Suicidio assistito per Lucio Magri


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Englaro, Welby, Coscioni: rispetto volontà individuo contro morale ipocrita

Parlano i protagonisti di lunghe battaglie per l'eutanasia

Englaro: "Vale il principio del primato della coscienza personale"
"Vale solo e sempre un principio ed e' quello del primato della coscienza personale". Secondo Peppino Englaro "nessuno puo' entrare nella coscienza di una qualsiasi persona. Questo signore evidentemente ha esercitato il primato della sua coscienza. E' tutto li'. E tutto si riassume in queste parole, nel primato della coscienza personale, che non puo' essere messo in discussione da nessuno sulla faccia della terra". Poi aggiunge: "La decisione di questo signore non e' che io la debba condividere, io la rispetto, proprio perche' rispetto questo primato che e' di tutti. Quindi, non e' che io debba condividere niente, io ho rispetto assoluto della coscienza di questa persona. Anche perche' tra l'altro - spiega - io non so tutte le sue motivazioni e non ho nessuna ragione di andarle a scoprirle e quindi rimane solamente quella cosa del primato della coscienza personale di qualsiasi individuo. Lui questo primato l'ha esercitato e basta, chiuso. Come si fa del resto a giudicare una coscienza di un'altra persona? Non si puo' entrare ne' nella mente ne' tantomeno nella sua coscienza. Si puo' solo rispettarla. Tutto qui. Io altro non ho da dire".

Welby: "Rispettare sempre la volontà dell'individuo"
Se Lucio Magri, fondatore del Manifesto e storico leader della sinistra, ha scelto di morire in Svizzera "vuol dire che era assolutamente determinato, che considerava la sua depressione senza via d'uscita. Era la sua volonta', e la scelta dell'individuo e' l'unica cosa che conta". Cosi' Mina Welby, moglie di Piergiorgio, che scelse di morire nel 2006 assistito dal suo medico dopo anni di malattia, commenta il suicidio di Magri. "La scelta di uscire dalla vita - spiega Welby all'Agi - compete alla persona, non ci sono critiche da fare, solo massimo rispetto. E in queste strutture in Svizzera non e' cosi' facile morire, i medici valutano attentamente le condizioni psicofisiche del paziente e se ci sono margini di recupero per evitare la scelta piu' drastica. Evidentemente quella di Magri e' stata una scelta molto ponderata, che noi non possiamo giudicare. La coscienza e' individuale, chi crede poi rispondera' delle sue scelte davanti a Dio, altrimenti davanti alla propria coscienza".

Coscioni: "Emigrato in Svizzera per mettere fine al suo dolore"
"Spero, voglio sperare che la vicenda umanissima di Lucio Magri, che ha deciso di non soffrire piu' e ha posto fine al suo dolore, sia di ammonimento e insegnamento". Lo ha dichiarato Maria Antonietta Farina Coscioni, deputata radicale e presidente onoraria dell'associazione "Luca Coscioni". "Magri riteneva intollerabile vivere, preda di una depressione che lo faceva scivolare inesorabilmente in un 'buio' provocato da ragioni pubbliche e private che sono insondabili e non vanno giudicate. Per porre fine al suo dolore, ha pero' dovuto 'emigrare', un viaggio con un biglietto di sola andata, in Svizzera".

"Questo perche' viviamo in un paese dove vige una regola ipocrita, quella del 'si fa ma non si deve dire': la regola dove la maggioranza dei medici e degli infermieri quando vengono interpellati, ammettono che si', a volte la morte puo' essere preferibile a un residuo di vita fatta di dolore insopportabile e inutile; dove l'eutanasia si pratica al di la' di ogni regola e controllo, perche' la mano pietosa di un medico e di un infermiere compie quell'estremo gesto di misericordia che la legge e una 'morale' immorale vieta. Dovremmo sapere quanti anziani che si tolgono la vita in modo tragico, gettandosi da una finestra, da un ponte, o impiccandosi, lo fanno perche' malati incurabili e vittime di atroci dolori, perche' non hanno la possibilita' di una morte pietosa e dignitosa che vorrebbero, e viene loro negata".

"Ma perfino un'indagine conoscitiva del fenomeno, e' stata negata. Rendo omaggio a Lucio Magri, come gia' lo resi a Mario Monicelli, vittime e martiri di questa morale assurda e ipocrita come lo furono Luca Coscioni, Piergiorgio Welby e Giovanni Nuvoli e i tanti di cui non conosciamo neppure il nome. Continuero', con le mie compagne e i miei compagni radicali la lotta per la dignita' della vita e del morire, cosi' come la chiedeva, anzi la esigeva Indro Montanelli e tanti con lui. Perche' non si sia piu' costretti a gesti estremi come Monicelli -concluee la parlamentare radicale- a viaggi solo di andata, come Magri".