Natanz, circa 200 chilometri a sud di Teheran, e' il cuore del processo di arricchimento dell'uranio iraniano. L'impianto e' in grado di ospitare fino a 50 mila centrifughe. Le autorita' iraniane hanno annunciato giorni fa la messa in funzione di un altro sito, a Fodrow poco lontano dalla citta' santa di Gom, considerato "inattaccabile", perche' costruito all'interno di una montagna e difeso dalle batterie antimissile. Secondo fonti diplomatiche a Vienna, Teheran ha gia' avviato l'arricchimento al 20% anche in questo sito. Fonti di intelligence Usa stimano che l'impianto avrebbe le "dimensioni giuste" per un uso militare.
Il nucleare iraniano poggia poi le sue fondamenta sulle miniere: una si trova a Saghand vicino alla citta' di Yazd, nel deserto dell'Iran centrale. Si estrae minerale molto ricco di uranio. Il minerale, macinato, diventa ossido di uranio giallo chiamato "yellowcake".
La conversione e' incentrata invece a Isfahan. Trasforma lo yellowcake in gas, esafluoride di uranio (uf6). Il gas e' destinato a essere immesso per l'arricchimento in centrifughe supersoniche messe in serie, o a cascata.
Ci sono poi le centrali: quella di Bushehr e' il primo impianto nucleare iraniano, lo scorso novembre e' stata annunciata l"accensione' della centrale che dovrebbe entrare in funzione a tutti gli effetti alla fine del mese.
Il progetto, sul Golfo Persico, fu avviato negli anni Settanta, ai tempi dello scia', con l'aiuto delle imprese tedesche Siemens e Aeg-Telefunken. Dal 1995 sono ripartiti i lavori con l'appoggio della Russia.
Il cerchio si chiude con il reattore ad acqua pesante di Arak, circa 250 km a sud di Teheran. Il progetto preoccupa Usa, Ue e l'Aiea in quanto potrebbe essere sfruttato per la costruzione della bomba atomica.