di Maurizio Iorio Michael Bublé, crooner canadese con ascendenze italiane, artista da 30 milioni di copie vendute nel mondo, ha presentato a Roma il suo album di canzoni natalizie, intitolato semplicemente “Christmas”, che lui considera il suo disco più importante, anzi, “la mia eredità. Quando non ci sarò più spero che la gente mi ricordi per questo album. Per questo ci ho messo dentro il cuore e l’anima”. Un testamento decisamente prematuro, vista la sua giovane età, solo 36 anni. “Ho lavorato duramente per 5 mesi, e spero di riuscire nell’intento di far sentire la gente come mi sentivo io durante le vacanze natalizie, quando a casa mia si suonavano le canzoni di Bing Crosby. Sono state quelle a farmi conoscere ed amare la musica, il jazz ed il pop”.
Come ha scelto i quattordici classici della tracklist ? (l’unico inedito l’ha scritto lo stesso Bublé, n.d.r)
“Erano dieci anni che avevo in mente questo album, sapevo già quali brani ne avrebbero fatto parte, come li avrei cantati ed arrangiati”. Fra le partecipazioni, Shania Twain, regina del country, le Puppini Sister e Thalia. “Avrei voluto coinvolgere Adele – si rammarica Bublé – ma non stava bene, non è stato possibile”. Fra i 14 classici natalizi, spiccano “Jingle Bells”, “White Christmas”, “Silent night”, “Ave Maria”, e una cover del successo di Mariah Carey, “All I want for Christmas is you”.
Christmas tributo a tutte le religioni
Christmas” è un grosso tributo alla cristianità…
“No. L’ho realizzato per tutti, cristiani, ebrei, musulmani. Il mio migliore amico è ebreo, non festeggerà il Natale, ma adora queste canzoni”.
Come mai tre produttori? Peraltro tre pezzi da novanta, come Bob Rock (Metallica e Aerosmith) , David Foster e Humberto Gatica?
“Sono tre geni. Io ho proposto i brani e loro hanno avuto il coraggio di registrarli dal vivo. Volevo riprodurre la stessa atmosfera degli standard di una volta, quelli di Sinatra e gli artisti della Motown, che non avevano i computer. Solo per la cover di Mariah Carey, che ha un suono più pop, abbiamo usato la tecnologia”.
Quanto alla crisi politica ed economica, Bublé evita di schierarsi. “Chi sono io per avere qualcosa da dire? La politica mi affascina, soprattutto quella americana. Ho le idee molto chiare, ma non credo che un artista debba esprimere le sue opinioni in merito. Spetta ai politici ed ai giornalisti. Faccio un lavoro semplice, e il mio compito è quello di regalare alle persone un paio d’ore di distrazione”.
Bublé duetta con Fiorello
Per Bublé, ospite di Fiorello nel suo programma su Raiuno, “Il più grande spettacolo dopo il week-end”, lo showman è il più bravo al mondo. E, lasciando da parte la sua modestia, afferma di essere l’unico alla sua altezza. “Abbiamo la stessa personalità e lo stesso humor, abbiamo fatto entrambi una lunga gavetta, lavorando in club schifosi e sulle navi, e nessuno avrebbe scommesso una lira su di noi”. In Canada, Usa e Gran Bretagna (dove “Christmas” è in testa alle charts, ndr) – aggiunge - io sono presentatore televisivo, attore, comico e cantante, come Fiorello. Lui non è stato cambiato dal denaro e dal successo, è rimasto una persona sensibile e attenta alle esigenze del suo pubblico”. Come Bublé.