Una sentenza storica


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Amianto, eppure resta emergenza dimenticata

Parla Ezio Bonanni, presidente Osservatorio sull'Amianto e

L'Amianto continua ad essere un'emergenza dimenticata nel nostro Paese che dovrebbe investire di piu' nella bonifica ci dice Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio. Bisognerebbe bonificare tutti i siti lavorativi, sia quelli attivi che quelli dismessi, e interdire l’importazione di prodotti , come quelli cinesi, in cui è contenuto amianto,per evitare altre esposizioni che si vanno a sommare a quelle precedenti e che in alcuni soggetti ipersensibili possono determinare l’insorgenza di patologie anche .a basse dosi.

Qual è la situazione in Italia?
In Italia c’è una situazione drammatica legata a un gran numero di siti in cui c’è amianto. E non parlo solo dei siti industriali, ma di tetti, di tubature degli aquedotti, anche se le situazioni più pericolose sono quelle dei siti lavorativi nei quali ancora l’amianto è presente.

Che sensibilità c’è rispetto a questa problematica nel nostro paese?
Purtroppo la sensibilità è scarsa. A distanza di 20 anni dalla legge 257 che metteva l’amianto al bando ancora oggi non sono iniziate vere e consistenti bonifiche. E l’italia venne condannata dalla Corte di Giustizia nel ’90 per non aver recepito la direttiva dell’Unione Europea del ’83. A tutt’oggi abbiamo quantità enormi di amianto sul nostro territorio.

La sentenza Eternit cambierà qualcosa?
Dal reato di lesioni colpose che è punito con pene lievi, si passa al disastro ambientale che può arrivare a una condanna fino ai 20 anni. La malattia è soltanto un’ aggravante del reato perché il reato sussiste con la sola messa in pericolo del bene salute. La sentenza retroagisce la punibilità alla messa in pericolo. Questa impostazione cambia tutto. Fino a ora quando si ammalava un lavoratore si diceva che poteva essersi ammalato per le fibre di amianto contenute nel tetto di casa C’era iil problema del nesso di casualità. Laddove invece, come in questo caso, c’è un disastro ambientale, o meglio c’è la violazione delle norme di sicurezza e c’è un rischio per la collettività o per un gran numero di lavoratori, basta non aver usato le misure di sicurezza e aver messo a rischio la salute dei lavoratori, ecco che si configura il reato Questo determina maggior entità della pena, minori oneri probatori per la vittima che non deve dimostrare il nesso di casualità. Ma in Italia esistono tante altre Eternit dimenticate dalla politica, realtà industriali dove i cittadini si ammalano e muoiono sacrificati in nome del ricatto lavoro contro salute. Basti pensare al polo industriale e siderurgico di Taranto dove viene prodotta il 95% della diossina italiana o al Polo di Priolo. La sentenza sull'Eternit deve essere un punto di partenza per la tutela della salute e di fortissimo contrasto all'inquinamento''. (C.T.)