si può sospettare un accumulo di grassi nelle arterie e altrove, dentro l'organismo: il colesterolo HDL è infatti quello che ‘pulisce’ i vasi dal colesterolo cattivo, portandolo verso il fegato: se cala molto è indice che la bilancia si sta spostando verso l'accumulo dei grassi piuttosto che verso la loro eliminazione – spiega Giorgio Sesti, Ordinario di Medicina Interna all’Università Magna Graecia di Catanzaro –. Un ulteriore esame utile è il dosaggio dell'insulina circolante, attraverso cui si può stabilire se c'è insulino-resistenza e quindi un forte pericolo di ammalarsi di diabete. Una conferma dell'accumulo di grassi a livello viscerale inoltre può arrivare da un'ecografia epatica, esame veloce, semplice e indolore che dimostra facilmente un'eventuale presenza di grassi nel fegato”.

Donne e uomini possono essere “metabolicamente obesi”
Sia donne che uomini sono a rischio di essere metabolicamente obesi: queste persone hanno un metabolismo molto simile a quello degli obesi e si ritrovano perciò con i valori dei fattori di rischio sballati tanto quanto i pazienti con molti chili di troppo ed evidenti difficoltà nel metabolismo dei grassi. La probabilità di essere normopeso, ma metabolicamente obesi, cresce con l'età e anche con il livello di sedentarietà, mentre non sembra esistere una condizione genetica predisponente. Molto pericoloso pare l'accumulo di grasso sul fegato, organo chiave nel metabolismo: “Il fegato smaltisce i grassi e produce metaboliti ‘buoni’, che aiutano a ripulire l'organismo dal colesterolo, ma, in condizioni di sovraccarico, come la steatosi epatica, produce fattori infiammatori che hanno effetti negativi sull’organismo - chiarisce Sesti -. Se nel fegato si accumula il grasso, il bilancio si sposta verso una riduzione dei fattori ‘buoni’ e un aumento di quelli ‘cattivi’, con effetti diretti sull'aumento del rischio cardiovascolare. Il grasso depositato nelle arterie invece provoca l'aterosclerosi, mentre quello attorno al cuore non ha di per sé un'azione negativa sull'organo, è però un campanello d'allarme molto forte dell'accumulo del grasso viscerale tanto pericoloso per la salute. Queste persone hanno infatti il metabolismo di un soggetto obeso e ne condividono gli stessi rischi in termini di probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari e diabete”.

Consigli classici per “dimagrire dentro”
Come dimagrire “dentro”, allora? “Il primo passo è iniziare a svolgere regolarmente esercizio fisico: l'attività aerobica (corsa leggera, passeggiata in bicicletta, nuoto) brucia per primo proprio il grasso viscerale e il fegato si disintossica velocemente – consiglia Trimarco –. Anche chi ha solo un po’ di pancetta, o comunque il girovita non superiore ai 102 centimetri nell'uomo e gli 88 nella donna, limiti oltre cui la presenza di un problema è certa, dovrebbe praticare almeno tre-quattro volte alla settimana attività aerobica per non accumulare grasso viscerale e smaltire quello in eccesso. Infine, occorre ovviamente una dieta attenta al consumo di grassi, non necessariamente ipocalorica visto che stiamo parlando di persone senza problemi di sovrappeso: ridurre l'introito di colesterolo e di grassi, soprattutto saturi, è di grande aiuto per diminuire l'accumulo di grasso su fegato, vasi e cuore”, conclude Trimarco.