Un altro punto di vista


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Le banche odiano il mercato e la concorrenza

William Black, docente all’Università del Missouri william_black_mmt_296

-Professore, lei ha studiato le frodi soprattutto dal punto di vista delle élites e ha dichiarato che le banche odiano il mercato e la concorrenza.
Il mercato, quando funziona, è duro perché i profitti sono pochi e per restare in piedi bisogna essere molto bravi. Il problema è che molti amministratori delegati non sono abbastanza bravi, ma vogliono lo stesso essere ricchi. Sapendo di non poterlo diventare onestamente ricorrono alla frode. Se poi chi ricorre alla frode ha successo si trascina inevitabilmente dietro tutta una serie di persone oneste.

-Si può affermare che proprio questo è alla base della crisi che ha investito gli Stati Uniti nel 2007?
Assolutamente si, è giustissimo, e questo è il tema anche dell’ultimo libro di Galbraith.

-Dunque è positiva la raccomandazione fatta dall’Ocse all’Italia di privatizzare settori come i trasporti, l’energia, i servizi pubblici per aumentare la concorrenza?
Dire che è folle è ancora inadeguato. La crisi è stata causata dal dogma secondo cui i mercati non hanno bisogno di venir regolamentati, perché possiedono un meccanismo di autocorrezione tale da evitare che nascano gravi problemi. Prendiamo la recente intervista di Draghi al Wall Street Journal. Il presidente della Bce ha detto che il modello sociale europeo è morto, che non c’è alternativa all’austerità e che i governi hanno bisogno della disciplina dei finanziatori privati. Si tratta esattamente della stessa teoria che abbiamo sperimentato nel mondo reale e che ha prodotto la crisi più grave degli ultimi 75 anni.

-Cosa c’entra la questione della frode?
La ricetta della frode è crescere molto velocemente, contraendo prestiti ad altissimo rischio e ad alti tassi d’interesse, attraverso una leva finanziaria molto forte. Ora, la leva finanziaria è rappresentata dai prestiti e questi si prendono dalle banche, le quali poi spingono i mercati dei titoli. Hanno applicato una qualche disciplina per prevenire le bolle? Leva finanziaria estrema vuol dire che loro prestano enormi quantitativi di denaro e ciò, ancora, significa che non hanno disciplinato le frodi. Al contrario, le hanno finanziate, permettendo che diventassero enormi. E ora si prendono le persone che hanno causato il disastro attuale e si dice: sono loro che devono gestire oltre all’economia anche il sisterma politico. E’ una pazzia.

(M. P.)