Gli italiani e le tasse


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Stanchi dei 'furbetti'

L'80% dice basta a chi evade il Fisco j

Gli italiani non sopportano più chi fa il furbo con il fisco: da un'indagine Confesercenti-Ispo emerge infatti "una continuità dei giudizi improntati ad un severo rigore in materia fiscale. E a bocciare l'elusione fiscale sono tre italiani su 4.

A dire no ai 'furbetti del 730' é infatti il 79%, "percentuale in aumento e che conferma il crescere della condanna nei confronti di chi fa il furbo con il fisco", segnala l'indagine che ha monitorato per mesi la situazione. Se si confronta poi il dato del 79% di 'intransigenti' con le risultanze emerse a gennaio 2009 l'aumento è perfino più netto: ben 8 punti (71%). "Un atteggiamento che si accompagna all'esigenza sempre più evidente di un fisco che cominci ad invertire la marcia e diventi gradualmente meno pesante", indica la ricerca. Dall'indagine emerge anche l'esigenza di "una riforma fiscale che pesi meno su famiglie e imprese", oltre a una forte preoccupazione per la crisi. A livello territoriale, il pollice 'verso' sul fenomeno dell'evasione fiscale cresce in modo consistente al Centro (dal 49% asl 62%) al Sud ed isole (dal 46% al 50%). Altalenante come la speranza di uscire dalla crisi il nord-est (dal 51% al 58% poi nuovamente il 51%). In controtendenza il Nord Ovest, dove invece la percentuale cala dal 58% al 44%.

La presenza nel Paese di una ampia maggioranza virtuosa che, soprattutto nella fase più acuta di crisi non è disponibile ad essere tollerante, viene segnalata anche da un altro test. Di fronte alla considerazione che si può 'pensare ai problemi economici personali e non pagare qualche tassa', la percentuale di chi non è d'accordo su questa tesi sale dal 71% di febbraio al 76% di oggi. Resiste tuttavia quasi un quarto della popolazione che sembra voler giustificare un atteggiamento egoistico o di 'sopravvivenza'' costi quel che costi (il 23% del campione che risulta così suddiviso: molto d'accordo il 4%, abbastanza d'accordo il 19%).

Fra questi ultimi però emerge un 36% di persone in cassa integrazione, o che ha perso il lavoro. Quelli che sono a favore di un comportamento corretto si trovano in particolare fra i meno giovani ed i più acculturati. E per le aree territoriali sono più "sensibili" nord est e centro.

Nel gruppo degli 'indulgenti' verso comportamenti non corretti, oltre alla fetta cospicua dei disoccupati, seguono il 5% delle casalinghe, il 22% dei lavoratori dipendenti con basse qualifiche, e ancora il 17% dei pensionati, "categorie sociali che subiscono i colpi più pesanti della fase recessiva ed esprimono molto probabilmente - evidenzia la ricerca Confesercenti-Ispo - con tale parere anche la 'rabbia' nei confronti dello stato di disagio che sono costrette a subire, rispetto a una società che non garantisce stabilità del lavoro ed è carente in termini di equità". Tra imprenditori, professionisti e studenti, gli 'indulgenti' si attestano fra un 21 ed un 17%.