Le elezioni politiche in Russia


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'Cresce il nervosismo a Mosca'

Intervista all'On. Migliori, vicepresidente Assemblea parlamentare Osce migliori_ocse_296

di Valerio Ruggiero

“Le operazioni di voto in Russia non sono fino a questo momento in linea con gli standard delle elezioni europee, questo lo si è capito. Ci auguriamo che segnino un’evoluzione positiva rispetto al giudizio critico che l’Osce, e non solo l’Osce, diede quattro anni fa sulle precedenti elezioni parlamentari”. Riccardo Migliori, presidente della Delegazione parlamentare italiana dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, è a Mosca per monitorare l’andamento del voto.

Continuano ad arrivare notizie di arresti di oppositori. Qual è l’atmosfera che si respira a Mosca?
“Da ieri a oggi c’è un clima di maggiore nervosismo. La Piazza Rossa è presidiata da centinaia e centinaia di agenti della polizia. L’attenzione militante di tutti gli osservatori dei partiti d’opposizione presenti nei seggi, lo spiegamento impressionante di forze nelle strade e nei seggi stessi danno il segno di questo crescente nervosismo che da qualche ora si sta respirando. Stamani la situazione era molto più calma: ha fatto luce verso le dieci, la gente è andata tranquillamente a votare. C’è un elemento di minore serenità anche nei seggi: mi trovo in un seggio della zona semi-centrale di Arbat e colgo segni di maggior nervosismo. C’è un’attesa spasmodica, anche perché il crollo della partecipazione alle urne viene interpretato come un pericolo per il raggiungimento del 50% dei voti da parte di Russia Unita (il partito del premier Putin e del presidente Medvedev, ndr), che significherebbe un risultato clamoroso”.

Ha avuto modo di constatare palesi irregolarità ai seggi?
“Non le definirei così. Certo vi sono alcuni presidenti di seggio che con arroganza considerano intrusiva ed invasiva la presenza di osservatori internazionali. Ho dovuto abbandonare un seggio perché la presidente non voleva che mi avvicinassi se non a 25 metri di distanza dalle urne, rendendo così di fatto impossibile il monitoraggio elettorale, che a quel punto è stato meglio non fare. Di fronte a grande serenità in alcuni seggi, in altri c’è un elemento di tensione e di preoccupazione che si tocca con mano. Inoltre, sebbene dall’estremo oriente russo gli osservatori internazionali riportino la notizia di un clima sereno, in genere man mano che ci si allontana dalla capitale il processo elettorale diventa più imperfetto. E la vastità del territorio, in pratica un sesto continente, è davvero troppo grande per consentire un quadro omogeneo del processo elettorale”.