L'identikit tracciato dalla Cgil


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Ecco chi sono le mamme che lasciano il lavoro

Sono giovani e dipendenti da Pmi b

Chi sono le lavoratrici che lasciano il lavoro alla nascita di un figlio, soprattutto in questo momento nel quale un posto di lavoro è tanto prezioso? La Cgil ha analizzato anche questo aspetto.

ETA' - La maggior parte delle donne e' abbastanza giovane: il 60,5% ha tra 26 e 35 anni e il 12,3% ha dai 19 ai 25 anni.

FIGLI - La maggior parte delle lavoratrici ha almeno un figlio o comunque presenta le dimissioni dopo la nascita del primo bambino (59,4%); significativo anche il numero delle donne che hanno due figli (32,1%) o più (5,0%). Più limitato il numero di coloro che lasciano il lavoro durante la gravidanza (3,5%).

ANZIANITA' LAVORATIVA - Le donne che lasciano il lavoro hanno generalmente una breve anzianita' lavorativa: quasi il 90% di loro ha un'anzianità' inferiore a 10 anni di cui la meta' inferiore a 3 anni.

DIMENSIONE AZIENDALE - Le imprese dalle quali le lavoratrici provengono sono prevalentemente di piccole e piccolissime dimensioni, quasi sempre non sindacalizzate e dove e' maggiore il senso di isolamento e la solitudine della lavoratrice. I due terzi delle aziende che le donne lasciano quando nasce un figlio ha meno di 15 dipendenti (67,3%)e il 17,3% ha tra 16 e 50 dipendenti.

SETTORE PRODUTTIVO - Le donne dimissionarie provengono principalmente dai settori del commercio (32,7%) e dell'industria (22,7%), seguiti da credito e assicurazioni (1,8%) e agricoltura (1,5%). Per un significativo numero di lavoratrici non viene specificato il settore produttivo di provenienza.

MOTIVAZIONI - Tra i motivi della scelta di lasciare il posto di lavoro prevalgono le difficoltà connesse alla presenza, agli orari e ai costi e ai servizi: per la maggior parte delle donne la mancanza di posti nell'asilo nido, o comunque il mancato accoglimento del neonato al nido, rende incompatibile l'occupazione lavorativa e l'assistenza al bambino (25,2%).

Di poco inferiore la percentuale di coloro che lasciano il lavoro non potendo contare sull'assistenza al neonato neanche da parte di una rete parentale di supporto (23,7%). Significativo anche il numero delle donne che lascia il lavoro a causa degli elevati costi dei servizi di assistenza al bambino per asili nido, baby sitter (6,9%) o per la mancata concessione del part time da parte dell'azienda (6,8%).

Il 13,4% delle lavoratrici si dimette per passare ad altra azienda. Ma poi c'è anche un 20,0% di donne che lascia il lavoro per dedicarsi interamente alla famiglia e in particolare alla cura dei figli. ''Le reali motivazioni di queste donne vanno conosciute e comprese per non lasciarle sole di fronte ad una scelta che può essere molto difficile - commenta Daniela Barbaresi, segretaria regionale Cgil - Soprattutto occorre conoscere il fenomeno per intervenire in maniera efficace attraverso politiche adeguate: quelle del lavoro, politiche sociali ed educative, per garantire un'adeguata rete di servizi a partire da quelli per la prima infanzia. Non solo. Occorre anche ripristinare la legge che impedisce la vergognosa pratica delle dimissioni 'in bianco'''.