Viventi e fissi, monumentali e in miniatura, artistici o casalinghi, tradizionali od originali, in materiali classici o d’avanguardia. Sono solo alcune delle mille possibili classificazioni dei presepi. Ovunque in Italia ne esistono di ogni tipo e semmai una distinzione geografica la si può azzardare in base ai prodotti prevalentemente usati per la realizzazione. Così il presepe genovese si fa con pastori in legno, quello pugliese utilizza la carta pesta per le finiture; in Sicilia vengono lavorati diversi materiali come corallo, madreperla ed alabastro e si aggiungono prodotti tipici come rami d'arancio e di mandarino; la caratteristica di Napoli sono i pastori in terracotta.
A Roma, la mostra "100 Presepi" a Piazza del Popolo
Quest'anno la mostra, arrivata alla 34esima edizione, raccoglie oltre 160 i presepi, italiani ed esteri e unidici antiche icone inviate dall'Accademia di Romania tra le quali alcune antiche come quelle provenienti dalla Russia, dall'Ucraina e dalla Moldavia risalenti alla fine del '700 e dell'800 o del secolo scorso, dalla Transilvania, dipinte su vetro e su tavola. Anche in questa edizione numerose le opere presepiali estere con una presenza consistente, colorata ed esuberante, dei Paesi del Centro e Sud America ma anche del Medio ed Estremo Oriente rappresentate dall'Iraq, con l'artista Ali Al Jabiri gia' presente l'anno scorso, dalla Turchia alle Filippine, alla Thailandia e all'India. Particolare e' il presepe degli Stati Uniti con una nativita' in porcellana stilizzata mentre tra gli africani quello dell'etnia Masai spicca per originalita'.
Numerosi i presepi arrivati dai Paesi dell'Est Europa con la Croazia in testa e la Repubblica slovacca che si caratterizza con i nove mini presepi dell'artista Jozef Praznovsky che nelle sue composizioni usa materiali davvero inusuali come corazze di tartaruga, aghi d'istrice, lische di pesce e unghie di maiale.
Ben 94 presepi provengono da 12 regioni italiane ognuno con i caratteri distintivi dei luoghi di origine. Due arrivano dall'Aquila, uno di loro riporta scritto il nome di ogni paese distrutto dal terremoto, come a voler ricordare nella preghiera il futuro di ognuno, l'altro invece rappresenta una tendopoli. Nell'ambito della mostra, inoltre, si svolgera' il Laboratorio 'Il Presepe come Gioco', dedicato ai bambini dai 4 agli 11 anni che potranno imparare a costruire personaggi del presepe, guidati dal personale specializzato che collabora con l'organizzazione della mostra.
A Teano, “Nonsolopastori”
A Teano, dal 7 dicembre al 7 gennaio, c’è “Fare arte, i mestieri e le tecniche: Nonsolopastori”. La manifestazione, giunta nel 2009 alla sua IX edizione, si svolgerà in diversi luoghi del centro storico: ex Chiesa barocca della SS. Annunziata, corso Vittorio Emanuele II, piazza Umberto I, piazza della Vittoria. Le botteghe, con vetrine ampiamente allestite, mostreranno, nella loro piena fase operativa, alcuni artigiani mentre producono oggetti legati alle tradizioni della zona. In alcune chiese della città e dei borghi gruppi di fedeli ricreeranno, nelle forme più svariate, la magia del presepi.
Sarà riproposto il più grande presepe meccanico della Campania, con circa 120 pastori in movimento, arricchito anche quest’anno di nuovi quadri e di nuovi scorci della città, e saranno aperte mostre di artigianato ceramico locale. Si terranno anche delle lezioni di maestri presepisti sulla creazione di pastori artistici.
Campo Ligure: in arrivo il presepe meccanizzato
Campo Ligure propone anche quest’anno lo storico presepe meccanizzato nell’oratorio dei santi Sebastiano e Rocco. Nato alla fine dell’800 sul modello dei classici presepi genovesi, ricchi delle statue delle scuole del Maragliano, del Parodi e del Pittaluga, il primo presepe venne allestito senza movimenti. Fu Gio Batta Macciò (Crispi), falegname e intagliatore, che nel 1910 inserì nel presepe le prime statuette in movimento, ispirandosi, probabilmente, al presepe movibile del vicino santuario di Nostra Signora dell’Acquasanta, appena sopra l’abitato genovese di Voltri.
La forza motrice derivava, al tempo, da una ruota fatta girare con una manovella da volenterosi ragazzini. Le figure in movimento erano collegate mediante cinghie ad un unico asse di legno lungo circa quattro metri.
Nel 1915 il presepe venne elettrificato ed ulteriormente ampliato. Da allora, nonostante le interruzioni dovute alle due guerre mondiali, ogni anno il presepe viene pazientemente allestito ed arricchito da sempre nuovi movimenti.
Negli anni ’30 del 900 e nel secondo dopoguerra il presepe venne allestito anche a Genova ed ebbe una grande affluenza di pubblico accorso per vedere la novità dei movimenti.
Dal 1980, grazie all’associazione “amici del presepe”, il presepe meccanizzato si ampliò e vennero sensibilmente accresciuto il numero delle statue in movimento, all’interno di un apparato scenografico sempre più complesso e di grande effetto, grazie anche alla collaborazione di professionisti (la prof Carla Macciò e il pittore e ceramista De Vignola).
Oltre che al movimento dato dagli ingegnosi apparecchi elettro-meccanici, è di notevole interesse il rigore filologico mantenuto nella ricostruzione di scene di vita agreste, del lavoro contadino e degli antichi mestieri.
Vengono riprodotte, in particolare, le attività che sostennero l’economia della Valle Stura della seconda metà dell’800 a tutto il ‘900: le ferriere, le fucine, lo sfruttamento del legname dei boschi valligiani.
Ambienti, tecniche e strumenti, persino l’abbigliamento dei personaggi, vengono rappresentati con estrema cura del dettaglio.
E non poteva mancare il laboratorio della filigrana, arte orafa conosciuta in tutto il mondo ed ormai da più di 100 anni tradizionale attività campese.
Il mondo animato che circonda la Natività si estende su un palco di oltre 70 metri quadrati. Giochi d’acqua e di luce, fondali dipinti e altri effetti scenografici offrono uno straordinario spettacolo.
Milano: "La Natività" di Lorenzo Lotto
Per il 7° anno consecutivo, il Museo Diocesano di Milano propone, in collaborazione con Bipiemme gestioni, l’esposizione di un’opera di particolare valore, “prestata” per l’occasione da altri musei. L’iniziativa si chiama “Un capolavoro per Milano” e negli anni passati ha riscosso un notevole successo di pubblico, con oltre 230.000 visitatori. Questa volta, dal 24 novembre al 17 gennaio 2010, il Museo di Porta Ticinese ospiterà “La Natività” di Lorenzo Lotto, proveniente dalla Civica Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia.
L’opera, dopo la restaurazione effettuata nel 2004, ha rivelato la firma dell’artista e la data di realizzazione, il 1530, e si conferma quale quadro di riferimento del “genio inquieto del Rinascimento”, realizzata durante il suo secondo soggiorno veneziano. Concepita probabilmente per arredare le pareti di un palazzo privato, l’opera , che raffigura uno scorcio della capanna di Betlemme, racchiude in sé la massima espressione dell’intima religiosità coniugata con l’umanità quotidiana.
La Madonna, San Giuseppe, due pastori (probabilmente i committenti del dipinto) e due angeli circondano con adorazione e tenerezza un Gesù Bambino in fasce che gioca col muso di un agnello bianco, dono dei pastori. Maria, mamma premurosa, è china sul suo piccolo, mentre uno degli angeli guarda verso l’osservatore, richiamandone l’attenzione e quasi invitandolo e suggerendogli un atteggiamento devozionale nei confronti del piccolo nato.
Il recente restauro ha anche rivelato gli originari cromatismi e i giochi di luci e ombre, i toni originali, morbidi e ben amalgamati, che vanno dal blu al rosa, dal giallo al rosso, per un’immagine di assoluta dolcezza e armonia. Il Museo Diocesano, nelle precedenti edizioni dell'iniziativa, aveva ospitato nel 2002 “Ecce Homo” di Antonello da Messina (in prestito dal Collegio Alberoni di Piacenza), nel 2003 l'"Annunciazione" di Domenico Beccafumi (proveniente dalla chiesa di San Martino e Santa Vittoria di Sarteano - Siena), nel 2004 “la Cattura di Cristo" del Caravaggio (proveniente dalla National Gallery of Ireland di Dublino), nel 2006 la “Sacra Famiglia con Sant'Elisabetta e San Giovannino” di Andrea Mantegna (prestata dal Kimbell Art Museum di Fort Worth in Texas), nel 2007 “L’Annunciata” di Antonello da Messina (custodita nella Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis a Palermo), e nel 2008 “Giuditta” del Botticelli (proveniente dagli Uffizi di Firenze).
Sono previsti laboratori didattici per ragazzi e visite guidate per adulti.
Massa Martana ospita la Mostra nazionale del presepe artistico
Lungo il tracciato della antica Via Flaminia, adagiato sulle pendici dei Monti Martani, il borgo medievale umbro di Massa Martana propone “Presepi d’Italia”, mostra nazionale del presepe artistico. In programma dalla notte di Natale al giorno dell'Epifania, offre nell’edizione di quest’anno il più grande presepe di cartapesta d’Italia, opera di Francesco Invidia, il più autorevole maestro della cartapesta leccese. Undici statue alte due metri campeggeranno nella chiesa di San Sebastiano e i visitatori potranno camminarci dentro e, dicono gli organizzatori, “sentirsi come quegli uomini di buona volontà che 2000 anni fa corsero alla grotta di Betlemme per adorare Gesù Bambino”.Poco distante da quest’opera monumentale ci sarà il più grande presepe di ghiaccio d'Italia, che occupa un’area di 20 mq, con la capanna, le palme alte oltre 2 metri, i personaggi che “sembrano di cristallo e brillano come se fossero illuminati da un milione di luci”. Completano la rassegna di Massa Martana oltre 150 presepi napoletani, palestinesi e popolari provenienti da tutte le regioni d'Italia e più di 60 presepi dei bambini delle scuole umbre.
Il presepe spagnolo, più attenzione alla storia
Gli scambi e i traffici che si attuarono tra Napoli e la Spagna all'epoca della dominazione borbonica influenzarono la tradizione della costruzione del presepe durante il periodo natalizio nel paese iberico. Il presepe si diffuse maggiormente nella regione della Catalogna, grazie anche alla passione di Ramon Amadeu (1745-1821), il più famoso scultore dell'epoca che si dilettava nella costruzione dei pastori in creta. La prima associazione di appassionati del presepe nacque proprio in Spagna intorno al 1860, anche se ebbe vita breve. Sorse poi la più importante “ Asociaçion de Presebristas”, che dal 1921 influenzò anche le successive scuole. Tra i vari appassionati, si distaccarono alcuni abili artigiani che diedero vita alla “scuola del gesso catalana” e stravolsero l'idea del presepe allora in voga. Nacque il cosiddetto presepe “storico”, quello che più riproduce fedelmente paesaggi, costumi e costruzioni della Palestina ai tempi della nascita di Gesù.
Il presepe francese nasce in Provenza
La tradizione vuole che la nascita del presepe provenzale sia intorno al 1200. In Provenza e in Linguadoca si costruivano rappresentazioni di scene di vita religiosa. Alcuni studiosi ritengono addirittura che il presepe nacque proprio in Francia e che San Francesco d'Assisi non fece altro che copiarlo, magari con qualche variante. Il presepe provenzale sarà poi comunque influenzato dai tratti del barocco italiano e non si svilupperà che intorno al Settecento. Per ricreare i pastori si utilizzavano manichini lignei con mani, teste e piedi in terracotta o cera, altro segno dell’influenza italiana. La Rivoluzione Francese spezzò la tradizione del presepe, che riaffiorò prepotentemente ai tempi del concordato tra Pio VII e Napoleone Bonaparte. Il presepe entrò nelle case più umili anche grazie all'azione del figurinaio Jean Louis Lagnel, che produceva, in stampi, pastori di argilla a basso costo.
Il presepe nei paesi di lingua tedesca
La leggenda vuole che nel Duomo di Colonia, in Germania, si trovino le spoglie dei Re Magi, qui trasportate da Costantinopoli dall'imperatrice Elena. E dunque la tradizione del presepe nei paesi di lingua tedesca è molto sentita. A Monaco, Augusta, Norimberga e altre città si allestiscono nelle piazze dei veri e propri mercati di Gesù Bambino. Vi si vendono pastori e presepi veri e propri, oltre a dolciumi e decorazioni tipicamente natalizi.
L’Est europeo
Quattro le principali tradizioni. In Ungheria il presepe, o Betlemme, si costruisce in un cassa a forma di chiesa o stalla e che sia trasportabile a mano. I personaggi sono fatti di legno o carta o tutt'al più di ovatta e davanti alla rappresentazione arde costantemente una candela votiva. Il presepe russo è costruito su due piani: sul lato superiore vengono riprodotti i classici episodi della nascita del Cristo in una grotta; sul lato inferiore, vengono riprodotte scene umoristiche di vita quotidiana e popolare. In Polonia, tradizione vuole che il presepe abbia forma di una cattedrale ricoperta di carta stagnola colorata. Si compone di tre parti: una superiore, dove gli angeli annunciano la nascita del bambino Gesù; in quella centrale viene raffigurata la grotta con il bue e l'asinello; in quella inferiore ci sono contadini polacchi insieme ai Re Magi. In Slovenia, in ogni casa contadina si costruisce un presepio che adornerà un lato della casa, definito per questo “sacro”.
Il resto del mondo
Il folklore prevale nei paesi dell'America Latina. Si dà risalto al sole splendente e all'azzurro dei cieli perché il Natale cade d’estate. La pratica si diffuse con l'evangelizzazione da parte dei religiosi portoghesi, spagnoli e francesi. In Africa i primi presepi erano fatti di gesso e furono portati dai missionari. Col passare del tempo, si sono arricchiti di scenografie e materiali locali. In Oriente il presepe si affermò soprattutto nelle varie oasi cristiane. Sembra che Akbar, imperatore delle Indie (1556-1605), nonostante non si convertì al Cristianesimo, provò sempre grande simpatia per questa arte che lasciò diffondere nel suo vasto territorio.