Le limitazioni in vigore dal 2013


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Detersivi più ‘puliti’

Il Parlamento europeo vieta l’uso di fosfati nei detersivi detersivo_liquido_lavatrice_296

di Monica Moretti

Da giugno 2013 i fosfati saranno banditi da detersivi per lavatrici e dal 2017 da quelli per lavastoviglie. Lo ha deciso a larga maggioranza la sessione plenaria del Parlamento europeo, dopo che una proposta in tal senso era stata avanzata dalla Commissione e un accordo di principio era stato raggiunto in sede di Consiglio Ue.

I fosfati vengono usati nei detersivi per contrastare la durezza dell’acqua e aumentare l’efficacia della pulizia (facilitano la dispersione dello sporco e impediscono che questo si ridepositi sui tessuti), ma sono anche molto inquinanti perché causano la cosiddetta eutrofizzazione (fioritura abnorme di alghe che toglie ossigeno ai mari). E i detersivi, dopo agricoltura e fognature, sono la terza fonte di dispersioni di fosfati nell’ambiente.

Per questo la decisione del Parlamento europeo limita, dal 2013, l’uso dei composti a base di fosforo destinati ai consumatori a 0,5gr per dose standard nei detersivi da bucato e, dal 2017, a 0,3gr per dose standard in quelli da lavastoviglie. Il regolamento – specifica l’Unione europea – “non disciplina però i detergenti usati dai professionisti, dal momento che non sono ancora disponibili alternative tecnicamente ed economicamente realizzabili”.

Da un lato, spiega il commissario Ue all’Industria, Antonio Tajani, le nuove norme “contribuiranno a garantire la libertà del mercato interno, dato che oggi le regolamentazioni nazionali ostacolano il commercio di questi prodotti” e, dall’altro, permetteranno un aumento della qualità dell’acqua e della tutela dell’ambiente in tutta l’Ue”.

“La decisione è sicuramente positiva: il fosforo è da tenere sotto controllo in bacini e mari chiusi, come ad esempio, l’Adriatico”, dice Andrea Poggio, vicedirettore di Legambiente Italia, ma per l’Italia cambia ben poco: “Proprio a causa dell’eutrofizzazione dell’Adriatico, il nostro Paese ha fatto scuola, e la normativa italiana attualmente in vigore è sostanzialmente simile a quella appena introdotta dal Parlamento europeo”.

Se molti Stati nell’Europa occidentale sono “virtuosi” e in Italia la prima regolamentazione in materia risale quasi a trent’anni fa, nell’Europa dell’Est, dove in molti casi, ci si affida alla buona volontà dei produttori di detersivi, si stima che il 16-25% dei fosfati presenti nelle acque sia da ricondurre all’uso domestico dei detergenti. Tanto che nel Danubio e nel Mar Nero, i problemi dei eutrofizzazione sono all’ordine del giorno.

“Comunque –aggiunge Poggio – non basta ridurre la quantità di fosfati che finiscono in fogna, ma servono anche impianti di depurazione che funzionino bene. Abbiamo impianti vecchi e paradossalmente se le quantità di fosforo sono troppo basse, gli impianti funzionano peggio, perché le alghe che i fosfati producono, aiutano la depurazione. Si dovrebbe puntare sulla green economy dell’acqua e investire su impianti all’avanguardia”.