Addio all'ultimo presidente cecoslovacco


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Havel, protagonista rivoluzione velluto

Era nato a Praga nel 1936 havel_296

Scrittore e drammaturgo, autore del celebre manifesto Charta 77, Vaclav Havel è stato uno dei protagonisti massimi della Rivoluzione di Velluto che nel 1989 ha portato al crollo dei regimi sovietici.

Ultimo presidente della Cecoslovacchia, tra il 1989 e il 1993, Havel è diventato poi il primo presidente della Repubblica Ceca dopo la sua divisione dalla Slovacchia nel 1992. Rimase alla presidenza fino al 2003, quando gli successe Vaclav Klaus, uno dei suoi più decisi oppositori.

Nato nel 1936 in una famiglia benestante di Praga, Havel ebbe difficoltà seguire gli studi superiori, dopo che il partito comunista, che aveva preso il potere nel 1948 con un colpo di stato appoggiato dall'Unione Sovietica, accusò la sua famiglia di simpatie filo tedesche. Riuscì, comunque, a frequentare i corsi serali dell' Università Tecnica Ceca di Praga fino al 1957.

Dopo il servizio militare, nel 1960 iniziò a lavorare nel teatro, prima come macchinista, riuscendo poi a far mettere in scena le sue opere. Il suo primo lavoro messo in scena fu La festa in giardino (1963), mentre l'opera più conosciuta in Occidente e' "Il Largo Desolato". L'accento fortemente politico delle sue opere, le fa mettere al bando quando inizia la repressione lanciata dal governo dopo la Primavera di Praga del 1968.

L'attività' politica di Havel non si ferma, anzi si intensifica e culmina con la pubblicazione del manifesto Charta 77 in cui lo scrittore ed altri dissidenti criticano, prendendo spunto dall'arresto dei componenti la formazione musicale ceca di musica psichedelica dei Plastic People of the Universe, il mancato rispetto degli impegni assunti in materia di diritti umani dal governo cecoslovacco. Una presa di posizione molto dura che porto' all'arresto di Havel che rimase per cinque anni in prigione.

Le sue posizioni e le sue teorizzazioni anti-totalitarie, insieme ad un appassionato sostegno della non-violenza, fecero di Havel il leader naturale della Rivoluzione di Velluto del 1989, durante la quale fu arrestato di nuovo, il 28 ottobre. Ma il 29 dicembre 1989, nella sua qualità di capo del Forum Civico, fu eletto presidente dall'Assemblea Federale.

Dopo le libere elezioni del 1990, venne confermato presidente. Nonostante le crescenti tensioni interne, dalla presidenza Havel si oppose alla separazione della Cecoslovacchia, il cosiddetto Divorzio di Velluto, e il 20 luglio del 1992, dopo la dichiarazione di indipendenza della Slovacchia, diede le dimissioni. Ma poi si candidò e fu riletto alla presidenza della repubblica Ceca, ottenendo - nonostante fosse gia' malato di cancro - un secondo mandato nel 1998.

Havel si batté con vigore per il mantenimento della federazione fra Cechi e Slovacchi in occasione della dissoluzione della Cecoslovacchia, il cosiddetto Divorzio di Velluto.

Il 3 luglio 1992 Havel non fu eletto a causa del mancato sostegno dei rappresentanti slovacchi. Il 20 luglio, dopo la dichiarazione di indipendenza della Slovacchia, Havel rassegnò le dimissioni. Fortemente filo americano, Havel è stato il principale sostenitore dell'ingresso della repubblica ceca nella Nato avvenuto il 12 marzo 1999.