Diario dall’Afghanistan


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Il Reggimento San Marco primeggia anche tra i Marines Usa

Tra i 380 del reggimento c'è un ufficiale che ha primeggiato anche tra i marines. Me lo racconta il comandante Panebianco. Si tratta del 26enne Edoardo Nuzzi, romano, sottotenente di vascello, risultato primo nel corso di ricognitore anfibio svolto nel centro addestramento Marines di Camp Pendleton in California

Bakwa, Afghanistan sud-est, 6 gennaio 2012

L'eccellenza del Reggimento San Marco, di stanza a Brindisi, operativo nell'area sud-est dell'Afghanistan si è fatta valere anche tra i marines statunitensi. Infatti qui a Bakwa, sede dell'avamposto Lavaredo della Task Force South-East costituito nell'ambito del Regional Command West dell'Isaf e a guida italiana, tra i 380 del reggimento c'è un ufficiale che ha primeggiato anche tra i marines. Me lo racconta il suo comandante Panebianco, mentre pranziamo nella mensa della base. Si tratta del 26enne Edoardo Nuzzi, romano, sottotenente di vascello, risultato primo nel corso di ricognitore anfibio svolto nel centro addestramento Marines di Camp Pendleton in California. Nel San Marco dall'agosto 2009, Edoardo dopo l'Accademia si è orientato per le forze da sbarco, corso anfibio. Ha deciso di fare tre mesi tra i marines per addestrarsi con loro e Nuzzi era l'unico militare straniero. "Quella di Camp Pendleton e' una scuola di eccellenza -racconta il sottotenente in una fase di pausa della giornata di attività qui a Bakwa - e per me è stata una vera fortuna poter fare questo corso trimestrale per l'abilitazione a ricognitore anfibio".

Un corso "durissimo", fatto di diverse prove ed anche di pattugliamenti con i marines. Se si vuole avere un'idea di quello che si fa, inutile prendere a riferimento quello che si vede nei film al cinema o in tv, perché "la realtà è diversa, la preparazione e le prove, non solo fisiche, ma anche attitudinali e psicologiche sono durissime. Però alla fine c'è la grande soddisfazione di aver completato quel percorso". Con il valore aggiunto - nel caso appunto di Nuzzi - di essere risultato il primo in graduatoria, lasciandosi dietro gli americani. "Ritengo che gran parte del merito sia del San Marco, per la preparazione che mi ha dato e che mi è servita in quella circostanza di Camp Pendleton". Al rientro in Italia, per Nuzzi c'è stato l'encomio da parte del comando del reggimento. Adesso in Afghanistan il giovane sottotenente di vascello è a capo di un plotone, a lui e al suo gruppo è capitato anche di aver conflitti a fuoco con gli 'insurgents' nell'area di pattugliamento ma senza conseguenze per i militari italiani.

Nella foto, il sottotenente di vascello Edoardo Nuzzi