Afghanistan


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Continua la reintegrazione degli insorti

Altri 30 guerriglieri abbandonano la lotta armata afghanistan_armi2_296

di Fabrizio de Jorio

Tra i successi che si registrano in Afghanistan ad opera dei militari italiani e in generale della coalizione internazionale Isaf-Nato, c’è quello della reintegrazione. Cioè quando gli insorti, spesso gruppi armati, si arrendono, abbandonano la lotta armata, depongono le armi e chiedono di essere ammessi al programma di reintegrazione nella società. Proprio in questi giorni, è stato formalmente avviato il processo di reintegrazione di tre gruppi armati di insorgenti, per un totale di circa 30 persone, che operano in due distretti (Shindand e Obeh) a circa 100 km dalla città di Herat, nel cuore dell’area di responsabilità del Comando Regionale Ovest (RC-West), a guida Brigata ”Sassari” e sotto il comando del Generale di Brigata Luciano Portolano.

I gruppi armati, che hanno aderito al processo di reintegrazione, (vedi foto) sono composti da comandanti e combattenti affiliati che hanno consegnato numerose armi di vario calibro ed altro materiale d’armamento, a testimonianza della scelta di abbandonare la lotta armata ed in conformità con le regole del programma.

Il programma di pacificazione e reintegrazione portato avanti dal Governo afgano è teso a coinvolgere gli insorgenti e farli inserire nel tessuto sociale ufficiale, abbandonando la guerriglia e accettando pubblicamente e solennemente di riconoscere il governo e le istituzioni ell’Afghanistan. Questo processo è il risultato di complessi negoziati condotti dalle preposte agenzie governative in forza della pressione operativa esercitata, nell’area di responsabilità, dalle forze di sicurezza afghane (ANSF) e dalle forze della coalizione alle dipendenze di RC-West. Nel quadro delle operazioni condotte congiuntamente alle forze afgane negli ultimi tre mesi, grande impulso è stato conferito ad attività volte a favorire sia il processo di reintegrazione degli insorgenti sia la crescita del consenso nei confronti delle istituzioni afghne.

In particolare, la base di Herat a guida italiana (RC-West) è attiva anche nel favorire lo sviluppo economico della regione e migliorarne la governabilità in stretta collaborazione con le autorità istituzionali locali. Tale strategia di diversificazione “degli effetti” è stata elaborata dal generale Portolano unitamente alle autorità delle forze di sicurezza afgane (ANSF), nell’ottica di sfruttare appieno sia la maggiore presenza e mobilità sul territorio delle forze NATO sia i vantaggi derivanti da una assidua e mirata campagna informativa, tesa a rompere i legami di tenuta economici, etnici e ideologici con la rete criminale, frutto dell’influenza storicamente esercitata dai gruppi insorgenti sulla popolazione. In tale contesto, grazie all’interazione tra le istituzioni politiche locali e le componenti dello Staff di RC-West responsabili della comunicazione, dell’intelligence e della cooperazione civile e militare (CIMIC), è stato possibile, inserire nel programma di reintegrazione i membri di questi tre gruppi di insorti.

I risultati ottenuti nell’area di responsabilità italiana in materia di reintegrazione, testimoniano l’efficacia delle operazioni di contrasto all’insorgenza sinora condotte dalla Brigata “Sassari”, in stretta collaborazione con le istituzioni e le forze di sicurezza locali.