Un altro punto di vista


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Invertire il ciclo è possibile

Marshall Auerback, ricercatore al Levy Institute auerback_mmt_296

-Professore, lei conosce bene il mondo finanziario, ritiene che le misure richieste ai Paesi in crisi da Ue e Fmi possano fermare la speculazione finanziaria?
No, perché si tratta di un salasso e la diagnosi è sbagliata. Il problema vero è una scarsa domanda complessiva, non c’è crescita e quindi si entra nell’insolvenza. La soluzione proposta, in realtà, peggiora ulteriormente la malattia. Anche investendo più denaro in quella soluzione si otterrebbe al massimo un sollievo momentaneo e prima o poi finirebbero i soldi. Invece, occorre cambiare la dinamica di crescita e sviluppo, ma di ciò, al momento, non ci sono indicazioni.

-Recentemente la Germania ha espresso giudizi positivi sulla Spagna, che invece precedentemente era molto criticata insieme ad altri Paesi in crisi definiti spendaccioni: cos’è cambiato?
In realtà non hanno scelta. In Spagna la situazione è molto grave, ma si sono resi conto che è troppo grande per fallire e che gli strumenti accantonati nel meccanismo di salvataggio europeo non sarebbero sufficienti allo scopo. Le autorità tedesche dicono che la Spagna sta facendo molto bene per cercare di arginare la speculazione. In realtà, non si sta che rinviando il problema. Presto l’economia peggiorerà, la disoccupazione aumenterà e il gettito fiscale diminuirà. Aumenterà la richiesta di servizi e prestazioni del Welfare e conseguentemente il deficit.

-Cosa pensa dell’attività del governo italiano?
Mario Monti è un leale servitore dell’Unione europea. E’ un tecnocrate che sposa la stessa ideologia che ha causato il problema. Le politiche che si stanno attuando al momento aumentano il divario tra ricchi e poveri. Ci guadagnano le banche, le fasce con redditi più elevati e la rendita. Se si continua ad imporre misure di austerità sulla popolazione, quella che è iniziata come recessione diventerà una depressione, con un’ulteriore contrazione della domanda. Solo dopo, forse, la Germania si renderà conto che la sua economia prosperava anche grazie agli spendaccioni italiani.

-Quali iniziative si potrebbero mettere in campo da subito?
La Banca centrale europea dovrebbe utilizzare in modo aggressivo il proprio bilancio, dicendo che vuole comprare ingenti quantitativi di obbligazioni greche, italiane o di altri Paesi cosiddetti periferici a un tasso predefinito e quindi continuare a comprare per matenere la credibilità. Solo la Bce, in quanto emittente degli euro, può fare questo. Se lo facesse risolverebbe il problema della solvibilità. I Paesi troverebbero finanziamenti a tassi d’interesse inferiori e i governi potrebbero adottare misure fiscali per favorire la crescita. Ciò aumenterebbe gettito fiscale e reddito, facendo calare il deficit e invertendo il ciclo da negativo a positivo.

-A sostegno delle vostre tesi economiche portate spesso l’esempio dell’Argentina, dove esponenti dell’Mmt hanno collaborato con il governo per portare il Paese fuori dalla crisi. Oggi, però, l’Argentina registra un alto tasso d’inflazione.
Il fatto è che non hanno mantenuto il programma di garanzia dell’occupazione, che peraltro si limitava ai capi famiglia, mentre avrebbe dovuto essere esteso a tutti. In ogni caso, anche in presenza d’inflazione, l’Argentina ha continuato a crescere fra il 6 e il 10% all’anno negli ultimi 10 anni. Una bella differenza rispetto agli anni ’90, quando in quel Paese era applicato il programma sponsorizzato dal Fmi.

(M. P.)