Come uscire dalla crisi?


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Parigi, Berlino e Roma a confronto

I tre Paesi non sempre hanno le stesse posizioni m

Francia, Germania e Italia presentano posizioni a volte diverse e a volte convergenti sui principali temi all'ordine del giorno in Europa per risolvere la crisi. A dispetto della grande intesa Merkel-Sarkozy, quindi, le alleanze fra i tre grandi paesi dell'Ue si presentano a 'geometria variabile'.

TOBIN TAX: Di fronte alle insistenze della Francia di andare avanti per una sua introduzione anche senza il consenso della Gran Bretagna, Italia e Germania condividono piuttosto la necessità che sia imposta a livello europeo. La Merkel si e' detta personalmente d'accordo e ha ricordato che la Germania sta combattendo da anni assieme a Parigi, ma in sostanza non vuole fughe in solitario e preferisce un accordo a 27, vista anche la posizione contraria all'interno del suo governo. Dal vertice odierno sembra emergere che Sarkozy si limiterà a una versione minima (solo sulla vendita di azioni) e piu' accettabile dalla City e dai paesi europei. Il premier Mario Monti, già allievo di Tobin, ha ribaltato la posizione del precedente governo Berlusconi e appare intenzionato a mediare, cercando un accordo anche con il Regno Unito.

PATTO DI BILANCIO: La firma del Fiscal Pact lanciato da Draghi e fortemente voluto dalla Germania dovra' essere accelerata gia' al vertice di fine gennaio con una ratifica entro marzo. Merkel e Sarzoky su questo hanno una piena intesa. L'Italia sta lavorando febbrilmente affinché si considerino 'fattori mitiganti o aggravanti'' cioè che si valuti ''l'influenza del ciclo economico'', ma anche il livello dell'indebitamento privato e della sostenibilita' della spesa pensionistica. Il Patto, non siglato dalla Gran Bretagna, prevede l'obbligo di rientrare verso il tetto del 60% del Pil al ritmo di 1/20 l'anno per la parte eccedente.

EUROBOND: La Germania continua a essere nettamente contraria all'idea, timorosa di doversi accollare il debito degli altri stati. Secondo Monti dal prossimo vertice Ue di marzo può arrivare qualche spiraglio e spera di convincere Berlino che non si tratta di un ''mezzo subdolo per evitare il rigore''. Ma Sarkozy, al principio molto favorevole, ha di recente virato pubblicamente sulle posizioni tedesche.

FONDO SALVA STATI: Francia e Italia sono concordi sulla necessita' di potenziare la dotazione dell'Efsf oltre i 500 miliardi di euro, giudicata insufficiente, ma la Germania resta ancora restia. Sarkozy chiede cosi' che siano più efficienti ma proprio dalla capacità di tenuta dei conti della Francia e del mantenimento del rating tripla A deriva la solidita' del fondo Efsf. In discussione se il fondo possa intervenire in caso di crisi degli stati direttamente sul mercato primario.

BCE: L'Italia preme perché sia dotata di tutti gli strumenti utili a fornire liquidità e a garantire il buon finanziamento dei mercati. Il ministro Corrado Passera la vorrebbe più simile alla Fed americana e in grado di acquistare i bond sovrani nelle aste se la richiesta degli investitori e' carente per evitare speculazioni e governare gli spread.