di Mauro Caputi
Due squadre in vetta a Natale. Milan e Juventus condividono la testa della classifica dopo il recupero della prima giornata (quella saltata ad agosto per lo sciopero), ovvero dopo 16 partite. I rossoneri avevano raggiunto quota 34 punti nell’anticipo di martedì, vincendo 2-0 a Cagliari (autogol di Pisano già al 4’, al 60’ Ibrahimovic, giunto a 11 gol in campionato). I bianconeri li hanno affiancati al termine del big-match in casa dell’Udinese, finito a reti bianche. Uno 0-0 frutto di una gara tesa, fra due formazioni che si sono rispettate. Lo spettacolo ne ha un po’ risentito, la Juventus ha cercato di fare qualcosa di più: due volte Marchisio, a lato, una conclusione centrale di Pepe, un colpo di testa di Chiellini contenuto da Handanovic e un paio di spunti di Quagliarella (entrato nel finale). I friulani hanno chiamato all’intervento Buffon prima su un pasticcio della difesa che quasi favoriva Isla, poi con conclusioni non irresistibili di Danilo e Asamoah. L’Udinese festeggia così la fine dell’anno con il terzo posto: non più sorpresa, una realtà.
A reti bianche anche la Lazio, che non riesce così ad agganciare l’Udinese e resta quarta a due punti. Ma all’Olimpico è il Chievo che si mangia le mani per l’occasione persa. Nel primo tempo capitolini abulici e clivensi vicini al gol in almeno cinque occasioni: si comincia con la traversa di Cesar, poi Bizzarri si esalta su Pellissier e Luciano, oltre a mettere una pezza alle imprecisioni in alleggerimento. Nella ripresa il Chievo cala gradualmente, ma la Lazio ci mette metà frazione per prendere il comando delle operazioni. Il solito Klose cerca di diventare match-winner, ma stavolta gli va male. Per seguire la scia delle prime alla squadra di Reja servirà ben altra determinazione.Al quinto posto si conferma l’Inter, che contro il Lecce infila la quarta vittoria consecutiva dopo lo stop interno contro l’Udinese. A San Siro finisce 4-1, con gli ospiti che inaugurano lo score al 20’ con Muriel, bravo a saltare Lucio e battere Julio Cesar. Lo schiaffo fa bene ai nerazzurri che partono in quarta e bisticciano con la sorte: palo di Forlan al 23’, traversa di Pazzini al 27’, palo di Samuel al 30’, ancora palo di Forlan al 34’. Ma sullo sviluppo dell’ultimo legno Pazzini riesce a fare centro. La ripresa si apre con Alvarez che serve nel corridoio Milito per il vantaggio (49’). L’Inter continua ad avere occasioni (c’è anche un altro palo) e le sciupa. Corvia la grazia due volte dopo veloci discese di Cuadrado. L’affondo di Nagatomo (73’) vale il 3-1 di Cambiasso e la tranquillità. All’81’ c’è gloria personale anche per Alvarez.
Sereno Natale anche per Luis Enrique, che comincia a mietere risultati con la sua Roma. A Bologna i giallorossi s’impongono 2-0 surclassando i felsinei. In rete vanno Taddei (17’, conclusione da fuori dopo una mischia) e Osvaldo (40’, bel diagonale in piena area) e tutta la squadra si muove con i tempi giusti. Nella ripresa l’unico torto della Roma è di non trovare il terzo gol (Gillet è bravo a dire no a una splendida punizione di Totti). Il Bologna resta in dieci al 77’, con Portanova che si merita il rosso diretto per proteste dopo un accenno di rissa. In precedenza Diamanti aveva sfiorato il gol. Veramente troppo poco per gli uomini di Pioli. La Roma, invece, fa 7 punti nelle ultime tre partite (Juve e Napoli le altre avversarie). .Il Napoli cancella i risultati negativi seguiti alla qualificazione in Champions con un sonoro 6-1 al Genoa. Partita senza storia, ospiti già in vacanza. Apre le danze Cavani al 12’ eludendo il fuorigioco. Raddoppia Hamsik al 17’ al termine di un’azione insistita. Tris con Cavani al 24’, ancora una volta beffata la linea del fuorigioco. I rossoblù vanno a referto grazie all’ottima conclusione di Jorquera al 27’. E’ un fuoco di paglia: nel recupero Pandev, lasciato libero di avanzare e tirare, ristabilisce le distanze. La ripresa si apre con la sberla di Gargano che fa cinquina. Cavani divora letteralmente un paio di occasioni. All’80’ è Zuniga a infilare la sestina con un jolly da lontano.
Il nuovo scandalo scommesse rischia di scuotere ancora l’Atalanta che, tuttavia, in campo allontana i cattivi pensieri col 4-1 al Cesena. Sono proprio gli ospiti ad aprire le marcature con l’ottima iniziativa di Candreva al 12’. Il vantaggio dura solo 5’: al 17’ fallo di Benalouane su Marilungo e rigore trasformato da Denis (per lui un Natale da capocannoniere con 12 gol). Un solo minuto e in vantaggio vanno i nerazzurri, con Marilungo che fa tutto da solo e sorprende Antonioli. La punta atalantina confeziona la doppietta personale al 44’ concludendo una combinazione Denis-Peluso. I romagnoli si sono già spenti. Nella ripresa l’iniziativa di Peluso che salta due avversari, invita Antonioli all’uscita e lo batte (71’) delizia il pubblico dell’Azzurri d’Italia.
Risultato in altalena a Parma. Col Catania al ‘Tardini’ finisce 3-3. Vantaggio emiliano con Modesto al 5’, pari etneo con Almiron (incerta la respinta della difesa su angolo) al 21’. Padroni di casa al doppio vantaggio con l’iniziativa di Biabiany al 23’ e il destro a incrociare di Floccari al 44’. La squadra di Montella riapre la partita al 74’ col rigore di Lodi (fallo, ingenuo, di Santacroce su Gomez). E la chiude, per quanto riguarda lo score, all’85’ col destro al volo di Catellani, appena entrato.
Emozioni anche a Novara. Il 2-2 col Palermo è frutto di una rimonta che per i padroni di casa si è concretizzata nell’ultimo quarto d’ora. Al 20’ Ludi interviene su un cross di Ilicic e batte il proprio portiere. Per i rosanero questo è il primo gol in trasferta del campionato. La gara sembra girare a favore della squadra di casa al 42’, quando Ilicic si fa espellere per un fallo di reazione su Paci. Nella ripresa il Novara spinge, ma non è concreto. Bertolo, al 74’, gela il ‘Piola’ passando fra due difensori e battendo Ujkani. Tre minuti dopo Mazzarani rincuora gli spettatori con una girata (la deviazione di Silvestre mette fuori causa Benussi). All’84’ arriva il pareggio con la girata di Rigoni. Gemiti quasi capovolge il risultato, ma il Palermo non avrebbe meritato la punizione.