Lutto nel mondo del Cinema


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E' morto il regista Ken Russell

Aveva 84 anni. La fama internazionale nel 1969 con 'Women in love' k

Il famoso regista britannico Ken Russell è morto all'età di 84 anni. Lo ha indicato il figlio a The Telegraph, che lo rende noto su Twitter.

Nato a Southampton nel 1927, Russell è diventato famoso internazionalmente nel 1969 con il suo 'Women in Love' (Donne in Amore), adattato dall'omonimo romanzo di D.H.Lawrence, con Glenda Jackson e Oliver Reed. Il film, che a suo tempo fece scandalo (tra l'altro per una famosa scena di lotta tra due uomini nudi) ottenne una serie di nomination gli Oscar, tra cui quella per il miglior regista. Ma ad ottenere la statuetta fu soltanto la Jackson in quanto miglior attrice protagonista. Altri film di Russell sono tra l'altro 'The Music Lovers' (L'altra faccia dell'amore) dedicato alla vita di Piotr Ilic Cajkovskij, 'Tommy', ispirato all'opera rock degli Who, Lisztomania, un'altra opera rock.

Per oltre un decennio (1959-70) esercitò nei programmi culturali della BBC un'opera di svecchiamento, imponendo nuove forme espressive (ad esempio il documentario con attori) e un singolare talento visionario e barocco, specie nella serie di ritratti d'artisti e musicisti quali Prokofev (1961), Elgar (1962), Bartók (1963), Debussy ( The Debussy Film, 1965, interpretato da O. Reed), il doganiere Rousseau ( Always on Sunday, 1965), Isadora Duncan (1966), il cui profilo era molto più vivo sul piccolo schermo che nel film spettacolare di K. Reisz del 1968, D. G. Rossetti ( Dante's Inferno, 1967), F. Delius ( Song of Summer, 1968), R. Strauss ( The Dance of the Seven Veils, 1970), mettendo in risalto l'intensità espressiva drammatica dei personaggi. In questo periodo aveva girato anche due film (non trascurabile il poliziesco Il cervello da un miliardo di dollari, 1967), ma fu soltanto con Donne in amore (1969) dal romanzo di D. H. Lawrence e con la biografia di Cajkovskij L'altra faccia dell'amore (1971) che si rivelò tra i più sorprendenti cineasti europei, facendo emergere gli aspetti ribelli dell'animo del musicista. Più discutibili, ed estremamente variati, i suoi film successivi: I diavoli (1971), evocazione delle possedute di Loudun e del tempo dei roghi, che tratta di un processo per stregoneria del XVII secolo; Il boyfriend (1972), rifacimento di un musical stile Hollywood, con la modella Twiggy nel ruolo principale; Messia selvaggio (1972), sull'amore impossibile tra lo scultore francese G. Gaudier e la polacca S. Brzeska; La perdizione (1974, Gran Premio della commissione tecnica del cinema francese a Cannes), certo il meno valido, su Mahler; Tommy (1975), violenta opera della generazione rock con musiche di P. Townshend e degli Who, primo film ad utilizzare il sistema Dolby, che scatena la sua fantasia, il suo fascino visionario e le sue smanie psichedeliche; Lisztomania (1975), scatenata e irriverente fantasia musicale, stravagante ed eccentrica biografia del musicista. Nel 1977 realizzò Valentino, con R. Nureev nei panni del danzatore-attore, nel 1980 il fantascientifico Stati di allucinazione che non esprime però al meglio il talento visionario di R. e non oltrepassa i confini del sapiente virtuosismo, e nel 1984 China Blue. Si è inoltre occupato di regie d'opera, anche in Italia. Nel suo cinema si rintracciano linee comuni (musica e danza quali componenti essenziali di un mondo stilistico) e comuni ossessioni: traumi infantili, impotenza sessuale o creativa, anomalia ed eccesso religioso e sacrilegio e soprattutto un senso acuto e onnipresente della morte. La sua importanza è andata ridimensionandosi nel corso degli anni Ottanta, in cui più che nei progetti visionari ( Gothic, 1986; L'ultima danza di Salomè, 1988) R. ha convinto nel thriller ( China Blu, 1984) e in un dramma apparentemente realistico sulle vicissitudini di una prostituta ( Whore - Puttana, 1990).

Nel 1991 ha girato il film storico Prigionieri dell'onore, ambientato nella Francia di fine Ottocento e dedicato al celebre caso del capitano Alfred Dreyfus. Ogni suo film è un mix di eccentricità, fantasie visionarie, kitsch e barocchismo, atrocità che trovano nella biografia di personaggi famosi il modo per esprimersi e rivelarsi. L'analisi psicologica agghiacciante dei geni della musica e della pittura si rivela completamente in linea con gli eccessi visuali del regista.