di Francesco Chyurlia
La crisi economico-finanziaria ha fatto affiorare i limiti del sistema economico mondiale. Come nel gioco del domino, le tessere legate tra loro, cadono una ad una in quella sorta di reazione a catena che è il fondamento della globalizzazione. La crisi iniziata nel 2008, per colpa di un sistema bancario statunitense poco accorto nell’erogare mutui ad un mercato immobiliare virtuale, si è propagata senza soluzione di continuità da un continente all’altro, trasformandosi in una crisi finanziaria dominata dalla speculazione. Il sistema ha mostrato la corda anche nelle sue strutture portanti: il Fondo Monetario Internazionale, la Banca mondiale, ma anche il sistema monetario europeo ( governato dalla Banca centrale europea) che manca di strumenti e autorevolezza perché non incernierato in un unico stato sovrano. Nasce quindi la necessità di riformare il sistema finanziario e monetario internazionale per far uscire l’economia dal loop della crisi.
“Il problema –dice a Televideo il Segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Mons. Mario Toso- non è quello della globalizzazione, per la quale poco possiamo fare essendo un evento storico, ma quello della gestione della globalizzazione in senso umanistico o antiumanistico”.
La crisi ha infatti evidenziato la non centralità dell’elemento umano nel sistema economico…
“Sì è vero, il capitalismo speculativo e deregolato non pone grande attenzione all’economia reale, alle imprese, ai lavoratori, alle famiglie e alle società. Il sistema creditizio, invece di fornire ‘il latte’, come diceva Michael Novak, alle imprese, si mette a centellinare questo flusso di risorse alle imprese”.
Eppure nel sistema globale di Novak,che lei ha citato, il ruolo delle banche dovrebbe essere sinergico con quello delle imprese.
“Paradossalmente siamo di fronte a un capitalismo più retrivo di quello dell’800 che per lo meno prendeva in considerazione lavoratori e imprese, non fosse altro per sfruttarli. Attualmente invece il capitalismo deregolato e cinico non prende in considerazione l’uomo, ed è questo un elemento di forte distorsione. Non è al servizio della società, ma solo di se stesso”.
Questa è l’analisi, condivisa da molti. Ma la proposta quale può essere?
“La ricetta è che vi siano delle regole internazionali condivise, gestite dalle autorità preposte a farlo. Il Pontificio Consiglio suggerisce la creazione di una vera autorità politica mondiale, così come ha affermato Benedetto XVI. Solo un simile organismo potrebbe emanare leggi valevoli per tutti e controllate nella loro applicazione. E poi propone la riforma di alcune istituzioni come la Banca Mondiale e il Fondo Monetario, ma anche il G8 e il G20”.
Perché, secondo lei, dovrebbero essere riformate?
“Perché diventino espressione democratica degli Stati e abbiano una maggiore rappresentatività. Bisogna che si crei una distinzione tra le banche commerciali e quelle di investimento. Ci vuole una distinzione netta tra economia produttiva ed economia speculativa. Finché ci saranno le banche dell’economia speculativa, queste rappresenteranno un mercato ombra, senza nessun controllo, mantenendo in piedi un elemento di destabilizzazione dell’economia reale e delle banche commerciali”.
Quando lei parla di autorità mondiale, intende l’Onu?
“L’Organizzazione mondiale delle Nazioni Unite dovrebbe diventare un’autorità politica, così come già dove essere nel suo disegno originario. Non un super potere oligarchico che orienti tutti gli Stati ma un’autorità limitata dal diritto e organizzata sul principio della rappresentanza, della sussidiarietà e della delocalizzazione”.
Rendere centrale l’Onu è sufficiente?
“No, non solo l’Onu ma riformare anche la Banca Mondiale in modo più rappresentativo nel suo board e che eroghi prestiti in modo diverso, non solo in modo utilitaristico per i Paesi più potenti. Ad esempio, sappiamo di situazioni in cui verrebbero concessi prestiti a Paesi dell’Africa se questi liberalizzassero l’acqua”.
Che ruolo potrebbe avere l’Europa in questo contesto?
“Intanto prima riesce ad unificarsi nel sistema monetario e finanziario e meglio è. Anche la Banca centrale europea può rafforzarsi se c’è una comunità alle spalle maggiormente unita e coordinata. La Bce deve diventare una vera banca, con un fondo Salva Stati più ampio che serva da supporto reale all’economia europea”.
C’è chi pensa che l’euro sia la causa di tutti i mali…
“Non si può pensare che la moneta europea, opera incompiuta, sia la causa di tutti i mali. Anzi si può dire che essendo opera incompiuta attira a sé i mali che provengono da più parti. Credo che essendo una moneta più debole debba essere riveduta e rafforzata”.