Il Settecento scaligero, per riscoprire una città

Tiepolo e altri grandi da Verona all'Europa

di Federica Marino

Non solo Giulietta, non solo Arena: Verona – nel 2000 riconosciuta dall’Unesco come patrimonio dell’umanità – ribadisce la posizione culturale e storica che le spetta di diritto tra le città d’arte italiane.

Questa volta lo fa con una mostra dedicata agli artisti del Settecento che operarono a Verona, o che da Verona partirono per le maggiori corti europee, Venezia la più vicina, ma anche Vienna, Dresda, Pietroburgo.

Centocinquanta le opere esposte, provenienti dai maggiori musei italiani e internazionali, cui si aggiungono disegni, stampe e documenti per ricreare l’atmosfera e il contesto in cui nella Verona del XVIII secolo fiorì – autonomamente rispetto alla vicina ed “egemone” Venezia - un’importante cultura pittorica all’interno del filone di successo dell’”arte veneta”.

Il primo nome, illustrissimo, è quello dei Tiepolo, Giambattista e il figlio Giandomenico. Dal 1760 i due artisti, di famiglia veneziana ma cosmopoliti per committenze, realizzano nella città scaligera gli affreschi di Palazzo Canossa, perduti dopo il bombardamento che danneggiò l’edificio nella notte del 24 aprile 1945.

Nella sezione dedicata ai Tiepolo viene documentato il lungo lavoro di recupero che ha permesso la restituzione virtuale del Trionfo di Ercole. Al capolavoro virtuale si aggiungono quelli su tela, molti rimasti a Verona, altri provenienti in gran parte da Londra ma anche da numerose collezioni private.

Poi gli artisti che a Verona si formarono, prima di “emigrare” in tutta Europa: Pietro Antonio Rotari, definito il "pittore della corte russa" per aver lavorato a lungo a servizio degli zar e dell'imperatrice Elisabetta, e Giambettino Cignaroli, fondatore dell'Accademia di Pittura che porta il suo nome.

Entrambi hanno lasciato moltissime opere, presenti in diverse delle nove parti che compongono la mostra: tutta “rotariana” è la sezione Teste di fantasia - Ritratti dell’anima, che racconta un’epoca attraverso le sue fanciulle e giovanetti: raffigurati in pose quotidiane e come sospesi nel tempo e nella luce, i loro volti fotografano un momento storico e dello spirito.

A questa sezione fa da contraltare la quasi omonima Ritratti, dove si possono ammirare i sovrani e nobili di tutta Europa che posarono per gli artisti veneti.

Cignaroli è anche protagonista unico della sezione dedicata alla transizione verso il Neoclassico: soggetti di storia romana, dalla Bibbia e dalla mitologia greca testimoniano una mutazione nella sensibilità tematica, che non perde però il chiarore e la lucidità della tecnica.

Parallelamente alla mostra, prevista una serie di itinerari in chiese, palazzi e ville veronesi, per documentare la fioritura in tutti i campi della pittura veronese settecentesca.

Il Settecento a Verona. Tiepolo, Cignaroli, Rotari
Verona, piazza Bra, Palazzo della Gran Guardia
Dal 26 novembre 2011 al 9 aprile 2012