Juana San EmeterioALMANYA
di Yasemin Samdereli. Germania 2011, commedia (Teodora Film)
Vedat Erincin, Fahri Ogün Yardim, Lilay Huser, Manfred-Anton Algrang, Aliya Artuc,Kaan Aydogdu, Jo Brauner, Siir Eloglu, Demet Gül, Ercan Karacayli, Aykut Kayacik, Rafael Koussouris, Axel Milberg, Antoine Monot Jr., Denis Moschitto.
“Chiedevamo dei lavoratori e sono arrivate delle persone”. In questa frase dell’architetto svizzero Max Frish, citata nel film, c’è il senso di “Almanya”, la storia del milionesimo e uno immigrato turco arrivato in Germania e della sua famiglia, giunta alla terza generazione.
La storia, narrata dalla voce fuori campo della nipote Canan, inizia con la faccina preoccupata del piccolo Cenk, altro nipotino, il primo di una nuova generazione integrata nella cultura tedesca. A scuola il piccolo vede puntare la bandierina con il suo nome sulla parete, fuori dalla cartina geografica esposta in classe, dove non c’è il luogo dal quale proviene la sua famiglia: l’Anatolia. Da quella regione era arrivato negli anni ’60 suo nonno, Hüseyin Yilmaz. allora giovane turco, pieno di speranze, in cerca di lavoro. Ora dopo una vita di sacrifici, lui Hüseyin ha finalmente realizzato il sogno di comprare una casa in Turchia e vorrebbe farsi accompagnare fin lì da figli e nipoti per risistemarla. Dopo un momento di scetticismo iniziale, la famiglia al completo si mette in viaggio. Alle nuove avventure nella terra d’origine s’intrecciano i ricordi tragicomici dei primi anni in Germania (Almanya in turco) quando la nuova patria sembrava un posto assurdo in cui vivere. Lungo il tragitto, però, vengono a galla molti segreti del passato e del presente.
“Almanya” della regista Yasemin Samderelli, sceneggiata a quattro mani con la sorella Nesrin e ben interpretata da un ottimo gruppo di attori, è stata presentata con successo all’ultimo Festival di Berlino per poi diventare campione d’incassi in patria. Il segreto del suo successo sta sicuramente nella sua freschezza e intelligenza, nella capacità di divertire e commuovere, raccontando episodi pieni di verità. Spesso quando ci troviamo di fronte al problema dell’immigrazione, dimentichiamo che sono storie di uomini e donne, con le loro culture e i loro sogni. Le giovani sorelle Yosemite e Negri Salderei ci ricordano invece con garbo e ironia la complessità delle persone, usando i loro ricordi di tedesche di origine turca. Nella narrazione si alternano passato e presente nel corso del viaggio di ritorno in patria, ormai un luogo troppo lontano per chi è nato e vissuto in Germania. Il ritratto ben riuscito di questa famiglia con le convinzioni e i tic del paese di provenienza e di quello che la ospita ci fa sorridere e commuovere ma soprattutto riflettere su quelli che consideriamo stranieri. Da vedere.