di Juana San EmeterioPOLISSE
di Maïwenn Le Besco, Francia 2011, drammatico, (Lucky Red)
Karin Viard, Joey Starr, Marina Foïs, Nicolas Duvauchelle, Maïwenn, Karole Rocher, Emmanuelle Bercot, Frédéric Pierrot, Arnaud Henriet, Naidra Ayadi.
Polisse e non Police, come un errore di ortografia che può fare un bambino, è il titolo giusto per un film che racconta i giorni di un gruppo della Squadra protezione minori di Parigi, le loro storie incrociate con i drammi dei più deboli e i più indifesi che possono subire violenze e abusi.
Il film è il racconto scioccante delle vite di un gruppo di persone che ogni giorno devo affrontare storie come quella della ragazzina che deve abortire dopo essere stata violentata forse dal padre o di un istruttore di ginnastica che nel bagno della palestra abusa dell'allievo e quella di una bambina che confessa alla madre che il padre la ama 'troppo' o un anziano signore che confessa di non fare niente anche se si avvicina troppo alla nipotina o infine le prodezze di alcune adolescenti che si filmano per Facebook. Impressionanti sono gli interrogatori che fanno gli agenti. Ogni giorno questi uomini e donne si trovano dietro la scrivania a porre domande imbarazzanti a bimbi e adolescenti ma anche ad adulti, padri e madri, con una quotidianità che spaventa. E poi ci sono le storie private degli agenti che si intrecciano con il loro impegno. Tutti i componenti della Squadra sono molto uniti e li vediamo passare insieme momenti difficili e momenti allegri, amori e dolori, proteggendosi l’un l’altro in un microcosmo che è la loro vita.
“Polisse” diretto da Maïwenn mescola lo stile del documentario con dramma e commedia, con due piani che si intrecciano: i casi che i poliziotti francesi sono chiamati a risolvere per proteggere i bambini e le vicende private degli agenti. Il risultato è senz’altro ottimo tanto che il film ha vinto meritatamente il premio della Giuria al Festival di Cannes ed è candidato in Francia, dove è stato anche un successo di pubblico, a 13 César. I casi raccontati “non sono straordinari'', ha spiegato la regista Maiwenn, 35 anni, origine maghrebina, al terzo film. Le storie sono infatti tutte vere “anche se rielaborate'' come anche “quelle dei dieci poliziotti della brigata che vengono descritte come persone appassionate del proprio lavoro e piene di umanità”. ''Prima delle riprese abbiamo dovuto far leggere ad una istituzione di protezione minori la sceneggiatura e una volta approvata non poteva essere modificata. Non era semplice: i bambini scelti nel cast dovevano dire certe cose, sapere che si parlava di pedofilia, avere accanto sul set i genitori e uno psicologo. Ma la cosa commovente – ha sottolineato Maiwenn - è stata che i più grandicelli di loro hanno detto di aver accettato il film per solidarietà con i bambini che avevano passato quei guai”. Molto efficace tutto il cast. Gli attori recitano in modo naturale dando una straordinaria forza alla pellicola dove la stessa regista si è ritagliata il ruolo di una fotografa incaricata di realizzare un reportage sulla squadra. Tra gli interpreti anche il cantante rap Joeystarr, poliziotto ribelle e testa calda del team e il nostro Riccardo Scamarcio in un cameo. Da non perdere.