di Sandro Calice
di Marcello Cesena, Italia 2008
Aldo Baglio, Giovanni Storti, Giacomo Poretti, Silvana Fallisi, Sara D’Amario, Sergio Bustric, Victoria Cabello, Angela Finocchiaro.
Due disgraziati, Pin e Puk, affrontano la tempesta sulla montagna di ghiaccio per arrivare dal Maestro Tsu Nam, che medita all’ombra del leggendario ginko biloba. In realtà hanno sbagliato strada, ma ormai sono lì e diventano i suoi discepoli. Comincia così “Il cosmo sul comò”, il nuovo film di Aldo, Giovanni e Giacomo diretto da Marcello Cesena, distribuito da Medusa e nelle sale dal 19 dicembre. Quattro episodi legati dai deliranti insegnamenti di questo maestro orientale.
Nel primo, “Milano beach”, sono tre amici che partono con le famiglie per le vacanze. Ma mogli e figli non sono d’accordo sulla meta e il compromesso è più vicino di quanto si immagini. “L’autobus del peccato” è ambientato in una chiesa di periferia, con un sagrestano imbroglione, un ragazzo innamorato e un imprevisto che cambia la vita a tutti. In “Falsi prigionieri”, citazione di Harry Potter, i tre comici vivono nei quadri di una pinacoteca di un castello medievale. E non ne vogliono sapere di stare al loro posto. Nell’ultimo episodio, “Temperatura basale”, forse il più divertente, il desiderio di paternità di Giacomo lo porterà a sottoporsi a prove e terapie grottesche (splendido il cameo di Finocchiaro).
Aldo, Giovanni e Giacomo tornano a una formula, quella degli episodi, per loro stessa ammissione più vicina alle loro corde. In un film piacevole, con momenti esilaranti, in cui ogni episodio ha una sua cifra stilistica, anche attraverso effetti speciali, trucchi e travestimenti mai usati prima nei loro precedenti lavori.
“Sono 4 film più uno” dicono incontrando i giornalisti, ai quali si presentano dopo la proiezione con una preghiera:”Perfavore, non tirateci scarpe. Al massimo qualche maglioncino di cachemire”. “Abbiamo scelto questa formula – spiegano - perché avevamo troppe idee e forse anche perché è il modo a noi più consono, da percorrere anche in futuro”. Il titolo? “Noi in realtà avevamo proposto ‘All’ombra del ginko biloba’, poi per scherzo è venuto fuori ‘Il cosmo sul comò’ e al produttore (Paolo Guerra, ndr) è piaciuto tanto. Ma in fondo vuol dire anche che la saggezza è lì a portata di mano”. Dal primo film, ricordano, è cambiato solo che “abbiamo meno energia e più esperienza, ma siamo rimasti uguali”. I modelli restano sempre quelli della comicità “fisica”, come Totò, Stanlio e Ollio, Jango Edwards. E collaborerebbero volentieri con Verdone o Benigni, anche se l’idea che li intriga di più è lavorare con Toni Servillo. Sullo stereotipo del comico “triste” nella vita privata è Giacomo a mettere il punto:”Insomma, non è il ginecologo si porti il lavoro a casa. Perché dovremmo farlo noi?”. Per la gara di Natale al box office pensano di arrivare terzi, dopo “Natale a Rio” e “Madagascar 2”. Ma la volgarità al cinema, premia? “Chissà. Noi abbiamo sempre avuto il nostro stile, quello di non abusare delle parolacce”. Ma in ogni caso, concludono semiseri, l’attuale crisi economica potrebbe aiutare:”Quando si sta male e si è tristi si spende di più per il cinema e per la comicità in particolare. E’ sempre stato così”.