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Quando internet crea dipendenza

Si può essere drogati di computer? Si può avere dipendenza psicologica dai social network? O essere travolti dall’ansia quando non si ha la possibilità di accedere tempestivamente alla propria casella di posta elettronica? La risposta dei neuropsichiatri è sì i

di Rita Piccolini

In inglese si chiama “Internet Addiction” e solo la definizione inquieta. Si può essere drogati di computer? Si può avere dipendenza psicologica dai social network? O essere travolti dall’ansia quando non si ha la possibilità di accedere tempestivamente alla propria casella di posta elettronica? La risposta dei neuropsichiatri è sì.

E’ la nuova patologia dell’era contemporanea, ne sono preda per lo più i giovanissimi, anche se non ne sono completamente immuni anche alcuni adulti. Attenzione però a non confondere l’internet addiction con un eccesso transitorio dell’uso delle nuove tecnologie o dei giochi elettronici. Solo facendo chiarezza possiamo aiutare le vittime.

Agli Stati Generali della Pediatria del 2011 sono stati resi noti alcuni dati frutto di una ricerca dell’Università Cattolica Sacro Cuore di Milano commissionata dal “Safer Internet Programme della Commissione Europea”:”Eu Kids Online” . Dallo studio emerge che in Europa il 30% dei ragazzi tra gli 11 e 16 anni, il 18% in Italia, ha sperimentato una esperienza connessa ad un uso eccessivo della rete e un rapporto compulsivo con i supporti elettronici: console per videogame, social network, on line gaming, instant messanging . E’ un dato allarmante ma sostiene Mark D.Griffiths, direttore della International Gaming Research Unit presso la School of Social Sciences della Nottingham Trent University, un esperto di fama internazionale delle conseguenze psico-fisiche delle dipendenze, non bisogna confondere l’eccessiva presenza sul web con la cosiddetta internet addiction. “Nel primo caso abbiamo un eccessivo entusiasmo che ‘aggiunge’ alla vita di una persona- spiega il professore- nel secondo caso una dipendenza che ‘toglie’.Si stima che l’8 -12% dei giovani ecceda nell’utilizzo degli strumenti del web entertainment, ma solo nel 2-5%è riscontrabile una vera e propria dipendenza . L’addiction serve a definire un reale disturbo mentale”.

Ma come distinguere l’eccesso dalla dipendenza? Per spiegarci il professor Griffith porta l’esempio del gaming on line. Ci sono almeno sei elementi rivelatori: la “rilevanza”, il gioco on line diventa l’attività più importante della vita della persona, ne domina i pensieri i sentimenti e i rapporti sociali; la “modificazione dell’umore” in relazione all’attività di gioco; “l’assuefazione”, periodi sempre più lunghi di gaming on-line; i “sintomi di astinenza”, stati fisici e psichici negativi che insorgono quando il gioco viene interrotto o ridotto repentinamente; “il conflitto”, il soggetto che pratica il gaming on line entra in conflitto con familiari e amici o con le sue attività di studio, lavoro, hobby, interessi, o con se stesso (sensazione di perdita di controllo); “recidività” la tendenza a tornare ai pattern di gaming on line predecedenti a un eventuale intervento terapeutico dopo periodi di astinenza o di controllo.

Due anni fa al Policlinico Gemelli di Roma è nato l’Ambulatorio per la Dipendenza da Internet. Lo dirige il neuropsichiatra Federico Tonioni, autore tra l’altro di un libro:”Quando Internet diventa una droga”- Einaudi 2011. Il dottore racconta di vedere soprattutto giovani tra gli 11 e i 23 anni dediti per lo più ai giochi di ruolo on-line e a un abuso dei social network, Facebook in primis. Di solito i ragazzi sono costretti a farsi visitare in ambulatorio da genitori ansiosi ormai in preda al panico. Non accade mai che si presentino spontaneamente. Per i familiari il primo campanello d’allarme suona quando le troppe ore trascorse davanti al computer pregiudica il rendimento scolastico e le relazioni sociali. La costante è che questi soggetti tendono progressivamente a isolarsi. E questo è un paradosso. Come ci si può isolare stando connessi continuamente con il mondo? “Dove c’è una predisposizione specifica-spiega Tonioni- la Rete può indurre una sorta di processo di disconnessione del ragazzo dalla realtà e dalle relazioni autentiche che lo circondano. Naturalmente tutto questo può accadere con un uso smodato e fuori controllo di Internet”.

Il numero dei giovani colpito dalla vera e propria Internet addiction sono ancora ridotti, specialmente nel nostro Paese, racconta il dottor Tonioni agli Stati Generali di Pediatria, ma c’è comunque molto sommerso.”I ragazzi veramente dipendenti investono mentalmente tutto nel rapporto con il proprio computer. Sono ragazzi perennemente assorti che vivono in uno stato di dissociazione basale che poi si approfondisce. Un altro segno rilevatore: sembrano sempre sognare ad occhi aperti e perdono la cognizione del tempo. L’era digitale ci sottrae il tempo”. E questo è un altro paradosso. Le nuove tecnologie da una parte ci aiutano a risparmiarlo perché la velocità della comunicazione è la loro principale caratteristica, in realtà ci fanno sperperare quello della vita reale, quella fatto di contatti fisici, che sono alla vera base delle emozioni.

“Ho imparato che chi manifesta una dipendenza patologica non vuole soffrire per forza ma vuole soffrire di meno- spiega Tonioni nel suo libro - e che la droga per il tossico- dipendente, come la cioccolata per la bulimica o il video poker per il giocatore d’azzardo, non sono desideri ma bisogni, che a volte travalicano la forza di volontà e la logica del pensiero”.