E' il trend italiano negli ultimi 5 anni


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Diabete, costi in aumento del 40%

Per ogni paziente spesi quasi 2800 euro all'anno visita_diabete_296

di Maurizio Righetti

Il diabete costa al Servizio Sanitario dieci miliardi di euro ogni anno. Per ognuno degli oltre tre milioni e mezzo di diabetici italiani si spendono 2756 euro, il 78 per cento in più rispetto alla popolazione senza diabete. Un dato preoccupante, perché la prevalenza del diabete nella popolazione è ormai al 5,8 per cento, in vertiginoso e continuo aumento: solo dal 2007 a oggi il numero di casi è cresciuto del 13 per cento. L'allarme arriva dal convegno “Il profilo assistenziale della popolazione con diabete”, a Bologna, durante il quale sono stati presentati e discussi i dati più aggiornati dell'Osservatorio ARNO Diabete del Cineca, realizzato in collaborazione con la Società Italiana di Diabetologia.

Giulio Marchesini Reggiani (“Sant'Orsola”, Bologna: “Per ogni diabetico spendiamo 2756 euro l'anno, contro i 1545 spesi per chi non ha il diabete”

Il database dell'Osservatorio è stato ottenuto integrando i flussi sanitari (farmaci prescritti, ricoveri, accesso a prestazioni specialistiche) di ogni singolo paziente di una rete di 32 ASL, per un totale di quasi dieci milioni di italiani. I diabetici inclusi nell'Osservatorio sono circa 544.000 e sono ormai disponibili i dati integrati di 15 anni. “Ciò ci consente di avere un'idea precisa sull'andamento dei profili assistenziali, utile per arrivare a un'ottimale pianificazione sanitaria – spiega Giulio Marchesini Reggiani, direttore della Struttura Dipartimentale di dietetica clinica del Policlinico Sant'Orsola di Bologna e responsabile SID presso l'Osservatorio ARNO- Diabete per la SID -. I dati raccolti dipingono il quadro di una malattia in continua crescita, che drena moltissime risorse economiche del Sistema Sanitario Nazionale: per ogni diabetico spendiamo 2756 euro l'anno, contro i 1545 spesi per chi non ha il diabete. Circa 1600 euro derivano dai ricoveri, che sono circa l'80 % in più rispetto a chi non ha diabete”.

Rispetto alla popolazione generale, le amputazioni sono cinque volte più frequenti

“Il tasso di ricoveri per nefropatia, ad esempio - prosegue Marchesani Reggiani -, è del 120 % maggiore rispetto alla popolazione generale, per neuropatia del 108 % più alto, per malattie cardiovascolari del 96 %. E le amputazioni sono cinque volte più frequenti. Ma se si intende ridurre la frequenza e i costi di tali complicanze limitando al tempo stesso il loro impatto sulla qualità di vita dei diabetici non si può procedere con la politica dei tagli lineari alla spesa sanitaria: è impensabile ridurre i posti letto negli ospedali e al tempo stesso rivalutare le strutture diabetologiche sul territorio. La persona con diabete seguita solo dai medici di medicina generale hanno un'aspettativa media di vita di cinque anni inferiore rispetto a chi è seguito anche da una struttura specialistica: per risparmiare in modo intelligente e senza compromettere la salute delle persone con diabete occorre semmai potenziare e razionalizzare l'assistenza diabetologica sul territorio, accorpando le competenze specialistiche in strutture in grado di curare i pazienti più complessi e di identificare le complicanze prima che diano segni clinici evidenti. Così facendo si possono dimezzare i casi in cui le complicanze del diabete diventano di difficile gestione e richiedono l'ospedalizzazione”.

Più di 600 euro pro-capite per le malattie concomitanti

Oltre ai ricoveri, il secondo ampio capitolo di spesa sono i farmaci. Mentre la spesa per il controllo della glicemia è sostanzialmente stabile, la spesa dei farmaci per curare le patologie associate, soprattutto quelle cardiovascolari, supera ormai i 600 euro pro capite. Più del doppio delle persone con diabete, rispetto ai non diabetici, assume farmaci per la dislipidemia, il 70% antiaggreganti, il 24% altri farmaci cardiovascolari. “Un maggiore impiego di tali farmaci nel diabete è indicato da tutte le linee guida, che prevedono un trattamento aggressivo di tutti i fattori di rischio cardiovascolare quali ipertensione, ipercolesterolemia e così via – spiega Marchesini –. Ci sono poi i costi dei farmaci per il diabete: la spesa maggiore riguarda la terapia insulinica. Negli ultimi cinque anni i pazienti trattati con analoghi dell'insulina sono più che raddoppiati, comportando un incremento della spesa media pro capite del 42 %, (circa 150 euro). Inoltre, negli ultimi anni sono arrivati sul mercato nuovi farmaci per il trattamento dell'iperglicemia nel diabete di tipo 2, come gli incretino-mimetici o gli inibitori della DPP-4, che comportano un aggravio di spesa media. L'incremento di spesa maggiore, però, è relativo ai farmaci per la prevenzione cardiovascolare. Quindi una efficace prevenzione primaria rimane una irrinunciabile strategia per la prevenzione delle complicanze (responsabili dell'alto tasso di ospedalizzazione) della spesa sanitaria”.

Molti pazienti non ricevono un'assistenza diabetologica adeguata

I dati dell'Osservatorio rivelano che il 90% dei diabetici esegue almeno una prestazione specialistica all'anno, contro l'80 per cento dei non diabetici; ciò nonostante, sono ancora numerosi i pazienti che ricevono un'assistenza diabetologica non in sintonia con quanto dettato negli standard italiani di cura del diabete promulgati da SID e dell'Associazione Medici Diabetologi. “Solo il 64% dei diabetici esegue almeno una volta all'anno una misurazione dell'emoglobina glicata, prezioso indice dell'andamento e del grado di controllo della glicemia nel tempo. Lo screening della nefropatia diabetica, il più forte predittore di rischio cardiovascolare nei diabetici, viene effettuato una volta all'anno da meno di un terzo dei malati – riferisce Marchesini -. C'è poi il capitolo dei pazienti immigrati: circa 10.000 diabetici stranieri sono inclusi nell'Osservatorio ARNO e si tratta in maggioranza di pazienti giovani, per i quali quindi la spesa sanitaria è minore rispetto a quella sostenuta per gli italiani. I dati del Rapporto ARNO-Diabete – prosegue Marchesini – sono un valido supporto per l’assistenza ma anche per una migliore programmazione e gestione delle risorse del Sistema Sanitario: conoscendo in maniera dettagliata i costi sostenuti per affrontare l'”epidemia” di diabete, infatti, sarà possibile contribuire a razionalizzare e ottimizzare l'utilizzo delle risorse economiche nell'interesse della collettività”.