Cambiamenti climatici


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In 10 anni il 50% di morti in più

Esperta Oms lancia l'allarme. Conseguenze su ciclo cibo e acqua c

I cambiamenti climatici ed i fenomeni ad essi collegati - dalla riduzione della produttivita' agricola alle nuove emergenze sanitarie - hanno fatto registrare 150 mila morti nel mondo nell'anno 2000: a distanza di dieci anni tale cifra risulterebbe essersi addirittura raddoppiata, con 300 mila vittime a causa dell''effetto clima'. E che le conseguenze dei cambiamenti abbiano un impatto sulla salute viene confermato anche dal dato che il pianeta si sta riscaldando. Secondo i dati diffusi dall'Omm, in concomitanza con la conferenza mondiale in corso a Durban, il 2011 e' stato, malgrado l'effetto ''raffreddante'' della Nina, il decimo anno piu' caldo dal 1850.

''La nostra scienza - ha affermato il segretario generale dell'Omm, Michel Jarraud - e' solida e dimostra in modo inequivocabile che il clima mondiale si sta riscaldando e che questo riscaldamento e' dovuto alle attivita' umane''. A mettere in guardia sull'aumento di mortalita' collegata ai cambiamenti climatici - precisando che si tratta di una stima in corso di elaborazione -, e' invece la responsabile del 'Programma cambiamento climatico, sviluppo sostenibile e salute' dell'Oms-Europa, Bettina Menne che, riferendosi alla conferenza sul clima in corso a Durban, sottolinea come sia fondamentale adottare iniziative concrete soprattutto in favore dei Paesi piu' poveri e a rischio I cambiamenti climatici, spiega Menne, vanno affrontati considerando che essi determinano due tipi di conseguenze: ''Ci sono le conseguenze dirette come gli eventi estremi, dalle ondate di calore alle alluvioni: nel 2003, ad esempio, in Europa i morti per l'eccessivo calore furono 70 mila e si stima siano state circa 50 mila le vittime nel 2010 solo in Russia per caldo e incendi''. Ma ci sono anche delle ''conseguenze indirette'': ''Parliamo, soprattutto, degli effetti sul ciclo dell'acqua e del cibo. Si stima infatti che nel 2020-30 - afferma l'esperta - in vari paesi dell'Asia centrale si avra' una forte riduzione della produzione agricola a causa di un clima sempre piu' arido, e la situazione peggiorera' ulteriormente nell'Africa sub-sahariana. La conseguenza di cio' sara' un maggiore rischio di malnutrizione per la popolazione''.

Anche l'acqua, da qui al 2030, rappresentera' sempre di piu' un problema: ''Con il cambiamento climatico, in alcune zone come nel centro Europa, vi sara' troppa acqua per effetto di piogge di maggiore intensita', mentre nel Mediterraneo il rischio sara' quello contrario di una riduzione della disponibilita' d'acqua a causa di una maggiore siccita'''. Ma c'e' anche un terzo aspetto da considerare: quello sanitario. I cambiamenti climatici infatti, sottolinea l'esperta, ''hanno anche determinato lo spostamento di vettori infettivi da una regione all'altra: e' il caso di zecche e zanzare tigri, che dal sud si sono spostate verso il nord Europa, ed anche alcune piante molto allergeniche stanno iniziando a diffondersi in aree diverse da quelle di origine''. Tutto cio', afferma Menne, impone una prima urgenza: ''Bisogna investire di piu' perche' i servizi sanitari dei singoli Paesi siano preparati ad affrontare nuovi eventi estremi e problemi sanitari causati dai cambiamenti climatici, ma e' anche fondamentale sviluppare strategie a lungo termine di sviluppo sostenibile''.