Relatrice dell’Onu in Italia


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Violenza sulle donne, ‘non cali l’attenzione’

‘Crisi non sia alibi per diminuire risorse’ rashida_manjoo_296

di Bianca Biancastri

“La violenza sulle donne resta un problema in Italia, così come in molti altri Paesi. Con dati statistici che vanno dal 70 all’87%, a seconda della fonte, la violenza domestica risulta essere la forma di violenza più pervasiva che continua a colpire le donne italiane”. Lo afferma Rashida Manjoo, relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne,al termine della sua missione conoscitiva, la prima del genere nel nostro Paese. Per Manjoo, in Italia non mancano le competenze per affrontare il problema. Tuttavia, le sfide sono ancora tante e la crisi economica non può essere una giustificazione per diminuire le risorse e l’attenzione. Occorre un maggiore impegno –dice- per contrastare il fenomeno e incentivare la protezione dei diritti delle donne, anche attraverso “una piena partecipazione delle donne al settore del lavoro pubblico, privato e alla sfera politica”.

“La violenza tra le mura domestiche si riflette nel numero crescente delle vittime di femminicidio. Nel 2006, 101 donne sono state uccise dal partner, dal marito o dall’ex partner, e il dato per il 2010 è aumentato a 127”, afferma Rashida Manjoon. Gran parte delle violenze non viene denunciato a causa del “contesto patriarcale e incentrato sulla famiglia” in cui la donna vive ancora in Italia. Inoltre, la violenza domestica non viene sempre percepita come reato. Pesa poi il tema della dipendenza economica, come pure la percezione che la risposta dello Stato a tali denunce possa non risultare appropriata o utile. Per di più, “un quadro giuridico frammentario e l’inadeguatezza delle indagini, delle sanzioni e del risarcimento alle vittime sono fattori che contribuiscono al muro di silenzio e di invisibilità che circonda questo tema”. Condizioni che diventano ancora più difficili per la denuncia nel caso delle donne Rom e Sinti o appartenenti ad altre minoranze.

La relatrice speciale delle Nazioni Unite, che ha visitato tra l’altro ospedali psichiatrici, case famiglia, centri anti-violenza, centri di detenzione e istituti penitenziari minorili, ha rilevato criticità nel sistema penitenziario italiano: “Sono stata informata in merito alle difficoltà di accesso alle opportunità di studio e di lavoro, difficoltà riconducibili alla mancanza di risorse e alle pratiche discriminatorie poste in essere dal personale delle strutture carcerarie”. E’ necessario poi prendere in esame i problemi che affrontano le detenute con figli minori all’interno e fuori dal carcere e valutare, quando è possibile, eventuali pene alternative. Manjoo si è detta contraria alla possibilità di far restare con le mamme in carcere i figli fino a 6 anni (ora è fino a tre anni): “So che se ne sta discutendo in Italia ma non è una buona idea, invito a riflettere su questo punto”.

Rashida Manjoo applaude alle azioni intraprese di recente come la legge sullo stalking, i piani di azione nazionali sulla violenza contro le donne e il piano nazionale per l’inclusione delle donne nel mercato del lavoro e la creazione e l’accorpamento di organismi governativi incaricati della promozione e protezione dei diritti delle donne, e invita a continuare in questa direzione, aggiungendo che il tema della violenza contro le donne deve rimanere tra le priorità dell’agenzia nazionale.

Intanto, le donne ricordano con manifestazioni in tutta Italia le vittime della violenza. “La violenza contro le donne non è una questione privata”, affermano con forza le associazioni di donne che aderiscono alle fiaccolate, promosse dal comitato “Se non ora, quando”, per non dimenticare Stefania Noce, 23 anni, attivista per i diritti delle donne, uccisa dal suo ex fidanzato, e tutte le altre donne vittime di violenza in Italia. “Il femminicidio è la prima causa di morte nel mondo per le donne tra i 16 e i 44 anni, eppure non c’è ancora consapevolezza della gravità del fenomeno e l’informazione mostra un’attenzione non adeguata a questi crimini”, scrive l’associazione delle giornaliste “Giulia” .