L'età media dei pensionati Inps per anzianità nei primi 10 mesi del 2011 è di 58,7 anni in lievissimo aumento sui 58,6 anni del 2010. E' quanto dicono gli ultimi dati Inps che l'ANSA ha avuto modo di consultare. L'età media di uscita nel complesso (vecchiaia e anzianità) è stata di 60,2 anni, in calo rispetto ai 60,4 anni del 2010. L'età di uscita per l'anzianità è aumentata solo lievemente rispetto al 2010 quando si era attestata su 58,6 anni. Per i dipendenti è passata dai 58,3 anni in media del 2010 ai 58,5 in media dei primi 10 mesi del 2011 mentre per gli autonomi è addirittura scesa passando da 59,1 anni in media a 59. I dati tengono naturalmente conto del fatto che la finestra mobile (12 mesi per i dipendenti e 18 per gli autonomi dal momento del raggiungimento dei requisiti per la pensione) non ha ancora dispiegato i suoi effetti completamente dato che fino a luglio è stato possibile uscire con le vecchie regole (per i dipendenti che nel 2010 avevano raggiunto almeno i 59 anni di età e i 36 di contributi) e le finestre vigenti nel 2010. I lavoratori che escono con l'età di vecchiaia (65 anni gli uomini, 60 le donne) escono in media a 62,7 anni. Nel complesso le uscite nei primi 10 mesi dell'anno sono state 224.241 con un età media di 60,2 anni. Le uscite per anzianità sono state 136.015 (58,7 anni l'età media) e quelle per vecchiaia appena 88.226 (62,7 anni l'età media).
2/3 ANZIANITA' 2010 A 40 ANNI CONTRIBUTI - I due terzi dei pensionati per anizanità Inps nel 2010 sono usciti con 40 anni di contributi. Nei dati Inps che l'ANSA ha avuto modo di consultare coloro che sono usciti con la pensione di anzianità indipendentemente dall'età anagrafica sono stati 116.013 sui 174.426 pensionati per anzianita dell'anno.
MASTRAPASQUA, CRESCITA ETA'USCITA TROPPO LENTA - La crescita dell'età di uscita dei pensionati per anzianità è ancora "troppo lenta" lo afferma il presidente dell'Inps Antonio Mastrapasqua commentando i dati Inps sull'età di uscita. Mastrapasqua in un colloquio con l'Ansa ha sottolineato come siamo ancora lontani dalla media di pensionamento europea.
FORNERO, RIFORMA SARA' INCISIVA MA EQUA - "Sulla spesa pensionistica, il governo ha in preparazione, e verosimilmente sarà annunciata entro pochi giorni, una riforma incisiva ma che rispetta il principio dell'equità tra le generazioni": lo ha detto il ministro del lavoro Elsa Fornero parlando durante una deliberazione pubblica del Consiglio Affari sociali in corso a Bruxelles.
"Abbiamo ben chiari i difetti del nostro mercato del lavoro, il suo dualismo e i principi di flexicurity che dovrebbero ispirarne la riforma" ha aggiunto Fornero spiegando che l'azione del governo sarà centrata su rigore, crescita ed equità. "So che c'é molta attesa sul governo italiano e sulle azioni che prenderà, voglio assicurare che l'Italia aderisce convintamente agli obiettivi ambiziosi della strategia 2020 e che il governo considera lo spirito di partnership e la cooperazione con la Ue essenziali", ha aggiunto il ministro alla sua prima uscita a Bruxelles. L'Italia, ha spiegato, "é particolarmente impegnata nella riduzione del disavanzo e nella riduzione graduale ma credibile tra debito e pil e per raggiungere questo obiettivo il governo intende fare leva su rigore, crescita ed equità". Il rigore, ha precisato, "non fa riferimento solo ad una dimensione quantitativa ma anche a una diversa cultura del rapporto tra individui e spesa pubblica, mentre l'equità prevede che le misure siano calibrate con l'attenzione all'equilibrio tra le generazioni". Per quanto riguarda la crescita, è "urgente adottare provvedimenti per rendere meno ingessata l'economia e favorire la nascita di imprese, migliorare l'efficienza dei servizi pubblici e favorire l'ingresso nel lavoro di giovani e donne". Il governo, poi, "si propone anche di correggere i difetti strutturali che hanno danneggiato la crescita del Paese". Ma "nell'immediato darà piena attuazione alle manovre dell'estate, completandole con gli interventi contenuti nella lettera Ue".