Crisi economica, crisi sociale


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'Serve più coscienza umanitaria'

Parla Rita Levi Montalcini r

Anche il nostro Paese risente del momento storico complesso che sta vivendo l’Europa: come valuta il presente?
“Purtroppo buona parte del nostro comportamento è ancora guidata dal cervello arcaico. Tutte le grandi tragedie, la Shoah, le guerre, il nazismo, il razzismo, sono dovute alla prevalenza della componente emotiva su quella cognitiva. E il cervello arcaico è così abile da indurci a pensare che tutto ciò sia controllato dal nostro pensiero, quando non è così. Il momento economico non è facile, e neanche quello politico: occorre una maggior coscienza umanitaria. Per quanto mi concerne, ho sempre destinato le mie modeste risorse a favore, non soltanto delle persone bisognose, ma anche per sostenere cause sociali di primaria importanza”.

Cosa immagina una scienziata come Lei quando pensa al futuro?
“Anche la più straordinaria scoperta scientifica sarebbe sterile, se non fosse rivolta al miglioramento della vita delle persone, e in particolare di coloro che soffrono. Solidarietà non è un concetto astratto, bene lo sanno le donne che hanno combattuto per l’emancipazione e la ricostruzione di paesi massacrati dalle guerre. Ma il mio messaggio è rivolto soprattutto ai giovani, affinché bandiscano dai propri scopi il potere e imparino a occuparsi degli altri: ragazzi, non pensate a voi stessi, pensate agli altri. Pensate al futuro che vi aspetta, pensate a quello che potete fare, e non temete niente. Non temete le difficoltà: io ne ho passate molte, e le ho attraversate senza paura, con totale indifferenza alla mia persona”.

Realizzare le potenzialità dell’altra parte del mondo, affrontando il problema del sostegno all’istruzione e della disuguaglianza di genere spesso determinata da ragioni culturali e religiose, è sempre secondo lei, la carta vincente del futuro?
“È una prospettiva affascinante che, partendo dagli studi scientifici sulla plasticità neuronale e sulla peculiarità tipicamente femminile di essere duttile, pone finalmente la donna al vertice della piramide della realizzazione umana. In tutto il Pianeta, il futuro dipende dalla possibilità di dare a tutte le donne l’accesso all’istruzione e alla leadership. È alle donne, infatti, che spetta il compito più arduo, ma più costruttivo, di inventare e gestire la pace. Nel 2000, tutti i Paesi del mondo, riuniti nell’Assemblea generale dell’Onu, hanno sottoscritto un patto fissando otto ‘obiettivi di sviluppo del Millennio’, da raggiungere entro il 2015: sradicare la povertà estrema, garantire l’istruzione primaria, promuovere la parità dei sessi, ridurre la mortalità infantile e migliorare la salute materna, debellare l’Aids e le altre malattie, sviluppare un partenariato mondiale. In tutti è fondamentale il ruolo della donna”. (M.V De Matteis)