AUTO: COLPITI I MODERNI DIESEL A BASSE EMISSIONI
Il provvedimento previsto dalla manovra del Governo Monti per tassare le auto considerate di lusso (20 euro per ogni kW di potenza eccedente il limite di 170 kW) va a colpire circa 260 modelli base delle più diverse categorie, dalle berline e le coupé di segmento C - come la Volkswagen Golf e la Renault Mégane nelle rispettive motorizzazioni top - alle esclusive e costose supercar da 350 all'ora. A fare le spese di questa nuova imposta, che non valuta il reale parametro che definisce un'auto di lusso cioé il prezzo di listino, sono dunque modelli dai costi più diversi, accomunati da una discriminante - quella della potenza erogata, 170 kW pari a 228 Cv - che identifica oggi modelli presenti in diverse fasce di utenza, prime fra tutte le auto aziendali. Nel lungo elenco delle "oltre 170 kW" vi sono infatti molte delle tipiche vetture che vengono fornite dalle aziende ai propri dirigenti, come le Audi A4 e A6, le Bmw Serie 3 e Serie 5, le Jaguar XF, le Mercedes Classe C e Classe E, per non parlare dei suv più diffusi, come il Q5 e il Q7 dell'Audi, i modelli GLK e ML della Mercedes, la Range Rover e la Jeep Grand Cherokee (quest'ultima è una delle auto utilizzate da Marchionne per gli spostamenti in Italia).
E se è vero che uno dei livelli di potenza più comuni tra i turbodiesel di ultima generazione - 180 kW, pari a 241 Cv - sarà soggetto ad una supertassa di soli 200 euro all'anno, sono invece fortemente penalizzate quelle motorizzazioni 3.0 - 3.5 ad iniezione diretta di benzina (estremamente poco inquinanti e caratterizzate anche da bassi consumi) che, toccando mediamente quota 245-250 kW, sono soggette ad un'imposta supplementare che varia tra 1.500 e 1.600 euro all'anno. Lo stesso ragionamento vale per le più moderne auto turbodiesel Euro 5 ed Euro 6, molto poco inquinanti e ancor meno assetate di gasolio, che nel loro processo di perfezionamento hanno raggiunto elevati valori di potenza erogata. Ancora più "stridente" la tassazione delle più recenti versioni ibride delle berline e dei suv del segmento medio-alto: modelli tecnologicamente molto raffinati, che vengono acquistati solitamente da aziende e privati che hanno a cuore il tema della eco-mobilità e che con la nuova manovra verranno invece tassati per la sola potenza erogata. Al riguardo va sottolineato che nelle ibride, cioè nei modelli che dispongono di un motore termico anche di media e piccola cilindrata e di una sezione elettrica composta da uno o due motori alimentati dalle batterie, la potenza di omologazione è data dalla somma delle singole potenze e raggiunge quindi valori elevati e quindi fortemente tassati.
Alcuni esempi: la diffusa Lexus GS 450 ne eroga 254 kW, la Volkswagen Touareg 3.0 V6 Hybrid arriva a 280 kW e la Bmw Active Hybrid 6 arriva a quota 357 kW, con supertasse che variano tra 1.680 e 3.740 euro. Resta poi l'incognita delle auto già immatricolate: se nel primo anno di vita una grossa berlina o un maxi suv alla moda possono concretamente essere considerati veicoli di lusso, già nel secondo anno il loro deprezzamento può far scendere il valore ai livelli di modelli medio-alti e nei successivi a quelli di una berlina di segmento C e B. Questa norma potrebbe dunque bloccare completamente il mercato delle auto di seconda mano di un certo livello - come quelle che rientrano dai leasing alle aziende - in quanto alcuni modelli potrebbero essere soggetti a superbolli pari ad un quarto o ad un terzo del valore reale del veicolo.
IVA 10%: RISCHIO RINCARI DAL LATTE AL CINEMA
Dal carrello della spesa al biglietto del cinema, dalla tariffa del campeggio ai prodotti farmaceutici: e' lungo l'elenco dei prodotti tassati oggi con l'Iva al 10%. Dopo il rincaro dell'ultima aliquota, passata gia' dal 20 al 21%, con la manovra varata ieri dal consiglio dei ministri, si rischia un rincaro dei beni di consumo piu' diffusi. Se infatti non verranno trovati diversamente i 4 miliardi di euro di risparmi, gia' 'cifrati' nella delega fiscale, scattera' da settembre 2012 l'aumento di due punti dell'Iva sia per l'aliquota del 21% sia per quella del 10%.
Ecco i prodotti di maggior consumo oggi tassati al 10%.
- Cinema, teatri
- Alberghi, pensioni, campeggi villaggi vacanze
- Trasporto ferroviario, marittimo aerei, autobus
- Prodotti farmaceutici e medicinali
- Fornitura acqua e raccolta rifiuti
- Energia elettrica, gasolio e gas
- Carni e salumi
- Pesce fresco e surgelato
- Latte conservato, yogurt, uova
- Zucchero, cioccolato, te', marmellate
- Gelati
- Miele
- Uva da vino
- Riso, avena e altri cereali
- Cacao in polvere non zuccherato
- Cioccolato e altre preparazioni alimentari contenenti cacao
- Prodotti a base di cereali
- Prodotti panetteria fine, pasticceria e biscotteria
- Acque minerali, birra
- Pasto al ristorante e consumazioni al bar
(Fonte: elaborazione su dati della Confcommercio e della Federalimentare).
CASA: TRA ICI-IMU E NUOVE RENDITE, IN MEDIA 400 EURO A FAMIGLIA
Una stangata da circa 11 miliardi di euro complessivi che potrebbe tradursi in un aggravio per una casa media, 80 metri quadri in una zona di non particolare pregio di una grande citta', di oltre 400 euro. Per la prima casa, sulla quale oggi non si paga l'Ici. Ma sulla seconda casa l'aggravio annuo potrebbe superare i 500 euro. Pesa come un macigno, nel calcolo, non solo la reintroduzione di fatto dell'Ici sotto forma di Imu ma anche la rivalutazione del 60% dei valori catastali. L'operazione-casa, il capitolo piu' 'doloroso' della manovra insieme alle pensioni, interessa la stragrande maggioranza degli italiani. Secondo gli ultimi dati dell'Agenzia del Territorio circa l'80% delle famiglie italiane ha la casa di proprieta'. Il 66% delle case (20 milioni di unita') e' costituito da abitazioni principali, poi vi e' una serie di case di proprieta' tenute a disposizione, 15% (4,4 milioni), il 9% (2,6 milioni) sono invece appartamenti in affitto, infine vi e' un 2% di case di proprieta' in uso gratuito a familiari (731 mila). Circa 30 milioni di immobili sono di proprieta' di persone fisiche, mentre 3 milioni a persone non fisiche.
Per un appartamento di 80 metri quadri in zona semicentrale di una grande citta', con la nuova Imu e i nuovi valori catastali si pagheranno 440 euro sulla prima casa, 39,29 euro in piu' di quanto si sarebbe versato con la vecchia Ici. Per lo stesso immobile, tenuto pero' come seconda casa, l'esborso passa dai circa 770 euro attuali a circa 1.216 euro, con un aggravio di oltre 500 euro. Se invece si considera un appartamento un po' piu' grande, circa 120 metri quadri, sempre in una zona non di pregio di una grande citta', la nuova Imu costera' circa 760 euro, mentre per una seconda casa, si arrivera' a pagare 1.824 euro, 774 in piu' di quanto chiesto oggi con l'imposta comunale sugli immobili. Si tratta di primissimi calcoli, solo indicativi, perche' il valore degli immobili al catasto ha tantissime variabili: citta', zona, grandezza, classamento, etc.
Il testo del decreto, ancora non ufficiale, fissa a 0,76% l'aliquota ordinaria dell'Imu, con una possibilita' per i Comuni di variare, in diminuzione o in aumento, l'aliquota di 0,3 punti percentuali. Sulla prima casa l'aliquota e' dello 0,4% e puo' variare, in positivo e in negativo, in 0,2 punti. Nel caso in cui il contribuente possieda la sola casa di abitazione e' prevista anche una deduzione di 200 euro. Ma e' sempre il Comune a decidere. Per quanto riguarda infine le pertinenze, sulle quali si paga la stessa imposta della casa di 'appartenenza', il decreto fissa il limite in una sola unita': un box auto, un magazzino, una tettoia. Se si hanno due diversi posti macchina la tassazione potrebbe essere diversificata. Tutti nodi, questi, che dovranno essere sciolti in queste ore