Malattia ‘dimenticata’


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L'angina colpisce 2 milioni di persone

In continua crescita il numero di angioplastiche n

di Maurizio Righetti

 

Due milioni di italiani soffrono di angina cronica e la patologia è aumentata in modo rilevante negli ultimi cinque anni, così come sono cresciute del 5,6 per cento, tra il 2007 e il 2010, le angioplastiche che ‘riaprono’ le arterie occluse impedendo l’afflusso di sangue al cuore. In crescita del 13% anche le procedure di rivascolarizzazione con l’inserimento di stent medicati con rilascio graduale di farmaci. Ad essere colpiti dall'angina sono sia uomini che donne, frequentemente di età avanzata, che hanno spesso già sofferto di infarto o ischemia coronarica. Negli ultimi anni, grazie alle tecniche non chirurgiche, l’angina cronica sembra essere stata però ‘dimenticata’ dai medici specialistici che la considerano risolta con la sparizione dei sintomi, come dolore al petto e senso di soffocamento spesso in seguito ad uno sforzo.

Angina Day, coinvolti cento ospedali italiani
L'Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO)  ha organizzato un mese di iniziative che celebrano l’Angina Day in 100 ospedali italiani in cui si terranno i primi corsi di formazione dei medici specialistici, (cardiologi ma anche diabetologi, internisti e medici di urgenza). I corsi proseguono fino a metà dicembre per richiamare l’attenzione dei medici alla valutazione degli effettivi sintomi dei pazienti con angina cronica e soprattutto alla misurazione reale della qualità della vita dei pazienti.

Massimo Uguccioni: gli stili di vita determinano una maggiore incidenza dell'angina cronica
“L’aumento dell’aspettativa di vita, del numero di persone che sopravvivono ad infarto e degli scorretti stili di vita, dal fumo alla sedentarietà, ha determinato un incremento del numero delle persone con angina cronica. In Italia, negli ultimi 5 anni, i pazienti con angina cronica sono aumentati  - afferma Massimo Uguccioni, vicepresidente per le attività culturali dell’ANMCO e direttore della Cardiologia dell’Ospedale CTO - A. Alesini di Roma – e di pari passo è cresciuto il numero delle procedure coronariche percutanee (PCI) ma, nonostante tali interventi, circa il 20-30% dei pazienti continua ad avere angina oppure soffre di dolore cardiaco in seguito a uno sforzo lieve o in altri momenti della vita quotidiana, come si deduce dai dati di prescrizione dei più comuni farmaci anti-anginosi. Da qui la necessità di ottimizzare la terapia farmacologica sia con le opzioni tradizionali come betabloccanti, nitrati, statine, antiaggreganti che con l’impiego di nuovi farmaci oggi disponibili.”

Porre maggiore attenzione alla valutazione della qualità della vita
La percezione, tra i medici specialistici e di medicina generale, è che l’angina non esista più perché la cardiologia interventistica ne elimina i sintomi. Ma, secondo i dati dell’ANMCO, persistono i casi di restenosi e di progressione della malattia, una condizione che interessa il 10% degli uomini e fino al 50% delle donne con angina, per la quale, pur in presenza di coronarie normali, la qualità della vita è compromessa da ricorrenti episodi di dolore anginoso che può portare anche a ricoveri in ospedale.
“C’è un mondo sommerso di pazienti anginosi che continua a convivere con il dolore cardiaco – prosegue Uguccioni - che si manifesta nonostante le procedure interventistiche, nei quali spesso, per età o altre malattie, non è possibile intervenire di nuovo. Questo segmento di persone non può essere trascurato e i medici dovrebbero adottare, come sta accadendo da alcuni anni negli Stati Uniti, nuovi strumenti di valutazione della gravità della patologia che misurino efficacemente la qualità della vita, oltre che la persistenza di sintomi. Solo così si potrà allineare la percezione del medico con quella del paziente su questa patologia”.