Musica in tour


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James Taylor, un anziano gentiluomo

Quindici concerti dal 6 al 31 marzo t

di Maurizio Iorio

James Taylor ha l’aspetto classico del gentiluomo inglese: alto, dinoccolato, movenze nobili e modi garbati. Non a caso viene da Boston, la più inglese delle città americane. Nonostante l’ascendenza borghese, Taylor è un vero radical-chic, uno di quelli che Rick Santorum, uno degli aspiranti repubblicani alla presidenza Usa, bollerebbe come “bolscevico” e metterebbe al rogo senza neanche uno straccio di processo. Da buon radical-chic, Taylor è un convinto sostenitore di Barack Obama, a favore del quale si è impegnato pubblicamente.

Quarantaquattro anni di carriera
Non bastano le dita delle mani e neanche quelle dei piedi per contare i Grammy (5), i dischi d’oro (40) ed i riconoscimenti che il cantautore ha collezionato nella sua ultraquarantennale carriera. L’ultimo, per dovere di cronaca, è stato l’inserimento fra i primi 100 migliori artisti musicali di tutti i tempi da parte della rivista Rolling Stone, la Bibbia del rock a stelle e strisce. James Taylor arriva in Italia per un tour di ben 15 date, che lo scarrozzerà in lungo ed in largo per lo Stivale. Nella conferenza stampa di presentazione il 64enne songwriter, autore di brani memorabili come “You’ve got a friend” e “You close your eyes” , parla con estrema modestia del mestiere di cantautore (dei quali viene considerato, a ragione, uno dei padri), dell’Italia, della sua fede in Obama.

Il suo stile chitarristico è considerato il manuale d’istruzioni della chitarra folk, i corsi di chitarra online che tiene sul suo sito sono puro vangelo. E' cosciente di costituire un faro per chiunque imbracci una chitarra?
“Negli anni ’70 tutti mi consideravano l’inventore di un nuovo stile, ma io credo semplicemente di aver rielaborato quei suoni del passato che conoscevo, specialmente nel folk. In pratica, la continuità musicale viene garantita dal fatto che tutti ricicliamo idee espresse da altri, anche se c’è sempre qualcuno più originale e innovativo degli altri. Si potrebbe dire che non c’è nulla di nuovo sotto al sole”.

Come le è venuta l’idea di insegnare chitarra online?
“Perché ho scoperto che il mio stile veniva insegnato anche da altri, e allora ho pensato che poteva essere utile spiegarlo in modo semplice ed accessibile. Posso dare una mano a chi è interessato a suonare la chitarra. Anche per me è un’esperienza nuova, ho messo online 4 lezioni, e conto di farlo per altri due anni. Il mio stile è molto utilitaristico, serve per esprimere le mie idee musicali e per accompagnare la voce”.

Dopo tanti anni di lavoro cosa la spinge a salire ancora su un palco?
“Per un artista è importante il contatto con il pubblico. Personalmente mi stimola molto, mi intriga e mi dà energia. Inoltre mi consente di conoscere paesi nuovi e gente sconosciuta. Scoprire che molti conoscono a memoria le mie canzoni mi inorgoglisce molto. E comunque è quello che faccio per vivere”.

L’Italia, “come a casa”
In Italia ha sempre avuto un grande seguito. Che rapporto ha con il pubblico italiano?
“L’Italia è da sempre il paese europeo che mi supporta di più. Per me essere qui è sempre come un ritorno casa. Sto lavorando ad una decina di nuovi brani, ed almeno un paio penso di eseguirli nel corso del tour italiano”.

Lei, dopo aver sostenuto la sfortunata campagna di John Kerry con il Vote for change, nel 2004, si è schierato apertis verbis a favore di Obama. E comunque, fin dai tempi di “No Nukes, è impegnato a favore di movimenti sociali e politici. Come giudica l’operato di Obama?
“Credo che sia giunta l’ora, per molti artisti, di impegnarsi di nuovo in politica. Io sono ancora molto attivo, ammiro molto i musicisti impegnati a tempo pieno come Jackson Browne e Bonnie Raitt, ho sostenuto molte cause, soprattutto quelle ambientaliste, e adesso mi impegnerò a fondo per la rielezione di Obama. Me lo hanno chiesto, e per me è un grande onore ed una grande responsabilità. Credo che il fatto che ci sia Obama è la cosa migliore che ci potesse capitare. Il presidente si è trovato ad operare in condizioni di lavoro critiche, ma la sua amministrazione sta imparando a gestire il paese. Una rivista satirica, quando fu eletto, titolò in questo modo: “uomo nero ottiene il peggior posto di lavoro disponibile negli Stati Uniti”. Io credo che sia un buon presidente, e che stia facendo del suo meglio, considerando anche che il Congresso è molto ostico nei suoi confronti. Bisogna anche tener presente quali sono le alternative, è perciò per me è un sollievo sapere che c’è lui al comando, che ha il mio sostegno incondizionato”.

I suoi tre dischi per l’isola deserta?
“ìYes indeed di Ray Charles, Sketches of spain di Miles Davis e poi i dischi di Stan Gets insieme a Joao Gilberto.

La band
Steve Gadd - batteria
Jimmy Johnson - basso
Jeff Babko-piano
( Napoli/Catanzaro/Catania/Lucca/Cagliari/Brescia/)
Larry Goldings-piano
(Milano /Torino/Bologna/Ancona/Padova/Como/Bari/ Genova/Roma)

Il tour:
6 marzo 2012, ore 21 - TEATRO AUGUSTEO - Napoli
7 marzo 2012, ore 21 - TEATRO POLITEAMA - Catanzaro
8 marzo 2012, ore 21 - TEATRO METROPOLITAN - Catania
10 marzo 2012, ore 21 - TEATRO DEL GIGLIO - Lucca
12 marzo 2012, ore 21 - TEATRO LIRICO - Cagliari
14 marzo 2012, ore 21 - TEATRO GRANDE - Brescia
16 marzo 2012, ore 21 - TEATRO ARCIMBOLDI - Milano
19 marzo 2012, ore 21 - TEATRO COLOSSEO - Torino
20 marzo 2012, ore 21 - AUDITORIUM MANZONI - Bologna
22 marzo 2012, ore 21 - TEATRO DELLE MUSE - Ancona
24 marzo 2012, ore 21- GRANTEATRO GEOX - Padova
25 marzo 2012, ore 21 - TEATRO SOCIALE - Como
29 marzo 2012, ore 21 - TEATRO CARLO FELICE - Genova
30/31 marzo 2012, ore 21- AUDITORIUM CONCILIAZIONE - Roma