Con un pulmino e una scialuppa hanno aiutato i passeggeri della Costa Concordia, naufragati davanti all'isola del Giglio, venerdi' sera. Marco Bartoletti, 55 anni, proprietario del lido l'Arenella e il figlio Andrea, 30 anni, si sono dati da fare tutta la notte per prestare i primi soccorsi. Andrea con i suoi amici, "tutti esperti marinai", come racconta il padre, hanno persino preso una scialuppa di salvataggio per raggiungere la nave.
Ma la collaborazione e' stata totale da tutti gli abitanti dell'isola: acqua, coperte, vestiti, in tanti hanno portato ai naufraghi quello di cui avevano bisogno. Le strutture pubbliche, dalle scuole alle chiese sono state aperte per ospitare i passeggeri della Concordia. Gli albergatori presenti sull'isola hanno offerto i loro locali, ma anche molti cittadini hanno accolto le persone in difficolta' nelle loro case.
"Con i miei amici abbiamo 'rubato' una scialuppa che nessuno stava usando - racconta Andrea all'Adnkronos - e abbiamo raggiunto la nave per contibuire ai soccorsi. Ci avevano detto che c'erano ancora 150 persone a bordo, cosi' non ci abbiamo pensato due volte e siamo usciti in mare. Una volta raggiunta la nave abbiamo visto che la guardia costiera stava gia' facendo tutto il necessario. Abbiamo visto molte persone scendere dal fianco della nave che era gia' inclinata, sopra c'era anche un elicottero. Cosi' siamo rientrati per aiutare in porto".
"Abbiamo dato una mano alle persone che scendevano dalle scialuppe e salivano al pontile - racconta ancora Andrea - Erano tutti frastornati e disorientati, soprattutto gli stranieri non capivano dove si trovassero e chiedevano che isola fosse? Molti ripetevano Savona? Savona? Credevano di essere arrivati li"'.
"Tutta la popolazione ha collaborato per aiutare - spiega - La mia ragazza e' andata a casa a prendere vestiti per la gente bagnata e infreddolita. Anche mio padre con il furgoncino ha fatto diversi viaggi per trasportare i naufraghi".
"Verso mezzanotte - racconta il padre di Andrea, Marco Bartoletti - mi hanno chiamato i vigili per vedere se potevo dare una mano. Cosi' con il pulmino fino alle 3 di notte sono andato a prendere le persone a Cala Cupa. Molti si erano gettati in acqua con il salvagente. Li accompagnavo nelle scuole, all'asilo e negli alberghi, aperti appositamente per dare loro un tetto. Tra i tanti ricordo un vecchietto straniero che si era lanciato in acqua con il salvagente, l'ho accompagnato al pronto soccorso. Era preoccupato diceva 'secondo me c'e' altra gente nella nave"'.