Juana San Emeterio
J. EDGAR
di Clint Eastwood, Usa 2011, drammatico, ( Warner Bros)
Leonardo DiCaprio, Josh Hamilton, Geoffrey Pierson, Cheryl Lawson, Kaitlyn Dever, Brady Matthews, Gunner Wright, David A. Cooper, Ed Westwick, Naomi Watts.
J. Edgar Hoover è uno dei personaggi più controversi della storia americana, ‘padrone’ dell'FBI dal 1924 al 1972 e custode dei segreti degli uomini di potere. Ammirato e temuto è stato la doppiezza in persona. Clint Eastwood lo racconta.
J.Edgar Hoover (Leonardo DiCaprio), ormai anziano, stanco e attaccato dai media racconta gli episodi importanti della sua vita. Così in un alternarsi dei tempi lo vediamo agli inizi della carriera mentre conquista i vertici del Bureau e poi come è diventato l'uomo più potente di tutti gli Stati Uniti d'America. Durante i 50 anni a capo dell' FBI fino alla data della sua morte nel 1972, Hoover non si è fermato davanti a nulla pur di proteggere il suo paese dalle minacce vere o presunte alla sicurezza. I suoi metodi d’indagine assolutamente innovativi ed il suo stile nel reclutare gli uomini portarono ad una rivoluzione nell’organizzazione dell’Fbi. E’ restato in carica durante i mandati di ben 8 Presidenti e tre guerre, pronto ad usare le informazioni in suo possesso per esercitare la sua autorità. Consapevole che la conoscenza è potere e che la paura crea le opportunità, ha usato entrambe per ottenere un’influenza senza precedenti e per costruirsi una reputazione intoccabile. Contemporanemente il film si sofferma sulla sua vicenda privata molto complessa con il difficile confronto con la madre (una straordinaria Judi Dench) dalle soffocanti aspettative ed il rapporto con due figure chiave: la sua fedele segretaria Helen Gandy, interpretata da Naomi Watts, custode dei segreti e dei suoi dossier, e soprattutto il consigliere Clyde Tolson (Armie Hammer), amico personale. L' uomo forse più vicino in assoluto al direttore dell'FBI, con il quale pranzava e cenava insieme tutti i giorni e andava in vacanza.
“Se si fosse trattato solo di una biografia, non penso che avrei voluto realizzare il film. Mi piacciono i film che raccontano i rapporti, mi piace analizzare il perché le persone fanno o hanno fatto determinate cose nella loro vita.” Clint Eastwood ha spiegato così la scelta di fare un film su Hoover, per il quale decisiva è stata la sceneggiatura del premio Oscar Lance (l'autore di Milk, sul politico gay assassinato, portato sullo schermo da Sean Penn). In questa spiegazione sta forse la chiave di lettura di un film che predilige più il ritratto della persona a discapito dell’analisi storica. Una narrazione che mette in luce un uomo ambizioso e fragile, deciso e intelligente nel fare il mastino anti-crimine ma quasi intollerante verso la democrazia. Come dicevamo la regia di Eastwood si sofferma sul rapporto di Hoover con la madre e i due collaboratori, soprattutto il complesso rapporto con Tolson e l'emergere del suo carattere omosessuale. Leonardo DiCaprio ha vinto la sfida difficilissima di ridare vita a un personaggio così misterioso. L’attore, tre nomination e forse un Oscar in vista, per la prima volta diretto da Eastwood, è magistrale nell’interpretare Hoover sia da giovanissimo che da ultrasettantenne, trucco e protesi per l'invecchiamento con sedute di sei ore al giorno. Come ormai tutti i film di Eastwood anche J.Edgar è ottimo cinema ma lascia la sensazione di essere non del tutto riuscito. Un progetto ambizioso (la storia dell’America) che diventa sullo schermo il meno coinvolgente dei suoi film dal punto di vista emotivo. Un'opera che ha diviso la critica ed è stata efficacemente definita come un capolavoro mancato.