Di seguito i principali punti dell'accordo trovato nella notte tra i 17 Paesi dell'eurozona e 6 Paesi dell'Unione europea (Bulgaria, Danimarca, Lettonia, Lituania, Polonia e Romania).
- ARCHITTETTURA RINFORZATA PER UNIONE ECONOMICA E MONETARIA. "Al fianco della moneta unica - si legge nella nota - è necessario un forte pilastro economico. Esso poserà sul miglioramento della governance per promuovere la disciplina fiscale e su una più profonda integrazione nel mercato interno, così come su una crescita più forte e una maggiore competitività e coesione sociale". Per questo, prosegue il comunicato, "ci siamo accordati su una nuova unione fiscale e su un coordinamento più significativo delle politiche economiche nelle aree di comune interesse".
- NUOVA UNIONE FISCALE che conterrà i seguenti elementi: i Paesi dell'eurozona dovranno adottare un limite massimo dello 0,5% per il deficit annuale, tetto più rigido rispetto all'attuale 3% previsto dalla normativa europea; questa regola dovrà essere introdotta a livello costituzionale in ogni Paese; la norma conterrà un meccanismo di correzione automatica che potrà essere innescato in caso di deviazione (viene riconosciuta la giurisdizione della Corte europea di giustizia al fine di verificare la trasposizione di questa regola a livello nazionale); i Paesi membri in procedura di disavanzo devono sottomettere alla Commissione e al Consiglio europeo un programma che descriva le necessarie riforme strutturali per assicurare una correzione duratura dei deficit eccessivi; le regole che governano la procedura per i disavanzi eccessivi saranno rinforzate per i Paesi dell'eurozona (nel caso in cui il deficit superasse il 3% del Pil potrebbero scattare sanzioni automatiche).
- PIU' FORTI POLITICHE DI COORDINAMENTO E GOVERNANCE: Si lavora a una politica economica comune, tramite un maggior coordinamento senza danneggiare il mercato interno. La governance dell'eurozona sarà rafforzata, anche grazie a euro summit regolari che si terranno almeno due volte all'anno.
- RAFFORZAMENTO DEGLI STRUMENTI DI STABILIZZAZIONE: Si lavora per accelerare l'entrata in vigore del trattato sul fondo Esm (European Stability Mechanism) entro luglio 2012. L'Efsf rimarrà in vigore fino a metà 2013. L'eurozona e altri Paesi membri garantiranno 200 miliardi di euro di risorse addizionali al Fondo monetario internazionale. Per quanto riguarda il coinvolgimento del settore privato nelle procedure di salvataggio, la nota sottolinea che la formula adottata per la Grecia è stata "unica ed eccezionale".