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Tonfo del Milan, sconfitto dalla Lazio

4-4 al Meazza: Milito poker, Miccoli tris. Rinvii a Bologna, Siena e Bergamo. L'Udinese solida al terzo posto rocchi_milan_296

di Mauro Caputi

Vince la neve, la Juventus sorride senza nemmeno giocare. La seconda di ritorno, programmata nei giorni della ‘merla’, i giorni più freddi dell’anno, porta al rinvio di quattro partite (ed è a rischio anche il posticipo del giovedì Novara-Chievo) e lascia al comando i bianconeri con una partita in meno sui rivali del Milan. Parma-Juve è rimandata a un clima più tranquillo, come pure Siena-Catania, Bologna-Fiorentina e Atalanta-Genoa. All’Olimpico di Roma, invece, Lazio e Milan possono giocare in una buona condizione ambientale (considerando il periodo e la notturna) e la squadra di Allegri subisce un 2-0 che frena la rincorsa scudetto. I rossoneri schierano il tridente Ibrahimovic-El Shaarawi-Robinho (col brasiliano che giostra alle spalle dei compagni) e Mesbah esterno sinistro in difesa. I biancocelesti devono fare a meno di Klose (infortunato), di punta il solo Rocchi con Lulic a sostegno. Nel primo tempo Nocerino esalta i riflessi di Marchetti. Il Milan è più presente, ma il pari è giusto. E i rossoneri sono poco incisivi anche nella ripresa. La Lazio resta guardinga, ma quando si apre lo spiraglio colpisce eccome: al 76’ Ledesma va dentro, velo di Rocchi e girata di Hernanes. Capitolini in vantaggio e rossoneri alle corde. Hernanes fallisce il raddoppio al 79’, Rocchi non lo imita all’85’: Centro di Lulic dal fondo, girata implacabile della punta laziale. Amaro l’esordio di Maxi Lopez, che al 79’ ha rilevato Van Bommel. La Lazio è quarta e allontana l’Inter.

In un ’Friuli’ congelato, ma senza neve, l’Udinese supera 2-1 un coriaceo Lecce. Apre i giochi l’acquisto dell’ultimo momento Michele Pazienza. Dopo appena 2’ il centrocampista corregge di testa una punizione di Di Natale e sigla il suo primo gol con l’Udinese, anche considerando le sue due stagioni dal 2003 al 2005. La squadra di Guidolin sembra poter disporre agevolmente del più modesto avversario, senonchè Di Michele (un altro ex Udinese) sigla il pareggio per i salentini con un sinistro incrociato che si abbassa improvvisamente (26’). Muriel spaventa con un destro che va fuori di un soffio, poi al 36’ c’è il 15° centro di Di Natale a riportare avanti l’Udinese. Ripresa più compassata, col Lecce che cerca le ripartenze e l’Udinese che ha l’unico torto di non sigillare la partita (ci va vicino Fernandes). Alla fine la truppa di Guidolin conferma il terzo posto e si ritrova ad appena due punti dal Milan.

A ‘San Siro’ la neve è una presenza inquietante, con la partita in bilico fino all’ultimo (si comincia con 5’ di ritardo). Come capita nei campi al limite della praticabilità, viene fuori la partita che non ti aspetti, ricca di gol e di emozioni che scaldano i coraggiosi accorsi sugli spalti. 4-4 il risultato con poker di Milito e tris di Miccoli. Ma ad aprire le marcature è un difensore, Mantovani, che al 17’ deposita in rete da due passi un pallone arrivato da corner in seguito a un ‘buco’ della difesa. Passano 5’ e Milito pareggia avventandosi su un pallone conteso fra Lucio e Silvestre. Al 45’ occasionissima sul triangolo Sneijder-Milito-Sneijder, la difesa rosanero si slava in affanno. Nella ripresa i fuochi d’artificio. Al 52’ Miccoli fa a sportellate con Ranocchia e incrocia dove Julio Cesar non può arrivare. Al 55’ Munoz atterra Nagatomo e Milito riporta la parità dagli undici metri. Due volte in svantaggio, stavolta è l’Inter a mettere la freccia: Cambiasso lancia di testa e Milito e il più rapido ad avventarsi sul pallone e batte Viviano (61’). Al 66’ capolavoro in tuffo di testa di Miccoli su cross di Balzaretti che taglia fuori le torri nerazzurre: di nuovo parità. Passano solo 3’ e Milito confeziona il suo poker da vero rapace d’area di rigore: cross di Maicon, deviazione sporca di Pazzini, ma il ‘principe’ e lì a gonfiare la rete. L’Inter prova a controllare la partita e sembra riuscirci, il Palermo non trova affondi convincenti. Ma evidentemente non può finire qui. E’ l’85’, Miccoli si avventa su un lancio in profondità di Ilicic, brucia Lucio e incrocia come a inizio ripresa. Julio Cesar può solo guardare. L’ultimo brivido lo regala ancora il ‘Romario del Salento’ con una punizione di poco alta. Per l’Inter è il secondo pari consecutivo dopo le sette vittorie.

Al Sant’Elia, altro stadio risparmiato dal maltempo, il Cagliari sgambetta la Roma 4-2. I giallorossi si presentano con Totti alle spalle di Lamela e Borini. Speculare lo schieramento dei sardi, con Thiago Ribeiro e Pinilla punte e Cossu trequartista. L’equilibrio si spezza già al 6’ col diagonale improvviso di Thiago Ribeiro che sorprende Stekelenburg. Al 13’ è già pareggio, con Juan che monetizza di testa un corner in mezzo a una difesa non impeccabile. Ma il vero pasticcio per i sardi lo combina Agazzi al 34’: la punizione di Pjanic è forte ma centrale, la respinta del portiere è incerta e verso il centro dell’area, dove Borini può tranquillamente portare in vantaggio la Roma. Gli uomini di Luis Enrique, però, non riescono a gestire il vantaggio. Al 41’ Cossu verticalizza per Pinilla e il neoacquisto supera Stekelenburg in uscita con un pregevole tocco sotto. 2-2 all’intervallo e ripresa che si apre col controsorpasso: Pinilla lancia Thiago Ribeiro e il brasiliano fulmina Stekelenburg con un fendente sotto la traversa. Da qui in avanti molta Roma, ma anche molta imprecisione sottoporta. Sbagliano Rosi, Borini (bravo Agazzi), Gago e Pjanic. Il Cagliari c’è solo in contropiede, che diventa micidiale quando entra Ibarbo. E’ proprio il neoentrato a spaccare la difesa della Roma al 92’ e ad appoggiare la comoda girata di Ekdal.

Dello stop della Roma non approfitta il Napoli, giunto a una serie negativa di quattro partite. Al San Paolo il Cesena porta via un punto con l’unico 0-0 di giornata. Mazzarri rinuncia ad Hamsik e ne viene fuori un primo tempo da dimenticare. Nella ripresa entra lo slovacco al posto di Inler e la musica cambia. Il Napoli ora è in costante pressione, Cavani di testa trova il legno. L’assedio al fortino romagnolo non produce effetti e il Cesena è pericoloso in contropiede. In pieno recupero segna Pandev, l’arbitro Banti annulla per fuorigioco, i partenopei protestano. Il Cesena riprova a scalare la classifica.