E' la prima Regione italiana a intervenire


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Alzheimer, il Lazio presenta la sua legge

Due milioni e mezzo di euro per malati e loro assistenti mandarelli_296

di Maurizio Righetti

Sono tanti i settori della sanità che richiedono interventi. Per quanto, al di là dei possibili aggiustamenti da apportare e dei disequilibri da colmare, il sistema sanitario italiano resti uno dei migliori al mondo. Ogni istanza di provvedimenti innovativi ed efficaci ha la sua legittimità. E ciascuno ha la ragionevole convinzione di avere una ragione in più degli altri.

Alzheimer, la malattia a più forte impatto sociale
Ma alla fine ci sono i numeri, i dati, le incidenze, le raccomandazioni comunitarie, le scelte degli altri Paesi, il portato effettivo dell'intervento sul piano socio-economico e su quello più propriamente umano. Per i malati e per chi li assiste. E si scopre che le necessità più diffuse e pesanti arrivano da una patologia grave, lunga, progressiva, costosa, impegnativa e in forte espansione. E, al momento. con rimedi quasi inefficaci. Qualcuno ha detto che quando diagnosticano l'Alzheimer a un tuo parente, quello è l'unico caso in cui incontri la certezza della pena.

Dunque la Ue raccomanda di considerare questa malattia “priorità di salute pubblica”, altri stati del Vecchio Continente e non solo mettono a disposizione fondi e dal basso emerge sempre più la necessità di “fare qualcosa di concreto”. Ma nel nostro Paese, siccome le competenze in materia di sanità sono regionali, occorre che qualcuno cominci.

I familiari in prima fila
E' la Regione Lazio a fare da apripista con un atto che è, dunque, doveroso e necessario, comunque non scontato date l'attuale congiuntura economica e la specifica situazione della sanità locale.

La proposta di legge, la 35/2010 ‘Piano regionale in favore dei soggetti affetti da malattia di Alzheimer ed altre forme di demenza’, è stata presentata pubblicamente a Roma, nella sede di via della Pisana, dal presidente della Commissione Sanità della Ragione Lazio, e prima firmataria, Alessandra Mandarelli, e “spiegata” da tecnici, politici, esponenti del mondo medico-scientifico, rappresentanti delle associazioni dei familiari dei malati. Prevede l'impiego di 2 milioni e mezzo di euro.

Alessandra Mandarelli: “Non più soluzioni discrezionali e d'emergenza”
“Il mio ringraziamento . ha detto Alessandra Mandarelli - va alla presidente Polverini ed agli assessori Zezza, Forte e Cetica per aver confermato e rafforzato l’interesse di questa amministrazione a perseguire le azioni del piano, in risposta al monito europeo e per intervenire sul problema Alzheimer. Abbiamo condiviso con le associazioni operanti sul campo la consapevolezza ed il dovere, da parte delle istituzioni, di rispondere alle richieste che provengono dal mondo medico e dai familiari dei pazienti. Questa legge pone all’avanguardia nel tracciare un programma strategico di azioni a sostegno della malattia il Lazio, che diviene così un modello normativo ed assistenziale, anche per altre Regioni virtuose, di semplificazione, diffusione ed omogeneizzazione di servizi, di promozione della ricerca e degli interventi terapeutici. Non si dovranno più fronteggiare i bisogni legati all’Alzheimer con soluzioni discrezionali e d’emergenza. Il Piano, infatti, definisce un approccio di presa in carico globale dei pazienti e delle loro famiglie, dà linee guida generali e mette in essere sul territorio i conseguenti interventi. E’ giunto, ora, il momento più delicato, quello di portare a compimento il lungo lavoro iniziato più di anno fa, procedendo all’approvazione del testo”.

Renata Polverini: “Saremo ricordati per questa legge”
Potenziare la rete di assistenza al malato e alle famiglie, rafforzare le attività di riabilitazione e cura e l’azione di prevenzione e di diagnosi precoce. Sono alcuni dei punti qualificanti della proposta di legge, “una delle più importanti, tra quelle per cui questa consiliatura sarà ricordata” dice il presidente delle Regione Lazio, Renata Polverini, una legge “attraverso cui vogliamo fornire un sistema di assistenza sociosanitaria integrato, capace di rispondere ai bisogni legati ai diversi aspetti della malattia. Ci auguriamo non soltanto di poterla votare, come certamente accadrà, in tempi brevi, ma anche di farne un esempio per le altre Regioni. Da oggi – ha concluso - nasce una rete, la strada imboccata è quella giusta”.

Mario Brozzi. “Verso la sanità del Terzo Millennio”
“La malattia ha fondamentalmente una concezione bivalente: esistono, infatti, da un lato, le malattie che coinvolgono un corpo e, dall’altro, quelle che, oltre ad un corpo, coinvolgono una famiglia, che altro non è se non una vera e propria società. L’Alzheimer, non a caso, è stato definito ‘malattia di famiglia’ per quel profondo coinvolgimento che determina nella quotidianità di tutti coloro che appartengono al medesimo nucleo, perché chi soffre di Alzheimer richiede un’assistenza qualificata e continuata. Adeguate risposte, dunque, devono essere fornite tanto al paziente, quanto alla famiglia” Lo ha affermato Mario Brozzi, medico di medicina generale e medico sportivo, capogruppo Lista Polverini al Consiglio Regionale del Lazio.

La diffusione del morbo di Alzheimer, la preoccupante frequenza quale causa di morte e, soprattutto, lo stato degenerativo che comporta nel suo decorso evidenziano il delicato ruolo del medico generico per l’informazione, la formazione e la gestione della malattia e creano il presupposto per cui l’unica risposta possibile e credibile non possa conoscere altri termini che quelli della prossimità, della rete e della solidarietà. “Questa è la nostra sfida, per approdare alla sanità del Terzo Millennio, quella che non risponde ad altra logica che non sia la dignità della persona nel momento di maggiore bisogno e che è imbastita da quel sentimento che riconosce se stessi nell’altro, specie nella difficoltà”, ha concluso Brozzi.

Nella foto: Alessandra Mandarelli