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'Villaggio del Papà-Papà c'è Village'

Un progetto a costo zero per i comuni padri_separati3_296

di Fabrizio de Jorio

Oltre al problema economico c’è quello pratico-affettivo che riguarda la gestione dei rapporti con i figli. Spesso i padri separati, (parliamo di quelli che guadagnano uno stipendio medio tra i 1200 e i 1500 euro al mese) dopo il pagamento dell’assegno di mantenimento al figlio e magari il pagamento del mutuo della casa dove viveva con la famiglia prima della separazione, non solo non hanno più la possibilità economica di acquistare un gioco ai propri figli o portarli a mangiare una pizza, ma, come già detto, si trovano a non avere neanche un posto dove ospitarli perché spesso non hanno casa.

Un problema che le istituzioni, da qualche anno, hanno iniziato ad affrontare, sollecitate dalle associazioni che si occupano della tutela dei padri e delle madri separate. Tra queste c’è l’associazione Figli Negati, (www.figlinegati.it) di Giorgio Ceccarelli, uno dei paladini dell’affermazione dei diritti dei figli, dei genitori e dei nonni. Da oltre 15 anni, l’associazione si è fatta promotrice di numerose iniziative, tra queste, la marcia dei Papà, il Daddy’s pride, i mini Oscar a favore di iniziative meritevoli nei confronti dei figli e della famiglia e nel 2005 ha presentato un progetto all’allora sindaco di Roma, Valter Veltroni, per l’istituzione della Casa dei Papà. Un progetto per favorire l’integrazione dei papà e per dare ai genitori che avevano perso la casa o che non potevano affittarne una, la possibilità di garantire ai propri figli un luogo di incontro.

Nel solco delle pressanti richieste e dopo una gestazione di quasi 5 anni, l’attuale vice sindaco della capitale, Sveva Belviso, ha realizzato il progetto ed inaugurato a Roma lo scorso anno, la Casa dei Papà, con 20 alloggi riservati a genitori/padri, in difficoltà economiche. Belviso, recentemente ha anche varato la Casa dei Papà 2 nel quartiere Infernetto, dieci appartamenti, di 65 mq con tutti i confort. Con 300 euro al mese, il papà potrà soggiornare un anno nella casa gestita dalla cooperativa Il Sorriso e fruire di supporto legale e psicologico.

Ma Ceccarelli ha un progetto ben più ambizioso ma non oneroso per le casse dei comuni: ”Visto che il fenomeno dei nuovi poveri non accenna ad affievolirsi- dice- depositerò nelle segreterie di tutti i grandi comuni italiani, un progetto articolato e completo che mira a dare sostegno a tutti i genitori, padri e madri, in difficoltà economiche, con la garanzia di un alloggio per ospitare i propri figli per poter mantenere un legame affettivo con la prole e anche per non deprivarli del diritto ad avere un luogo per incontrare il genitore separato.”

Ceccarelli illustra il progetto che consiste “nell’installare almeno 20 moduli abitativi in ogni Regione italiana. In pratica 420 moduli abitativi in tutta Italia che potrebbero costituire un esempio di ricostruzione familiare ed economica per il padre, il più danneggiato dopo la separazione familiare”.

Come si articola il progetto? “Semplice, dice Ceccarelli a Televideo, il “Villaggio del Papà - Papà c’è Village” ha modalità vantaggiose per tutti ed è a costo zero per i comuni, i quali alla fine del percorso diventano proprietari dei Villaggi. Dal un lato il comune interessato, per esempio Roma, anticipa le spese dell’acquisto dei moduli (circa 15/20mila euro l’uno) e le spese per le opere idriche ed elettriche. I fruitori pagheranno una quota mensile di 200 euro per un anno o fino a quando non saranno autosufficienti, estinguendo il mutuo ottenuto dalla banca e il comune diventa automaticamente proprietario dell’abitazione”. Insomma un progetto realizzabile senza particolari difficoltà. Chissà se verrà recepito dai comuni delle grandi città.

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