di Federica Marino
Da Vermeer a Kandinsky o da Hopper a Warhol, il passo è lungo e anche la mostra che apre a Rimini mantiene più di quanto annunci il già impegnativo titolo: quello che si può fare nelle sale di Castel Sismondo – e, per la pittura americana, a San Marino - è un viaggio nel tempo e nell’arte, lungo i cinque secoli che separano (o uniscono) gli artisti scelti come portabandiera dell’esposizione.
Un approccio cronologico, quindi, che si articola poi anche nello spazio geografico: otto sale a Rimini e una sezione “distaccata” nella Repubblica di San Marino si strutturano in altrettanti luoghi culturali e dello spirito, per raccontare l’arte europea e americana attraverso le personalità artistiche e le tematiche di spicco emerse lungo i secoli da metà Quattrocento al Novecento. Il viaggio comincia nei territori della Serenissima: Venezia, ma anche Bergamo e Brescia, in quella che all’epoca era la principale realtà politica del Nord Italia. La prima sala del castello malatestiano propone i colori accesi e la luce netta delle tele di Tintoretto, Tiziano, Lorenzo Lotto, Veronese. Una Sacra Famiglia dipinta da quest’ultimo diventa il paradigma delle tante altre raffigurate in scene campestri dal gusto intimistico e quotidiano. Siamo nel 1580 e Veronese ritrae Gesù e i genitori nel Riposo durante la fuga in Egitto: Maria allatta il bimbo, Giuseppe armeggia con pentole e stoviglie e gli angeli stendono il bucato sui rami dell’albero che dà riparo alla famigliola.
Ancora l’Italia è protagonista nella seconda sala della sezione riminese: siamo a cavallo tra Cinque e Seicento e sotto i riflettori ci sono le tante anime pittoriche di quel periodo: il realismo post-caravaggesco, le linee e i colori dei Carracci, Giordano, Preti e Reni: tante scuole e tendenze che finiranno per ispirare anche la pittura spagnola e olandese.
Ritorno a Venezia nella terza sala settecentesca: dopo le tele a sfondo religioso dei cinquecenteschi già vista, qui sono in primo piano lo spazio aperto e i volti: da un lato il vedutismo del Canaletto e dell’allievo Bernardo Bellotto, dall’altro i ritratti del Guardi e le allegorie del Tiepolo La Spagna del Seicento, il “Siglo de Oro” è rappresentata nella quarta sala: Velazquez e la vita di corte nei suoi aspetti ufficiali e anche in quelli curiosi: nani e buffoni a fianco dei re, per raccontare il barocco che di estremi e contrari si nutre; il “veneziano” El Greco con i suoi ritratti asimmetrici e austeri; i santi spirituali e pure “umani” di Murillo e i personaggi drammatici di Zurbaràn.
Olanda nell’aureo Seicento e Inghilterra tra Sette e Ottocento: tra la quinta e la sesta sala ci si sposta a Nord per incontrare Rubens, Van Dyck e Vermeer e poi Gainsborough, Reynolds e Turner: ritratti quasi fotografici e vedute che sembrano precorrere l’Impressionismo, e non sembra casuale la dedica della sala successiva proprio a questo periodo.
Siamo ormai all’Ottocento e Parigi si va imponendo come vera capitale culturale europea e luogo di confluenza artistico: dalla sala in cui spiccano Monet, Renoir, Manet e Van Gogh van Gogh, Monet si scivola quasi impercettibilmente nell’ottava e ultima, che ospita la nascita della pittura astratta. Matisse vi fa irruzione con le sue tele “fauves” e apre la strada a Kandinsky, Mondrian, Morandi, Picasso e Francis Bacon.
E l’America? Merita una sezione tutta per sé, che è in realtà una mostra nella mostra: a Palazzo Sums (San Marino) si scorre lungo il Novecento made in Usa, grazie a venticinque opere, da Hopper a Warhol.
Da Vermeer a Kandinsky – Capolavori dai musei del mondo a Rimini
Castel Sismondo, Rimini
Dal 21 gennaio al 3 giugno 2012
Da Hopper a Warhol – Pittura americana del XX secolo a San Marino
Palazzo SUMS, San Marino (Repubblica di San Marino)
Dal 21 gennaio al 3 giugno 2012